Bambini israeliani che si divertono a scrivere sui missili che andranno ad ammazzare bambini arabi. E POI LEGGETE SOTTO:
Nel 1989 in Israele, il partito Shass (ultraortodosso di destra) pubblicò una preghiera nell’edizione speciale delle Nuove Dolci Preghiere, composta per la festa del Simhat Torah, in cui i bambini (quelli che oggi firmano le bombe sorridendo) vengono portati alla sinagoga.[1]
Riporto solo la prima parte della preghiera (dedicata ai bambini), perché il resto ha il medesimo e duro tono.
Un giorno di purezza per gli ebrei
Un giorno di impurità per gli arabi
Un giorno di salvezza per gli ebrei
Un giorno di pianto per gli arabi
Un giorno di prosperità per gli ebrei
Un giorno di estinzione per gli arabi
Un giorno di conoscenza per gli ebrei
Un giorno di sporcizia per gli arabi
Un giorno di dominio per gli ebrei
Un giorno di peste per gli arabi
Un giorno di consolazione per gli ebrei
Un giorno di vendetta contro gli arabi
Un giorno di perdono per gli ebrei
Un giorno di lapidazione per gli arabi[2]
...
Lo stesso anno (1989) sulla rivista Ha’aretz, il quotidiano più prestigioso d’Israele apparve un'altra poesia, questa volta la versione laica di una preghiera che, incorniciata, era esposta, pensate voi, nell’edificio della pubblica amministrazione israeliana della striscia di Gaza.[3]
«Sì, è vero che odio gli arabi
e che voglio cancellarli dalla carta geografica.
E’ questo il mio lavoro
e passo la vita piacevolmente:
ogni pallottola che sparo vola via una testa.
Che gioia quando si fa centro!
Entra nella testa e la spacca.
Allora mi sento liberato
e provo grande gioia
A vedere come vola via la testa.
Nei territori ci sono tanti bei posti.
C’è il mare, ci sono le belle spiagge
e tanto palmizi…
Peccato che ci siano anche gli arabi…»[4]
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