26 nov 2010

ISRAELE, VI SEMBRA UN PAESE NORMALE?

Guysen è un sito francese, così sionista che più sionista non si può.

Oggi ci presenta una curiosa notizia da Israele:

Mercoledì 24 novembre 2010 ore 11:21

Tsahal : il 30% dei soldati incarcerati hanno precedenti penali

“Secondo il generale Méïr Ohana, comandante della polizia militare, il  30% dei soldati detenunti nelle carceri militari avevano precedenti penali al momento del loro ingresso nello Tsahal. In occasione di un dibattito davanti alla commissione Affari Esteri e Difesa della Knesset riguardante le condizioni di incarcerazione nelle carceri militari, il generale Ohana ha rivelato che ogni anno, 14.000 soldati vengono condannati a pene detentive“.”

Non vengono forniti altri dettagli, ma possiamo presumere due cose:

1) Le pene detentive – una sanzione piuttosto severa – nella stragrande maggioranza dovrebbero riguardare reati comuni, non legati alle azioni militari dell’esercito

2) I membri dello Tsahal appartengono quasi esclusivamente all’etnia dominante, per cui non stiamo parlando dei modi in cui le etnie dominate spesso si trovano talvolta ad arrangiarsi, magari superando i limiti della legalità.

La cifra di 14.000 non è esorbitante, se ricordiamo che stiamo parlando di un paese in cui la leva militare tocca in teoria tutta la popolazione abile dai 17 ai 49 anni, anche se circa il 37% delle persone coinvolte riesce a sfuggire in qualche modo. Insomma, la stessa fascia demografica che in tutto il mondo è anche responsabile di quasi tutti i reati non da colletti bianchi.

Infatti, Israele è al 27esimo posto per tasso di incarcerazione (l’Italia è al 127esimo), ma  da un’0cchiata veloce in rete – soggetta quindi a correzioni – mi sembra di capire che nel sistema carcerario ordinario (non militare) israeliano, la popolazione sia composta per metà da detenuti politici palestinesi, e per il resto in gran parte da immigrati clandestini africani.

Ma partiamo dai più sicuri dati del sistema carcerario militare.

E’ interessante fare un confronto con il tasso di incarcerazione nel paese che ha dato orgogliosamente vita a mafia, camorra e ‘ndrangheta, con una importante differenza: in Italia, nel 2008, il 38% dei carcerati non appartenevano all’etnia dominante, ma erano stranieri, per ovvi motivi sociali.

Quindi, per fare un confronto, è prudente scalare un 38% alle cifre italiane.

Ogni anno, 170.000 persone passano per le carceri in Italia; una cifra che comprende anche tante persone che non verranno poi condannate, per cui la cifra non è forse esattamente paragonabile a quella citata dal generale  Ohana, che parlava di condanne.

Comunque, ci sono circa dieci volte più italiani che ebrei israeliani; per cui l’ordine di grandezza è confrontabile: avremmo 14.000 x 10 = 140.000, proiettando il numero di militari israeliani condannati in proporzione alla popolazione generale dell’Italia; in Italia abbiamo 170.000 – 38% = 105.400, diciamo 110.000 non stranieri che passano per le carceri.

Insomma, se abbiamo letto bene le cifre, Israele è un paese normale. Cosa che dovrebbe far riflettere i giudeocentrici di entrambe le fazioni: coloro che vedono nell’etnia dominante di quel paese un Faro per le Nazioni, come coloro che vi vedono dei malvagi squali, che però tra di loro non si mangiano.

Ciò che non è normale non sono gli israeliani; sono i loro cultori, ad esempio in Italia.

Preso da  http://kelebeklerblog.com/

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