Pubblicato il 18 luglio 2006
Seduta n. 19
MALABARBA - Al Ministro dell'interno. -
Risultando all’interrogante che:
il sig. Magdi Allam, giornalista del "Corriere della Sera", nel suo ultimo libro “Io amo l’Italia, ma gli italiani la amano?” racconta che mentre si trovava per lavoro in Kuwait, nel marzo del 2003, fu contattato dal Sisde, che gli impose di lasciare quel Paese in quanto avevano “appreso di un progetto di uccidermi [Magdi Allam, cioè] di Hamas”;
questa “condanna a morte (…) decretata ai più alti vertici dell’organizzazione terroristica palestinese Hamas” è stata “ispirata, raccolta, legittimata sul piano coranico e rilanciata dai loro agenti locali affiliati all’Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia);
secondo quanto riferito nello stesso libro dal sig. Magdi Allam, l’Ucoii unitamente alla Iadl (Islamic Anti-Defamation League), definita quest’ultima dallo stesso sig. Allam “una sorta di tribunale dell’inquisizione islamica che opera come braccio legale dell’UCOII”, sarebbero “riusciti ad assoldare nel loro plotone di esecuzione estremisti di destra e di sinistra" nonché a “spargere veleni sulla mia [di Magdi Allam] credibilità ed onorabilità”;
il sig. Magdi Allam vive scortato da carabinieri a causa di non meglio precisate minacce, tra le quali spiccano l’apertura di un sito Internet parodistico recante il suo nome che contiene una rivisitazione del “J’accuse” di Émile Zola, la lettera di un mitomane che gli scrive di aver ricevuto l’ordine di ucciderlo da un non meglio precisato uomo di Bruxelles e qualche definizione satirica e/o caustica;
preso atto che:
le segnalazioni a mezzo stampa del sig. Allam hanno cagionato l’espulsione di alcune persone, risultate poi innocenti per i fatti loro addebitati dal giornalista e reintegrate sul territorio italiano con sentenze dei Tribunali amministrativi della Repubblica;
il sig. Allam divulga frequentemente indirizzi privati delle persone che hanno opinioni contrastanti con le proprie, mettendo a rischio l’incolumità ed il privato di queste persone;
comportamenti come quelli descritti sono suscettibili di alimentare un clima di isteria collettiva che potrebbe portare al diffondersi dell’islamofobia e dell'antislamismo, denunciati nell’ultimo rapporto dell’Unione europea sul razzismo;
considerato che:
non risulta che l’organizzazione Hamas agisca al di fuori dei Territori occupati della Palestina o dello Stato d’Israele;
l’Ucoii è stata nominata con decreto ministeriale a fare parte della Consulta per l’Islam italiano, istituita dal precedente Governo, lo stesso che ha assegnato la scorta al sig. Allam perché minacciato dall’Ucoii;
la Iadl è stata definita da un Ministro del precedente Governo, l’on. Giovanardi, in risposta ad un’interrogazione, durante la seduta della Camera dei deputati n. 724 del 22 dicembre 2005: "Per quel che riguarda l'associazione Iadl (Islamic anti defamation league), costituita nel luglio scorso e con sede a Roma, segnalo che la stessa ha fra i propri fini statutari quello di difendere, nello spirito della Costituzione italiana, i musulmani e le altre minoranze presenti nel territorio nazionale. Oltretutto, si sa benissimo che gli autori degli scritti e dei comunicati diffusi dall'associazione medesima possono far uso di pseudonimi, i quali, però, debbono trovare riscontro nei libri sociali affinché sia comunque consentita l'individuazione per fini legali.";
non risultano aperti procedimenti penali a carico dell’Ucoii o della Iadl, tanto meno per l’istigazione all’omicidio del sig. Magdi Allam o altre azioni contro l’integrità dello Stato;
lo stesso Allam ha costruito svariati articoli, che non hanno trovato conferme nella realtà, basandosi su generiche “fonti dei servizi”,
si chiede di sapere:
quali siano le considerazioni che hanno spinto il Governo da un lato a nominare l’Ucoii nella Consulta per l’Islam in Italia e a difendere l’operato della Iadl in Parlamento e dall'altro a concedere la scorta al sig. Magdi Allam;
se il Ministro in indirizzo, alla luce dell’assenza di procedimenti penali scaturenti dalle gravissime denunce di persecuzione nei confronti del sig. Allam, giudichi ancora attuali i motivi che hanno portato all’assegnazione di tale scorta e in ogni caso quali sono gli attuali motivi di tale provvedimento;
quali siano i costi, sia in termini finanziari sia in termini di risorse umane, dell’apparato di sicurezza disposto per la protezione del sig. Magdi Allam;
visti i frequenti riferimenti negli articoli di Magdi Allam a non meglio precisate “fonti dei servizi”, e le recenti rivelazioni sull’esistenza di rapporti tra alcuni giornalisti e presunti elementi deviati del Sismi, se vi siano eventuali rapporti illeciti tra tali elementi deviati e il sig. Magdi Allam;
considerato che lo stesso Allam si vanta di aver ottenuto "fraudolentemente" il rinnovo del permesso di soggiorno, tale illecito potrebbe avere effetti sulla validità della successiva acquisizione da parte sua della cittadinanza italiana.
Preso da qui
Nessun commento:
Posta un commento