Il Vaticano voleva che un prete irlandese colpevole di aver molestato dei bambini trascorresse dieci anni in un monastero, ma non aveva intenzione di ridurlo allo stato laicale. È quanto emerge da un capitolo del Murphy Report - il rapporto governativo sugli abusi degli ecclesiastici sui bambini in Irlanda dagli anni '70 fino ad oggi - pubblicato più di un anno dopo il resto del documento perchè il processo nei confronti del prete in questione, Tony Walsh, era ancora in corso.
All'inizio di questo mese l'ex prete è stato condannato a 16 anni di prigione per aver abusato sessualmente tre ragazzini negli anni '70 e '80. Nel capitolo del Murphy Report che esamina il caso, la Chiesa cattolica e la polizia subiscono pesanti critiche: per più di 15 anni Walsh è stato infatti libero di molestare bambini sebbene altri preti, canonici, monsignori, vescovi e persino l'arcivescovo di Dublino, fossero al corrente di quanto stava accadendo. Agli inizi degli anni '90 era stata aperta un'indagine interna contro di lui e nel 1993 era arrivata la prima richiesta di allontanamento dal sacerdozio.
Walsh aveva però fatto appello e il Vaticano aveva deliberato in suo favore. Dopo aver molestato un bambino nel bagno di un pub, Walsh fu finalmente arrestato e nel 1996, 16 anni dopo la prima denuncia, il prete fu ridotto allo stato laicale. Quaranta persone hanno denunciato abusi da parte di Walsh ed il prete stesso ha ammesso di aver «usato bambini a scopo di gratificazione sessuale» una volta ogni due settimane per un periodo di otto anni.
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