Un fallimento preannunciato
In questi ultimi giorni, questo blog ha dedicato un intermezzo satirico (divertenti vignette ed esilaranti articoli pubblicati su quotidiani e siti web di ogni tendenza) al partito "Protagonisti per l'Europa Cristiana" fondato da Magdi "Cristiano" Allam. Alcuni - pochissimi ed anonimi - commentatori, evidentemente fan di Allam, mi hanno scritto: "se ti fosse indifferente non ne parleresti di continuo". Mi chiedo dove abbiano letto o percepito che Allam mi è indifferente. Anzi, colgo l'occasione per rispondere allo stimato Angelo D'Orsi, che pochi giorni fa si chiedeva come ha fatto questo "inquietante figuro" e "mediocrissimo scriba" a crearsi "uno spazio simile di manovra". La risposta è che per molto tempo giornalisti ed accademici lo hanno considerato "insignificante" ed "ininfluente" (alcuni invece temevano di finire diffamati sul Corriere) mentre gli immigrati, semplicemente, erano convinti che fosse in grado di decretare espulsioni a mezzo stampa. Questo accadeva mentre il sottoscritto denunciava l'uso che il nostro faceva del Corriere e il pericolo insito nei suoi editoriali che condizionavano negativamente il dibattito sull'immigrazione e l'integrazione in Italia. Erano i tempi in cui ero il primo (e l'unico) a dare voce ai suoi oppositori su Il Manifesto, rompendo il muro di paura e omertà che lo circondava e l'unico a monitorare costantemente la sua attività con un'apposita sezione sul blog. Se mi fosse indifferente, state certi che non gli avrei dedicato neanche mezza parola. Non nascondo però che, dopo la sua conversione e le successive dimissioni dal Corriere, egli risulta enormemente ridimensionato. Se ne ho parlato quindi ultimamente, era solo per regalare un momento di ilarità generale ai lettori. Ma siccome alcuni di loro, soprattutto dall'estero, hanno mandato email in cui mi chiedevano se "ci faremo delle risate oppure riuscirà (Allam, ndr) a rafforzare la compagine ispirata al leghismo della peggior specie?", mi sono riservato di fare qualche seria riflessione nel momento opportuno e quindi eccoci qui. Che dire? L'Italia è un paese davvero singolare. Cose che nel resto d'Europa e persino in alcuni paesi del Terzo Mondo sarebbero inconcepibili, qui non sono solamente plausibili, ma del tutto normali. Quindi non si può escludere a priori che un movimento cappeggiato da un ex-musulmano, ora cristiano, che si dice filo-sionista raccolga abbastanza voti per un seggiolino in Europa. Solo l'esito delle elezioni potrà darci un'indicazione precisa e affidabile circa il peso che questo sedicente partito e il suo fondatore potranno rivendicare in seguito sulla scena politica italiana, che poi è quella che ci interessa. Perché, sinceramente, del fatto che Allam finisca accanto a Borghezio sui banchi del Parlamento Europeo non me ne può fregar 'na cippa. Sappiamo tutti che l'Europa tollera benevolmente gli aspetti folcloristici di cui si fanno portatori alcuni parlamentari, indipendentemente dal fatto che siano padani o ex-egiziani. E sappiamo altrettanto bene che quando deve prendere delle decisioni importanti fa prevalere il buonsenso, lasciando allegramente strepitare i parlamentari di cui sopra. Quindi, indipendentemente dal risultato, penso che possiamo stare tranquilli: il Parlamento Europeo è il posto più sicuro ed adatto a simili personaggi.
Ho comunque i miei buoni motivi per garantire che, prima o poi, anche quest'avventura di Allam si concluderà con un disastroso fallimento. D'altronde, la stessa decisione di lasciare il Corriere e rincorrere un seggio al Parlamento Europeo non è forse un fallimento? Non è forse Magdi Allam colui che scriveva che "La condizione essenziale, che ho posto a me stesso prima di porla agli altri, è di fare politica solo se mi fosse data l'opportunità di poter ricoprire un ruolo istituzionale nel governo"? Non è proprio lui a raccontare di aver detto "a Berlusconi che ero disposto a un’esperienza politica se avesse creato un ministero dell’Identità nazionale e dell’Integrazione"? Non è ancora lui a dire, in una telefonata a Gianni Letta, che "la mia qualifica di vicedirettore del 'Corriere della Sera' vale dieci seggi"? Risultato? Niente ruolo istituzionale, niente ministrero, niente qualifica al Corriere. Da potentissimo vicedirettore del quotidiano più diffuso è finito per diventare la barzelletta del web e dei quotidiani di tutta Italia. Prima lo si elogiava magnificando la sua persona e la sua scorta, ora viene rappresentato nelle vesti caricaturali del Crociato e del Templare. Roba da far venire la depressione. Ma basta analizzare tutte le iniziative "politiche" di Magdi Allam per presagire la fine del sedicente partito. Come è finito il "progetto dell'Islam moderato", che poi era il progetto a cui Allam aveva dedicato interamente le proprie energie? Nonostante una martellante e lunghissima campagna contro l'UCOII, i ministri dell'interno (prima Pisanu e poi Amato) ne hanno accolto il Presidente in veste di Consulente. Poi la Consulta è degenerata in un teatrino di risse e veti capace di produrre solo una sedicente carta dei valori parcheggiata in qualche cassetto. Oggi, e a ragione, non viene nemmeno più convocata. Ecco la fine ingloriosa del progetto Allamita. Non solo: all'epoca è bastato che il sottoscritto facesse un'intervista al candidato di punta scelto da Allam per far emergere le divergenze e far crollare l'intero castello di carte. Uno dopo l'altro i famosi moderati hanno preso le distanze dal loro sponsor, lasciandolo praticamente solo a combattere i mulini a vento, costretto a qualificare come estremisti quelli che fino al giorno prima erano preziosi alleati.
Che Allam sia incapace di scegliersi gli alleati e ancor meno di seguire una linea coerente è un dato di fatto. Ecco come descriveva Piccardo, ex-segretario dell'UCOII, che poi diventerà la quintessenza del fondamentalismo islamico in salsa italiana: "Nel corso degli anni ho instaurato con Piccardo un rapporto corretto, sincero e intenso. Lui vive la sua vita con una integrità morale, un'onestà intelletuale e una generosità interiore che è difficile disconoscergli. La sua anima sentimentale e poetica traspare dai poemetti che mi invia (...) Con il tempo si è sviluppata una relazione confidenziale, basata (...) sulla necessità di far evolvere una logica improntata alla trasparenza, alla libertà di espressione, e alla democrazia rappresentativa (...) In questo caso Piccardo si considera ed è effettivamente un laico". E Jabareen, Imam di Colle Val D'Elsa che poi Allam scoprirà essere un pericoloso "Fratello Musulmano"? “un arabo-israeliano che ha deciso di dare concretezza all'impegno di affermare un Islam tollerante, pacifico, aperto e compatibile con le leggi e i valori dell'Italia”. E Khalid Chaouki, membro della consulta che Maria Giovanna Maglie attaccherà su Il Giornale per aver preso le distanze da Allam dicendo che era "un arrampicatore sociale sempre aiutato e beneficato da Magdi Allam. Che gli ha presentato un libretto insignificante, lo ha aiutato ad essere assunto all'Ansa"? Poco tempo prima Allam esprimeva il suo "profondo apprezzamento per la personalità del giovane Khalid, che ha 22 anni, tanto buonsenso e tantissima voglia di affermare un islam compatibile con i valori fondanti della comune civiltà umana". E questo sarebbe uno in grado di fondare e guidare un partito che salvi l'Italia dal fondamentalismo islamico, uno in grado di districarsi nei meandri della politica nazionale, europea e internazionale? Ma mi faccia il piacere!
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