31 mag 2009

Venaria, Impiegate con il velo per solidarietà a una collega

« INDIETRO FOTO: 6 DI 8 AVANTI »

Venaria, Impiegate con il velo per solidarietà a una collega

Alla reggia di Venaria le impiegate alle biglietteria e le guide turistiche avevano tutte il velo. Un segno di solidarietà nei confronti di Amellal, una dipendente marocchina, finita nel mirino di un lettore de 'La Stampa' che in una lettera al giornale si era detto stupito di vedere alle casse della reggia due donne con il velo. "Non sarebbe più corretto impiegare queste due donne in un'attività di ufficio? O utilizzare persone vestite con abiti d'epoca?" aveva scritto. E subito si sono scatenate le polemiche sfociate nella civile protesta di stamani: "Siamo solidali con Amellal e per questo abbiamo deciso di indossare tutti il velo. Noi riteniamo la presenza della collega marocchina un bell'esempio di integrazione", hanno spiegato le altre dipendenti.
[30 maggio 2009]




http://torino.repubblica.it/multimedia/home/6181276/1/6

29 mag 2009

Solo i musulmani?

La mamma è una strega
“Tutto è cominciato quando mi ha obbligato a lasciare il lavoro. Alice, sei una mamma ora, mi diceva. Tuo fi glio ha bisogno di te. Poi mi ha tolto la macchina, poi il diritto di uscire. Nemmeno l’estetista mi era più permesso: ma perché vai in giro a perdere tempo, mi diceva. Pensa a noi, alla famiglia. Io mi sentivo accerchiata. Mia cognata stava al piano di sopra, mia suocera sotto di me. Sentivano le botte, le urla, il fracasso. Ma era sempre colpa mia. Bastava che arrivasse a casa nervoso o che il bambino piangesse, e giù sberle, pugni, calci. L’ultima volta che sono finita in ospedale, sono scappata. Ci siamo rivisti in tribunale: lui ha portato amici, parenti, colleghi. Tutti a dire che era un bravo padre, un gran lavoratore, una persona per bene. Meno male che avevo le foto in cui ero stata massacrata. Quello che è peggio è che devo continuare a vederlo, lui ha ancora il diritto di vedere il bambino. Tutte le volte che succede, mi molesta, ma solo davanti a nostro figlio. Cerca di baciarmi, mi insegue per mettermi le mani addosso. E quando tento di allontanarlo, guarda il bambino e dice: “Guarda com’è cattiva la mamma, è proprio una strega”.

Leggendo questo du Donna Moderna, mi è subito venuto alla mente:" E poi dicono dei musulmani!"
Si esatto queste ed altre testimonianze di donne massacrate di botte solo perchè il bambino piange, oppure l'uomo ( se si può chiamare così) è nervoso o arrabbiato se la prende con la moglie.
Eppure tutte queste donne non sono musulmane e neanche i loro mariti lo sono e allora io mi chiedo perchè se viene picchiata una che porta il velo ed è musulmana, tutti hanno da dire qualche cosa e diventano improvvisamente esperti, ma quando succede ad una donna italiana e comunque non musulmana nessuno sa nulla tutti tacciono anche se sanno, e non fanno nulla per aiutarla?

Che dite ho ragine o no?

Adem Ramadani

E dopo tutto questo i KAFIRUN hanno coraggio di negare l'esistenza di ALLAH?

25 mag 2009

le preghiere

tratto da donne e mamme della Liguria



LE SALAWATU FARD (LE PREGHIERE OBBLIGATORIE)



La preghiera, è fondamentale per un musulmano, infatti costituisce uno dei cinque Pilastri dell’ Islam, ovvero una delle basi fondanti della religione. Questo precetto, è stato Rivelato al Profeta Mohammed (pace e benedizioni su di lui) da Allah (gloria a Lui l’ Altissimo) durante “Al Isra wa al mi’raj”, ovvero il miracoloso viaggio che il Profeta ss ha compiuto assieme all’ arcangelo Gabriele, nel quale si è trovato al cospetto di Allah swt.



La preghiera, quindi, essendo stata prescritta da Allah, gloria a Lui, deve essere necessariamente eseguita quotidianamente.



“Recita quello che ti è stato rivelato del Libro ed esegui l'orazione. In verità l'orazione preserva dalla turpitudine e da ciò che è riprovevole. Il ricordo di Allah è certo quanto ci sia di più grande . Allah conosce perfettamente quello che operate.” (Corano, “Al ankabut”, v. 45)



Come dice il versetto, la preghiera protegge da tutto ciò che è vietato, perché se la si esegue con piena coscienza e timore verso il Creatore, ovviamente non si possono poi commettere atti illeciti o nefandezze, proprio perché l’ amore e la devozione verso Allah swt che incitano a pregare, impediscono di comportarsi in modo errato, facendo nascere dentro di sé il timore di renderLo insoddisfatto delle proprie azioni.



La preghiera, fra l’ altro, monda l’ anima dal peccato. Infatti, dopo averla eseguita con la buona intenzione di compiacerLo, le cattive azioni commesse eventualmente in precedenza vengono cancellate.



Le cinque salawat sono paragonabili ad un ruscello abbondante di acqua dolce che scorre davanti alla porta della vostra casa nel quale vi lavate cinque volte al giorno. Pensate che vi resti addosso della sporcizia?

Certamente no!—Risposero i compagni.

Alla stessa maniera, - concluse il Profeta (ss) – le cinque salawat mondano l’ uomo dai suoi peccati. (Detto del Profeta –ss- trasmesso da Muslim)



Esistono delle preghiere obbligatorie (fard) e delle preghiere facoltative (sunna). In questa occasione, tratteremo le prime.



Le preghiere fard quotidiane che debbono essere compiute, sono cinque, e si eseguono in precisi momenti della giornata:



“In verità, per il credente, l'orazione è un obbligo in tempi ben determinati.” (Corano, “An-nisa”, v. 103)



Fajr – La preghiera dell’ alba.



E’ composta da due raka’at (unità di preghiera), e si deve compiere nel periodo che intercorre tra l’ alba e il levar del sole.



Dhor – La preghiera del mezzogiorno.



Composta da quattro raka’ at. Il tempo di eseguirla giunge quando il sole arriva nel punto più alto del cielo e termina a metà pomeriggio.



Asr – La preghiera del pomeriggio.



Composta da quattro raka’ at. Si svolge a partire da metà pomeriggio e vi è tempo di farla fino a che non giunge l’ ora del tramonto.



Maghreb – La preghiera del tramonto.



Composta di tre raka’ at. La si esegue quando il sole tramonta, e il tempo di farla termina quando è completamente buio.



Isha – Preghiera della notte.



Composta da quattro raka’ at. Il tempo di svolgere questa preghiera è molto ampio. Difatti, la si può eseguire a partire dal termine dell’ orario utile per svolgere il Maghreb fino a che non giungono le prime luci dell’ alba.



Ci sono comunque delle condizioni necessarie per poter compiere la preghiera. Innanzitutto, l’ essere musulmani. Poi bisogna essere in stato di purezza rituale, essere puberi, pienamente coscienti ed in possesso delle proprie facoltà mentali, ed essere abbigliati decorosamente. Per imparare i movimenti e le frasi necessarie da pronunciare quando si esegue la salat, per sapere i giusti orari e come prepararsi per eseguire questo Pilastro dell' Islam

24 mag 2009

Keln 09.05.2009 Protesti protiv islamofoba

LE PROTESTE CONTO ISLAMOFOBIA

21 mag 2009

pericolo atomico terrorista

La Cia ha lavorato per creare il pericolo atomico terrorista PDF Stampa
Giovedì - 11 Settembre 2008 - 09:55
di John Howeis
Mentre si discute, sui principali media mondiali della risposta sovietica allo scudo antimissile Usa in Europa orientale e sulle nuove minacce della Nord Corea, mentre si attendono gli sviluppi del pericolo nucleare iraniano - è passata del tutto inosservata, soprattutto da parte dei media italiani, una singolare vicenda che meriterebbe veramente un serio approfondimento, in quanto rivela un ruolo davvero sorprendente della Cia nella costruzione del potenziale atomico di Paesi come Libia, Iran, Pakistan e Malesia.

Il New York Times del 24 agosto dedica infatti un ampio servizio alla storia di un ingegnere svizzero, Friedrich Tinner, esperto nella tecnologia del vuoto, fondamentale per la costruzione delle centrifughe atomiche degli impianti nucleari, da alcuni anni sotto inchiesta, insieme ai figli Marc ed Urs, da parte della magistratura elvetica.

Apprendiamo infatti che l'ingegnere svizzero, fin dalla metà degli anni Settanta, ha lavorato insieme al celeberrimo dott. Kahn, considerato dalla stampa mondiale, dopo l'11 settembre, l'esperto nucleare della rete di Al Qaeda. L'attività di Friedrich Tinner, nel corso degli anni, avrebbe per l'appunto spaziato dal Pakistan alla Malesia, dalla Libia all'Iran, senza dare luogo alla minima attenzione, così sembra, da parte dell'antiterrorismo occidentale.

Leggendo l'interessante servizio, cominciamo a comprenderne la ragione: risulta infatti che, almeno a partire dal 2000 (ma su questa data ovviamente i dubbi sono più che legittimi), Urs Tinner, figlio dell'ingegnere, sarebbe stato reclutato, con stipula di un regolare contratto, dalla Cia. Successivamente anche il padre e il fratello Marc sarebbero entrati nell'affare, rivelatosi assai redditizio dato che la Cia avrebbe elargito complessivamente ai tre, nel corso degli anni, qualcosa come 10 milioni di dollari.

Il lavoro per cui la brillante azienda familiare, operante attraverso una serie di società di comodo, alcune delle quali chiaramente controllate dalla Cia, sarebbe stata così lautamente retribuita dai servizi statunitensi, consisteva nel fornire progettazione e strumentazione, idonea sì alla fabbricazione di impianti atomici, ma in realtà non correttamente funzionante: al punto che gli ispettori dell'AIEA avrebbero effettivamente riscontrato più volte, nel 2003-2004, in Libia ed in Iran, la singolare stranezza di strumenti, quelli forniti proprio dai Tinner, così abilmente inabili alla bisogna da provocare un grave incidente nell'impianto iraniano di Natanz, nel 2006.

Si vede bene che queste informazioni trasformano radicalmente il quadro fornito in questi anni dagli Usa e, di seguito, dai media internazionali, rispetto al pericolo nucleare proveniente dai cosiddetti rogue States: è infatti come minimo ovvio che la Cia era perfettamente consapevole del fatto che la minaccia nucleare di simili impianti era in verità pari a zero, dato che ne controllava la fornitura degli elementi più delicati. Ma quel che appare assai più inquietante è il fatto che le modalità di questa collaborazione si prestano ad una ben più grave interpretazione, cioè a dire che la famiglia Tinner sia servita proprio alla "creazione" della minaccia nucleare dei Paesi ritenuti terroristi, in realtà del tutto inconsistente. E dunque, ad esempio, la rete quaedista che avrebbe operato per la costruzione di bombe atomiche di uso terroristico, diretta secondo i media occidentali dal dott. Kahn, arrestato in Malesia ai primi del 2004, si rivelerebbe i realtà pilotata e controllata da parte della Cia attraverso i ben retribuiti servigi della famiglia Tinner.

Questa ipotesi, che risponde ai canoni di quello che un tempo negli ambienti spionistici si definiva infiltrazione e provocazione, è suffragata dagli sviluppi successivi della vicenda: l'inchiesta malese avrebbe infatti per la prima volta portato alla luce il ruolo dei Tinner e questo avrebbe provocato l'apertura dell'inchiesta della magistratura svizzera, nel 2005. Da questo momento in avanti, l'imbarazzo delle autorità elvetiche si manifesta infatti apertamente, al punto che, sul finire del luglio 2007, il ministro della giustizia svizzero Christoph Blocher, vola a Washington per incontrare il direttore nazionale dell'intelligence Usa, Mike McConnell, il ministro della giustizia Usa, Alberto R. Gonzales, famoso per le polemiche su Guantanamo, e il direttore dell'FBI, Robert Mueller III. Il livello dell'incontro denota il livello di difficoltà in cui si dibatte il governo svizzero, la cui magistratura ha in mano la scottante documentazione del singolare caso spionistico.

È al massimo livello che matura quindi la clamorosa decisione, resa pubblicamente nota solo nel maggio 2008, dal presidente della repubblica elvetica, Pascal Couchepin in persona, suscitando enormi polemiche, di distruggere la copiosa documentazione tecnica rivenuta presso i Tinner - comprendente fra l'altro piani di costruzione per bombe nucleari, centrifughe destinate all'arricchimento dell'uranio e altro materiale sensibile. La motivazione addotta dalle massime autorità della Confederazione è stata quella di dover proteggere la sicurezza della Svizzera e della comunità internazionale, e salvaguardare, si osservi, la politica estera della Confederazione elvetica!
In questo modo si sono definitivamente cancellate le prove non solo dell'attività dei Tinner ma di quello che la Cia aveva fatto in collaborazione con loro, nel sollievo delle agenzie spionistiche Usa e nel malcelato disappunto dei servizi segreti europei. Il favore che il governo svizzero ha fatto agli Stati Uniti è quindi di non poco valore.

I fratelli Urs e Marc Tinner sono attualmente ancora in detenzione preventiva in Svizzera, dopo che il Tribunale federale ha respinto una richiesta di scarcerazione avanzata dai loro legali. Il padre Friedrich è stato invece rimesso in libertà nel 2006. Tutti e tre sono accusati di violazione delle leggi sul materiale bellico e di riciclaggio, ma sarà davvero interessante vedere come farà la magistratura elvetica a concludere queste inchieste, ora che le prove documentali dell'attività svolta dai Tinner sono state cancellate per una superiore volontà politica, in spregio ai basilari principi sulla separazione dei poteri che dovrebbero caratterizzare lo Stato democratico.

La vicenda, già per questi primi elementi, si profila di gravità pari alle rivelazioni che hanno portato a mettere seriamente in dubbio la dinamica dell'attentato dell'11 settembre 2001, a svelare i meccanismi con cui sono state costruite le informazioni ufficiali Usa sulle armi di distruzioni di massa dell'Iraq e a smentire le smentite sulle torture nel centro di detenzione di Abu Graib, solo per citare alcuni dei più gravi esempi di disinformazione venuti alle luce negli ultimi anni. Ma non basta: giacché il caso Tinner, cronologicamente antecedente agli altri fatti e ad essi strettamente collegati, è in grado di far pensare a questo punto ad una strategia coordinata di provocazione e disinformazione statunitense della quale si deve cominciare finalmente a parlare con chiarezza, per comprenderne finalità ed obiettivi. Non è infatti pensabile che la Cia abbia agito a questo livello né che un governo come quello elvetico abbia deciso un atto così pesantemente lesivo della propria sovranità nazionale, se la posta in gioco non fosse stata elevatissima.
Di questa posta in gioco si deve cominciare a parlare, dato che la partita in corso proprio sulla sua presunta capacità nucleare militare dell'Iran rischia di tradursi in un pericolo immediato di guerra.

Tratto da http://www.clarissa.it/

20 mag 2009

siete tutti invitati







Sabato 30 maggio 2009 ore 16.00

presso la libreria Archivi del '900 - Via Montevideo, 9 - Milano

viene presentato il volume

LA MIA FUGA VERSO L’ISLAM

di Deborah Callegari Hasanagic

é presente l’Autrice

La mia fuga verso l’Islam è il percorso di crescita personale seguito dall’Autrice, un cammino che l’ha condotta alla conversione: dalla religione cattolica a quella musulmana. Deborah, attraverso una selezione tra i tanti avvenimenti della propria esistenza, ha scelto uno stile di vita e in questo libro di stampo autobiografico cerca di evidenziarne le motivazioni. Lo stile corre spesso sul filo del parlato, tratteggia la personalità di Deborah e ne rispecchia l’essenzialità.

EDITRICE NUOVI AUTORI


Siete tutti invitati amici e non...




19 mag 2009

fomentare l'odio sopratutto se musulmano...

tratto da:

http://www.babelmed.net/Paesi/Italia/fomentare_lodio.php?c=4113&m=526&l=it





La dirompente ondata anti-islamica che si è abbattuta sull'Europa funziona sempre allo stesso modo. Stesse generalizzazioni, stesse stigmatizzazioni, stessa deumanizzazione, stessa schifosa ignoranza, stessa equazione semplificata: tutti gli arabi sono musulmani, tutti i musulmani sono islamici, tutti gli islamici sono terroristi: l'islam è una religione fondata sulla violenza il cui nocciolo sostanziale genera necessariamente violenza, la civiltà arabo-musulmana, impigliata nel suo oscurantismo, è immobile da più di un millennio. I musulmani, come gli ebrei precedentemente, minacciano di invadere la civiltà giudeo-cristiana la cui superiorità non è più oggetto di discussione. Perché e in che modo la storia, che non si ripete mai, ama comunque riproporre i suoi momenti più neri? Lungi dall'essere stati sradicati, il razzismo, l'anti-semitismo e oggi l'anti-islamismo presentano ricorrenze e analogie quantomeno inquietanti con l'ascesa del fascismo in Europa. Tuttavia, l'odio per l'Islam prende forme diverse nei vari paesi europei, in Francia, in Italia, in Germania o in Belgio... Merita allora domandarsi, relativamente a ciascuna di queste Nazioni, quale sia il terreno su cui attecchisce l'abietto, quali condizioni sociali, economiche, storiche, politiche, simboliche spieghino la sua attuale vitalità. Una piccola panoramica sull'Italia.

Scrivere l'odio
Manhattan 2001: Oriana Fallaci è chiusa nella sua solitudine quando assiste all'indicibile: un bombardamento a due passi da lei, torri che implodono e si piegano, corpi disgregati proiettati nel vuoto. Una bile rabbiosa la rapisce, e si traduce in inchiostro, inizialmente sotto forma di una lunga intervista destinata al «Corriere della Sera», che presto diventa un libro: La Rabbia e l'orgoglio.

Venduto in circa un milione di copie in Italia, tradotto e pubblicato in numerosi Paesi, questo libro riproduce, come sottolineerà Hacen Taleb, l'avvocato del Mrap, in occasione del processo in Francia contro il best-seller, «il modello di letteratura anti-semita dalla fine del XIX secolo agli anni '30».
Questo scritto distruttivo, spogliato da ogni analisi per comprendere la tragedia degli attentati dell'11 settembre, è ancora più spiazzante se si considera che Oriana Fallaci ha avuto il suo momento di gloria come grande reporter, intervistando i principali capi politici del secolo scorso: Deng Xiaoping, Indira Gandhi, Khomeiny, Golda Meir, Lech Walesa...
Ma al di là di questa infuocata polemica, il vero scandalo sta nel fatto che questa imprecazione razzista, questo grido di guerra lanciato contro tutti i musulmani, abbia potuto trovare un'eco mediatica di pari portata, in Italia e, di rimbalzo, nel resto d'Europa.
Il vero scandalo è che questo grido si sia potuto divulgare così agevolmente su uno dei più grandi quotidiani della penisola, spesso paragonato a «Le Monde» o al «New York Times», e che abbia infine trovato spazio nel dibattito politico italiano senza ostacoli. Nel 2004, Silvio Berlusconi ha chiesto a Oriana Fallaci di presentarsi alle elezioni comunali di Firenze; niente di cui stupirsi: non ha lui stesso, subito dopo gli attentati dell'11 settembre, dichiarato la superiorità della civiltà occidentale rispetto alle altre?
Diventato un testo di riferimento, La Rabbia e l'Orgoglio segna una svolta estremamente allarmante, un nuovo passo verso la radicalizzazione contro l'Islam, poiché autorizza a esprimere, in totale impunità, un'insofferenza per ciò che è musulmano, un razzismo anti-arabo, e più generalmente un'allergia violenta per la diversità dei più sprovveduti: gli immigrati. Il libro avrà dunque numerosi adepti.

effetto velo...

Esselamu aleykum cari fratelli e sorelle, oggi con mio immenso dolore ma con tanta consapevolezza vi racconto gli effeti che il velo hanno sulle persone non musulmane...


Qualche giorno fa mi sono recata in un ufficio per svolgere delle pratiche buracratiche legate al trasloco, ebbene entro in questa sala d' attesa, piena di persone, c'erano solo due sedie libere, quindi su una sedia mi sideo io, la sedia in cui mi sideo io è accanto ad una finestra mentre quella libera no...
Dopo due ore di attesa, la sala piena di gente, e nessuno che si fosse seduto su quella sedia libera, immaginate il perchè?
Beh, il fatto è che io ero seduta vicina alla sedia libera però indossavo il velo e di conseguenza quando la gente entrava nella sala veniva spedita a cercare un posto per sedere ma quando si accorgevano che vicino c' ero io, si vedeva l' espressione del volto cambiare improvvisamente.
A me sinceramente veniva anche un pò da ridere perchè fai due piani di scale a piedi entri sfinito senza fiato nella sala d' attesa e non ti siedi per riprendere fiato solo perchè lì vicino c'è una che porta il velo?

Un fatto questo che mi fa sorridere ma allo stesso tempo anche incavolare come una bestia!!!
Perchè ci si deve comportare così? Che paura c'è se una indossa il velo, non era mica il burqa altrimenti figuriamoci sarebbero diventati tutti campioni di corsa di velocità perchè sarebbero scappati tutti sia mai che magari una si gratta la testa e zac, scoppia una bomba da qualche parte!!!
Comunque cari fratelli e sorelle vi dico che anche se fa male vedere questi comportamenti perchè fa male e molto, siamo consapevoi delle reazioni dele persone, ma ricordiamoci anche che quando accadono questi episodi, l' unica cosa che per noi è da fare è torvare conforto e rifugio in Allah swt leggendo il Sublime Corano ed i suoi insegnamenti, ma attenzione il Corano letto con il cuore non con la ragione aprite il vostro cuore ad Allah swt quando leggete la Sua parola e Lui vi indicherà il modo migliore per comprendere il Suo volere.

Esselamu Aleykum a tutti

18 mag 2009

Dizionario Arabo/Italiano...

E imparare prima l'italiano?

Una commentatrice esagitata pone - da giorni - la stessa, identica, domanda riguardo la costruenda moschea di Torino: "In quale lingua sarà fatto il sermone?". Io ho risposto, molto candidamente, che se è proprio un'appassionata di sermoni islamici, si procuri un interprete o vada a seguire un corso di arabo (che volete? Ognuno porta acqua al suo mulino). Poi ho aggiunto "Da quando in qua anche quelli che si professano atei dicono la loro sul modo in cui devono pregare gli altri? E perché allora gli islamici non si mettono a sindacare sulla messa in latino e il matroneo delle sinagoghe?". Ebbene, la commentatrice in questione ha concluso che l'Imam "predicherà in arabo, come ci hai gentilmente informati". In realtà io non l'ho informata di un bel nulla, anche perché l'Imam in questione ha già chiarito che la predica è bilingue da anni. Bastava informarsi. La cosa interessante, però, è che la stessa commentatrice aggiunge "Forse perchè in Italia la maggior parte dei sacerdoti officia la messa in italiano e non in latino perchè altrimenti anche qui nessuno capirebbe una mazza del rito, e perchè è l'italiano e non il latino (o l'arabo) la lingua del paese in cui voi islamici vivete? E che sempre in Italia anche le sinagoghe il matroneo lo celebrano in italiano pure loro, oltre ad essere numericamente poche?". Al di là del fatto che quanto la lettrice afferma configura «una crisi di obbedienza verso il Santo Padre», per usare le parole del segretario della Congregazione per il Culto, voglio sommessamente far notare che "matroneo" non è un culto ebreo da celebrare in italiano. Dicasi "Matroneo" di "un balcone o loggiato posto all'interno di un edificio e originariamente destinato ad accogliere le donne (derivante appunto da "matrona"). Oggi, i matronei non sono usati: si continua però a fare sedere le donne da una parte e gli uomini dall'altra. Ma è interessante rendersi conto che l'appassionata di culti esteri che si straccia le vesti affinché l'Imam faccia il suo sermone in italiano, non conosce niente di ebraismo, architettura e tanto meno di italiano. Consiglio di cominciare subito con l'italiano. Altrimenti c'è il rischio che, all'inaugurazione della moschea, le risulti incomprensibile anche il discorso delle autorità del paese in cui vive.

fonte:
http://salamelik.blogspot.com

17 mag 2009

islamic women's fashion

Masoomah Jilbab Collection

Islamic Clothing - Islamic Fashion

A Kuala Lampur si è aperto l’Islamic Faschino Festival dove ben cinquanta stilisti di paesi musulmani hanno presentato le loro creazioni. Fedeli alle norme del Corano le donne islamiche indossano vestiti che coprono tutto il corpo; il capo base del loro guardaroba è l’Abaya. Gli Abaya un tempo rigorosamente neri, sono abiti lunghi fino ai piedi, in lana o in altri preziosi tessuti e possono avere ricami ai bordi o nella parte anteriore. Molte donne occidentali sono attratte da questi meravigliosi tessuti e da questi abiti che, un tempo avevano il solo scopo di nascondere la figura femminile e che, oggi, sono disegnati in vari colori e coprono il corpo fasciandolo maliziosamente. Ogni straniera in visita nei paesi orientali compra un Abaya soprattutto se disegnato sul proprio corpo. Ameera Aamer ha creato una collezione di abiti dai materiali preziosi e molto colorati presentati in una passerella in cui le modelle indossavano anche delle maschere particolarissime per coprire il volto. Ameera è una delle stiliste asiatiche più originali ed afferma di aver creato più di 15 Abaya personalizzati per donne occidentali. La moda dei vestiti islamici si sta diffondendo tra tutte le maggiori stiliste asiatiche: Roxana Mariam e Melinda Looj inseriscono nelle loro collezioni molti motivi di ispirazione islamica.

16 mag 2009

Velo \ Hidjab

Šta je hidžab? Zašto muslimanke moraju nositi hidžab?Ovo pitanje jednako postavljaju kako nemuslimani, tako i muslimani. Za mnoge žene, to je najbolji test za muslimanku.Odgovor na pitanje je vrlo jednostavan – muslimanke nose hidžab (pokrivanje kose i tijela) jer im je Allah tako rekao.O Vjerovjesniče, reci ženama svojim, i kćerima svojim, i ženama vjernika neka spuste haljine svoje niza se. Tako će se najlakše prepoznati pa neće napastovane biti. A Allah prašta i samilostan je.(Kur'an 33:59)Drugi sekundarni razlozi uključuju potrebu za čestitošću kod muškaraca i žena. Samo tako mogu i jedni i drugi biti vrijednovani na osnovu svoje inteligencije i sposobnosti, a ne izgleda i seksualnosti. Jedna Iranka srednjoškolka je rekla: Mi želimo spriječiti muškarce da nas gledaju kao seksualne predmete, kao što su uvijek činili. Želimo da oni ne primjećuju naš izgled, nego da obraćaju pažnju na našu ličnost i um. Želimo da nas uzimaju ozbiljno i da nas tretiraju kao sebi jednake, a ne da ih privlačimo zbog našeg tijela ili fizičkog izgleda.Žena muslimanka koja nosi hidžab zapravo daje predstavu o svom identitetu. Svako ko je vidi, znat će da je ona muslimanka i da ima dobar i moralan karakter. Mnoge muslimanke koje su pokrivene su pune digniteta i samopovjerenja; osjećaju zadovoljstvo kada se prepoznaju kao muslimanke. Kao čestita i čista žena, ona ne želi da njena seksualnost bude dio njene interakcije sa muškarcima ni u najmanjoj mjeri. Žena koja nosi hidžab skriva svoju seksualnost, ali dozvoljava da njena ženstvenost dolazi do izražaja.Pitanje hidžaba za muslimanke je stoljećima bilo kontraverzno pitanje i vjerovatno da će tako nastaviti i u budućnosti. Neki učenjaci ne smatraju da je potrebno diskutovati o ovom pitanju i smatraju da je potrebno i pokrivanje lica, dok većina zastupa mišljenje da to nije obavezno. Srednje rješenje zastupaju oni koji kažu da uputstva nisu toliko precizna, te da su otvorena za individualnu ocjenu u zavisnosti od situacije. Poslanikove supruge su bile obavezne pokrivati lica da muškarci ne bi o njima razmišljali na seksualan način, pošto su one bile “majke pravovjernih”, ali ova obaveza se ne odnosi na ostale žene muslimanke.Riječ “hidžab” dolazi od arapske riječi “hadžeba”, što znači: sakriti od pogleda. (spriječiti, kuran_emskiograditi, zaštiti) U današnje vrijeme, hidžab je čestit način pokrivanja žene muslimanke. Sada je pitanje do koje mjere je obavezno pokrivanje?

15 mag 2009

i trentini e le moschee

Moschea, più della metà dei trentini è a favoreLuca MarognoliIl 40 per cento dice sì anche all’uso del velo a scuola.
Oggi il Tar discute il ricorso di BortTRENTO.
Più della metà dei trentini sono favorevoli alla costruzione di nuovi luoghi di culto, moschea compresa, mentre 4 cittadini su 10 permetterebbero l’uso del velo a scuola da parte delle studentessa musulmane.
E’ il risultato del rapporto dal titolo “Immigrati e religione nel Nord Est”, realizzato da Demos & Pi analizzando un campione di 1021 persone dai 15 anni in su, residenti in Veneto, Friuli e Trentino.
Il dato sulla moschea riflette quello complessivo con un 52,2% di favorevoli contro il 52,6% del Nord Est, quello sul velo vede invece i trentini distinguersi, con il 40,3% rispetto al 32,6% dell’area.
Come si spiega questa differenza? «E’ difficile da dire. Molto ha a che fare con le tradizioni politiche ma anche religiose», spiega Natascia Porcellato, curatrice del rapporto.
«La tradizione religiosa del Trentino - mi riferisco alla storia e non ad analisi recenti - è forte e questo permette anche di aprirsi di più agli altri, nel senso che identità chiare ma non chiuse riescono a mettersi in relazione con altre tradizioni in modo positivo. In campo politico, non dimentichiamo la lunga tradizione democristiana e l’attuale orientamento di centrosinistra: Trento è stato anche il laboratorio dove è nata la Margherita e questa apertura traspare dai dati». La studiosa invita ad analizzarli usando le necessarie cautele:
«Il velo comunque presenta un orientamento minoritario, la moschea maggioritario ma non plebiscitario: i trentini sono divisi in due».
Oggi intanto sarà discusso, davanti al Tar, il ricorso contro la moschea presentato da Gianni Bort, titolare dell’Hotel Capitol di Gardolo.
In settembre il tribunale amministrativo aveva accolto la richiesta di sospendere il cantiere affermando che «il carico urbanistico su viabilità e parcheggi sarebbe esorbitante».

11 mag 2009

Il Vangelo secondo Magdi Allam

Il Vangelo secondo Magdi

Come già anticipato ieri, è uscita l'ennesima autobiografia di Magdi "Cristiano" Allam, fresco di candidatura come capolista UDC per le Europee nella circoscrizione Nord Ovest (candidatura enormemente ridimensionata nelle ultime ore con l'aggiunta, nella stessa circoscrizione, di un altro capolista, ben più blasonato: Emanuele Filiberto di Savoia). Ho letto la (ehm) "nuova" autobiografia in 27 minuti. Cronometrati. Direttamente nel bookstore della Mondadori, comodamente seduto su una poltroncina imbottita e senza spendere un centesimo, che all'autore - che sembra pure vantarsene - già bastano e avanzano gli aerei di stato, i furgoni apri-pista e i blindati con tanto di guardie del corpo pagati dalla collettività. Come si fa a leggere un libro di 200 pagine in meno di mezz'ora è presto detto: mi ha sostenuto lo Spirito Santo. Ininterrotamente per tutti i 27 minuti. D'altronde, l'ultimo libro di Magdi - intitolato "Europa Cristiana Libera" - è stato scritto (lo dichiara l'autore nelle pagine dei ringraziamenti) grazie ad un intervento speciale dello Spirito Santo, con il quale Magdi interloquisce direttamente: "Desidero innanzittutto ringraziare lo Spirito Santo che mi ha assistito ininterrotamente per una settimana donandomi l'intuito creativo, la lucidità mentale e la forza fisica per proseguire pressochè ininterrotamente, con brevi pause di 3-4 ore, fino al completamento di questa mia nuova opera autobiografica. Europa Cristiana Libera nasce sotto il segno dello Spirito Santo".Manco si trattasse del Quinto Vangelo. Il Vangelo secondo Magdi. Se c'è voluta nientepopodimeno che una settimana per scrivere un libro che si legge in 27 minuti, allora autori di bestseller lo possono diventare tutti. Ma proprio tutti. E pensare che Dio ha creato il mondo in sette giorni e con un giorno intero di pausa, pure. Scherzi a parte, quante novità volete che siano capitate in meno di un anno dall'ultima autobiografia? Non so voi ma io credo fermamente che i direttori editoriali dovrebbero fissare un tetto massimo alle autobiografie concesse agli scrittori viventi: insomma, potrebbero scriverne una quando sono ancora nella culla (sempre sperando che siano in grado di parlare e scrivere con il sostegno dello Spirito Santo), una quando sono di mezz'età e un'altra quando sono vicini alla conclusione della loro carriera terrena o, se sostenuti da forze ultra-terrene, direttamente dall'Aldilà. Magdi invece, in questi ultimi anni, ha sempre e solo sfornato autobiografie e - con tutta onestà - non credo ci sia nulla di diverso rispetto a quelle precedenti, anche perché - purtroppo - non mi sembra che lo Spirito Santo sia riuscito a cambiare il corso degli eventi con una veloce incursione nel passato. Il risultato è che per buona metà del libro, ci si deve sorbire la ripetizione del repertorio della nascita al Cairo, gli studi presso i Salesiani, la dittatura di Nasser, la carriera giornalistica in Italia. Quindi una buona metà del libro può essere sfogliata in 5 minuti: il tempo di girare le pagine, controllando che non ci sia qualche novità e qui mi riferisco al fatto che Magdi asserisce di aver lasciato Il Corriere consensualmente e con la benedizione di Paolo Mieli, dopo un periodo di pausa dovuto al fatto che un suo articolo era stato "censurato" in parte.Dopodichè si possono impiegare altri 15 minuti per girare le pagine dell'altra metà: ogni tre righe Magdi ci ripropone - integralmente - un suo editoriale pubblicato sul Corriere o un articolone pubblicato sulle pagine del suo sito personale. Roba che potete leggere gratuitamente, appunto, sul sito del Corriere o su quello dell'autore. Tra un editoriale e l'altro, invece, ci sono interminabili elenchi di nomi. Perché Magdi ha il vizio di raccontare la sua vita mondana elencando con estrema precisione nomi e cognomi di tutti gli invitati, soffermandosi su quelli a cui ha stretto la mano, quelli che ha abbracciato e quelli che ha salutato da lontano. Vi lascio immaginare l'elenco che compare dove relaziona della sua partecipazione ad un evento organizzato a sostegno di Israele con circa 2000 invitati. Non li ha menzionati tutti, ma c'è mancato poco. Ad un certo punto, addirittura, ci sono un bel po' di pagine con nomi e cognomi (e relative professioni) di tutti quelli che hanno sostenuto Magdi nell'avventura (mai termine fu più azzeccato) della fondazione del partitino denominato "Protagonisti per l'Europa Cristiana, di cui è presidente lo stesso Magdi. Ad un certo punto credevo di avere in mano le Pagine Bianche.Gli ultimi sette minuti li ho impiegati cosi: un minuto per ripercorrere l'incredibile racconto, già apparso su Panorama e il Corriere, dell'intervista che Magdi fece a Oriana Fallaci. Un'intervista che gli amanti del genere non potranno mai leggere perché l'autore riferisce che ad un certo punto l'Oriana furiosa aveva da ridire sulle virgole e la punteggiatura e gli ha chiesto di distruggere tutto: nastri, appunti, file sul computer. Insomma: un capitolo che potrebbe essere intitolato "L'intervista che non c'è". L'unica novità che ho scoperto è che Magdi "accarezzava e baciava sulla guancia" la bella Oriana. E va bene. Infine, negli ultimi sei minuti, la rivelazione, lo scoop: ancora una volta, la lungimiranza di un politico ci ha risparmiato le nefaste conseguenze di un Magdi piazzato a controllare i destini degli immigrati. In effetti, sembra che il Ministro Maroni abbia ad un certo punto abbandonato l'idea di affidare a "Cristiano" la presidenza di una commissione su "Sicurezza e integrazione" in cui il nostro avrebbe usato come cavie gli immigrati di, se non ricordo male, Brescia. Ora staremo a vedere se riuscirà ad arrivare in Europa, contribuendo a coprire l'Italia di ridicolo con la schiera di ballerine e danzatrici del ventre che vengono candidate a iosa. Val la pena ricordare che il partitino di Magdi, dalla sua fondazione nel 2008, è riuscito a raggiungere la strabiliante quota di 600 iscritti (come riferisce il sito). Inutile dire che presto si è reso conto non solo che non è in grado di superare lo sbarramento, ma persino di raccogliere le firme per presentarsi. Risultato: l' ex-immigrato egiziano che per anni ha terrorizzato le casalinghe sul pericolo islamico con la minima espressione facciale possibile, si dovrà contendere il posto di Europarlamentare nella circoscrizione Nord-Ovest con Emanuele Filiberto di Savoia, principino biondo e dal sorriso smagliante, vincitore di "Ballando con le stelle", che sulle pagine de Il Giornale rassicura sulle sue capacità: «Parlo cinque lingue, conosco la metà dei capi di Stato europei e dell’altra metà sono parente». Si accettanno scommesse.


http://salamelik.blogspot.com/2009/04/valori-e-regole-il-vangelo-secondo.html

8 mag 2009

Knjiga na Bosanski

Esselamu aleikum braco i sestre u Islamu. Evo upravo sam obavijestena od direktora izdavacke kuce ILUM Fahrudina Sijamhodzica da ce moja knjiga biti gotova otprilike 15 maja Insallah a poslije ide na stampanje. Trenutacno se nalazi na lektiri. Ali i obavijestio me je da ce mi prikazati kako ce izgledati moja knjiga na bosanskom izdanju. Jos jednom se zahvaljujem na ukazanoj podrsci svima onima koji zele dobro Islamu i Muslimanima.

MAKSUZ SELAM SA TRUHLOG ZAPADA.

3 mag 2009

VELO

DA LI RAZMISLJAS O POKRIVANJU SESTRO MUSLIMANKO.--------------------Oggetto: SELAM SESTRO DOBRO RZMISLI O HIDZABU....znaj sestro da je hidzab farz..Pa zar se ne bojite Allaha dzDraga sestro, ti koja imaš nedoumica, misli na iznenadnu smrt, tad nećeš imati mnogo vremena za razmišljanje, ne žali što pokrivaš svoju ljepotu, pokrivaš je u ime ALLAHA dž.š.Zar ti je dunjaluk draži od Dženneta i Allaha?Kad u ovoj svojoj divnoj Bosni možeš biti pokrivena, slobodno, i obrazovati se..Žalosno je i to što u Turskoj žele opet da zabrane mahramu, a zar to nije zemlja koja je nama čist biser Islam donijela?Stavi se sestro na mjesto djevojaka u Turskoj, koje svakog časa strahuju za svoju mahramu..Nemoj suviše odugovlačiti, budi hrabra i nemoj da te brine šta će drugi reći.Nemoj da ti bude žao što ostavljaš sve što je Allahu mrsko a to je današnja nošnja nepokrivenih djevojaka..MI NISMO POTLAČENE!Mi smo ustvari jedine slobodne..Jer mi nismo robovi mode, trendova, kozmetike..Mi samo Uzvišenom robujemo..

2 mag 2009

hadis del profeta s.a.v.s.

Jedan HADIS...

"" Covjek ce stati ispred Allaha swt na Sudnjem danu, pa ce pogledati sa svoje desne i lijeve strane i ugledace mnostvo dobrih dijela, koja ce biti velika kao brda, pa ce covjek reci: "Ovo nije moje , ja ovo nisam uradio" - pa ce mu biti receno : "Jeste, ta djela pripadaju tebi, jer si iza sebe ostavio hairli vaspitano dijete, koje je radilo dobra djela i upucivalo dove za tebe, pa sad i ti imas udjela u tome ." (Hadis biljezi Taberani)"



Hadis ... "" L'uomo che si troverà di fronte ad Allah SWT nel giorno della sentenza, guarderà a destra e a sinistra, e vedrà molte buone opere, che saranno grandi come le montagne, e l'uomo dirà: "Questo non è di me, io non ho fatto questo" -- e gli sarà detto: "Sì, le opere appartengono a te, perché hai lasciato alle spalle il bambino\a, che ha lavorato bene, e di cui inviava dawa per te, e ora devi condividere". (Hadis marcatori Taberani)

1 mag 2009

Chiese nei paesi musulmani

Chi ha detto che non ci sono le chiese nei paesi a prevalenza musulmana?? E' vero , in Arabia non ci sono le chiese e non si possono costruire. Quante moschee avete visto nel Vaticano? Quando ci sarà la Moschea nel Vaticano io chiederò immediatamente Arabia Saudita di costruire la Chiesa SUL SUO SUOLO. VA BENE O NO?