31 dic 2010

MUSULMANI DI BOSNIA NON VOGLIONO “IL NONNO GELO” (BABBO NATALE)

Messaggio del presidente della comunità islamica in Bosnia Mustafa Ceric invita i musulmani a ignorare il simbolo del capodanno

 

La notizia è in lingua serba ed è stata presa da qui e voglio ricordare che già due anni fa “il nonno gelo” è stato scacciato dagli asili a Sarajevo da parte di Arzija Mahmutovic famosissima “ayatollah in gonna”. Ma non solo i Musulmani che non credono in” nonno gelo” ma anche una parlamentare serba a nome NADA KOLUNDŽIJA.

BUONA  LETTURA

26 dic 2010

RICORDO DI DUE ANNI FA, GAZA ATTACCATA DAI NAZISTI D’ISRAELE

image

image

image

Le immagini sono state prese da www.saff.ba

23 dic 2010

ISRAELE CHE UCCIDE CON I SOLDI DEI CONTRIBUENTI AMERICANI. SVEGLIATEVI!!!!

APARTHEID AND OCCUPAZIONE
Sotto occupazione militare israeliana, milioni di palestinesi vivono in condizioni che si avvicinano al sistema dell'apartheid che esisteva in Sud Africa:
• Nessun diritto di libera espressione, di riunione o di movimento
• arresto e la detenzione senza accusa né processo
• La tortura
• Case di perquisizioni senza mandato
• Assassinio, omicidio extragiudiziale
• Nessun diritto di voto per il governo israeliano (anche se non controlla la loro vita)
Israele controlla tutti i confini palestinesi, tutte le importazioni e le esportazioni, e tutto il movimento tra città e città.
Striscia di Gaza, ancora circondata, assediata e controllato da Israele, è stata isolata ed effettivamente trasformato nella più grande prigione a cielo aperto del mondo.

Per saperne di più leggete  qui ed  anche  qui

Qui  sotto  c’è anche il video per chi capisce  inglese

19 dic 2010

GLI IMAM FAI DA TE, E FINO A QUANDO ?

"IMAM FAI DA TE"

Firenze, 9 dic. - (Adnkronos) - Sta facendo discutere la notizia dell'Imam di Reggello (Firenze) che vieta alla figlia di 11 anni di partecipare alle lezioni di musica perche' ''e' da infedeli''. La Lega Nord Toscana ha segnalato la vicenda al ministro dell'Interno, Roberto Maroni. Secondo quanto emerso, per evitare che sua figlia undicenne, studentessa di prima media in un istituto della provincia di Firenze, seguisse il corso le ha fatto saltare la scuola ogni volta che c'era lezione di musica.

FONTE:
Islam: Firenze, Lega segnala a Maroni caso Imam Reggello - - Libero-News.it:
E questo è il risultato degli "IMAM FAI DA TE"....
Ecco cosa succede quadno qualcuno si autoproclama imam senza avere le conoscenze e gli studi adatti a dirigere una comunità, o un centro islamico o una moschea. Io non sono contro l'islam, in generale, ma contro a quello che viene indicato in Italia,e chi mi segue e legge da mesi ormai lo sa, ma sono totalmente contraria a chi ha la presunzione di conoscere l' Islam, e poi se ne salta fuori con storie del genere. Ma dico possibile che non si rendano conto che così facendo la nostra religione ci rimette e basta? Ed alla fine pure i nostri figli, che con questi esempi di sicuro non cresceranno amando l'islam.

L’articolo  preso dal nuovo  blog di  mia  moglie  http://debcallhasanagic.blogspot.com/

15 dic 2010

RECENTE DELITO D’ONORE IN TURKIA, LUI MUSULMANO E LEI CRISTIANA.

Un recente MATRIMONIO, coppia inter-religiosa sarebbe stata uccisa nel centro di Istanbul, il Sabato dal fratello della moglie, le agenzie di stampa riportatano.

La donna, una armeno turca, e l'uomo, un turco musulmano, aveva riferito, si sono sposati senza il permesso della famiglia della sposa.

Gonay Ö., Assassinato il fratello di 26-year-old Sonay Vural, è stato inviato al tribunale Lunedi con  l'accusa di aver ucciso la coppia di sposini.

Per la famiglia di lei era disonore avere il genero musulmano ma Sonay ha deciso lo stesso di sposarsi. Il fratello di Sonay decide così di portarli 10 giorni dopo che lei si era sposata di nascosto, alla cena e così dopo la cena li ha massacrati fino alla morte. Questi deliti d’onore in Turchia succedono in ogni fascia, in ogni ceto sociale e non riguardano solo una religione, cioè quella Islamica, ma anche quella CRISTIANA.

Preso da http://www.islambosna.ba/index.php/vijesti/vijesti-svijet/19888-istanbul-jo-jedno-ubistvo-iz-qastiq

       http://www.stophonourkillings.com/?q=taxonomy/term/73

12 dic 2010

ATTENTATO ANTI-ISLAM POCCHI GIORNI FA, E CHI PARLA DI QUESTO?

Pocchi giorni fa la città di Berlino ha  festeggiato  il suo sesto attentato antislamico dell’anno, questa volta una molotov contro il centro islamico della comunità iraniana a Tempelhof.

CHE FANNO I MASS MEDIA?  ANCHE  QUESTO ATTENTATO FA PARTE DELLA VIOLENZA CHE “INSITA NELL CREDO ISLAMICO” secondo Magdi Allam?

11 dic 2010

RAZISMO SIONISTA VERSO GLI ASINI GOYIMI, CIOE’, NON EBREI

Molti rabbini conservatori in Israele hanno chiesto un divieto sulle transazioni immobiliari tra ebrei e arabi israeliani. Politiker kritisierten das Urteil und bezeichneten es als "rassistisch". I politici criticato la sentenza e lo ha chiamato "un razzista".

Das religiöse Urteil untersagt die Vermietung und den Verkauf von jüdischen Immobilien an israelische Araber und verweist auf die jüdische Gesetzgebung (Halachah). La sentenza religiosa che vieta il noleggio e la vendita di case degli ebrei per gli arabi israeliani e si riferisce alla legge ebraica (Halakha). Die Rabbiner befürchten demnach, der Wert von Häuser und der gesamten Nachbarschaft könne nach einer Vermietung an Araber gemindert werden. I rabbini temeva, quindi, il valore delle case e l'intero quartiere potrebbe essere ridotto a un contratto di locazione per gli arabi. Zudem berge eine Vermietung oder der Verkauf die Gefahr von interreligiösen Ehen. Inoltre le montagne un affitto o vendita, il rischio di matrimoni inter-religiosi. Unterzeichnet haben das Urteil mehr als 40 jüdische Geistliche, die vom israelischen Staat angestellt sind. Hanno firmato il verdetto più di 40 ebrei religiosi che sono impiegati dello Stato israeliano. Unter ihnen prominente Gemeindeleiter wie der spirituelle Führer der Schass-Partei, Ovadja Josef, und der Oberrabbiner von Safed, Schmuel Elijahu. Compresi i leader della comunità di spicco come il leader spirituale del partito Schasse, Ovadja Giuseppe, e il rabbino capo di Safed, Shmuel Eliyahu. Beide hatten in der Vergangenheit wiederholt Schlagzeilen mit rassistischen Äußerungen gemacht. Entrambi avevano più volte in passato fatto i titoli dei giornali con dichiarazioni razziste.

Aufruf zur Denunziation Invito a presentare denuncia

Josef Ovadia a Gerusalemme (Foto: Reuters) Bildunterschrift: Großansicht des Bildes mit der Bildunterschrift: Didascalia: primo piano della foto con la didascalia: Spiritueller Führer der Schass-Partei und Unterzeichner des Verbots: Ovadia Josef leader spirituale del partito Schasse e firmatari del divieto: Ovadia Josef

Die Petition folgt einem Aufruf, den eine Gruppe von 18 prominenten Rabbinern vor einigen Monaten gestartet hatte. La petizione segue un appello che è stato lanciato da un gruppo di 18 rabbini eminenti pochi mesi fa. "Bekanntermaßen gibt es Menschen mit extremistischen Ansichten, die fordern, alle Araber aus dem Staat Israel zu vertreiben", erklärte dazu einer der Unterzeichner, Rabbi Shlomo Aviner, in einem Rundfunkinterview. "Ci è noto che le persone con posizioni estremiste, la richiesta di espellere tutti gli arabi da parte dello Stato di Israele", ha spiegato uno dei firmatari, il rabbino Shlomo Aviner, in un'intervista radiofonica. Er werde dieser Sicht nicht zustimmen, so der Geistliche aus der jüdischen Siedlung "Beit El" nahe Ramallah weiter. Egli non sarebbe d'accordo con questa visione, il clero da l'insediamento ebraico di Beit El "nei pressi di Ramallah. "Wir sollten aber auch nicht in das andere Extrem verfallen und den Arabern helfen, hier Wurzeln zu schlagen." "Ma non dobbiamo cadere in estremo e aiutare gli arabi a colpire le radici qui". Nach Angaben der linksliberalen Zeitung "Haaretz" werden Juden in dem jüngsten Schreiben zum Immobilienverbot auch dazu angehalten, ihre Nachbarn zu denunzieren, sollten sie sich nicht an das Urteil halten. Secondo il quotidiano Haaretz liberale di sinistra, gli ebrei nella lettera più recente al divieto immobiliare ha inoltre esortato a denunciare i loro vicini, non devono rispettare il verdetto.

Medienberichten zufolge verurteilte die israelische Regierung am Mittwoch (08.12.2010) umgehend den Vorstoß der Rabbiner. Riferito, ha condannato il governo israeliano il Mercoledì (2010/08/12) immediatamente per l'anticipo del rabbino. Ministerpräsident Benjamin Netanjahu erklärte, der Staat Israel weise solche Äußerungen entschieden zurück. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato che lo Stato di Israele, tali osservazioni indietro deciso. Solche Dinge dürften in einem demokratischen Staat nicht gesagt werden, fügte er hinzu. Queste cose non si deve dire in uno stato democratico, ha aggiunto. Auch Staatspräsident Schimon Peres lehnte das Verbot ab und erklärte, das Schreiben führe zu einer moralischen und grundlegenden Krise Israels als jüdischer und demokratischer Staat. Anche il presidente Shimon Peres ha respinto il divieto e ha detto che la lettera avrebbe portato a una crisi morale e fondamentale di Israele come stato ebraico e democratico.

Intensivkurs in jüdischer Geschichte Corso intensivo di storia ebraica

Noch einen Schritt weiter geht der stellvertretende Knesset-Vorsitzende Ahmed Tibi in seiner Beurteilung des Immobilien-Verbots. Un passo ulteriore è il vice presidente della Knesset Ahmed Tibi nella sua valutazione degli immobili-ban. Er bezeichnete das Schreiben als "Massenverbrechen einer Gruppe von rassistischen Rabbinern, denen man einen Intensivkurs in jüdischer Geschichte erteilen sollte." Egli ha descritto la lettera come "crimini di massa di un gruppo razzista dei rabbini, che dovrebbero dare un corso accelerato di storia ebraica." Bereits am Dienstag hatte ein Abgeordneter der linksgerichteten Meretz-Partei eine polizeiliche Untersuchung und die Entlassung der betroffenen Rabbiner gefordert. Già il Martedì, un membro del partito di sinistra Meretz aveva chiesto una indagine di polizia e il licenziamento del rabbino colpite. Doch nicht nur Politiker, auch andere einflussreiche Geistliche äußerten Kritik. Ma non solo i politici, gli altri religiosi influenti espresso critiche. So wird der ultra-orthodoxe Geistliche Aaron Lei Steinman in der Tageszeitung Haaretz zitiert: "Was wäre, wenn es in Berlin einen ähnlichen Aufruf gegen die Vermietung an Juden gäbe?" Così il clero ultra-ortodosso Aaron Steinman Lei sul quotidiano Haaretz è citato: "E se fosse a Berlino un appello simile al noleggio per gli ebrei?"

Autorin: Stephanie Gebert (dpa, kna) Autore: Stephanie Gebert (dpa, KNA)

Redaktion: Ina Rottscheidt Editore: Rottscheid Ina                                                                                                                                  Fonte http://www.dw-world.de/dw/article/0,,6312117,00.html

E leggete anche su Norman Gary Finkelstein    « Hezbollah rappresenta la speranza. Combattono per difendere la propria terra e l'indipendenza della propria nazione; difendono se stessi dai predatori, dai vandali, dagli assassini stranieri   http://antonyloewenstein.com/2008/01/08/going-with-hezbollah/

7 dic 2010

Pedofili, bufale, mestatori e cani matrimoniali

Tra i commenti, una signora scrive chiedendo chiarimenti a proposito di una foto che pare circoli furiosamente in rete.

Cerchiamo di ricostruirne la storia.

Un certo Paul L. Williams cura un sito chiamato Thelastcrusade.org, che porta come motto  “nolite bastardes carborundorum”, che è appunto quello che resta del latino dopo l’ultima crociata.

Paul L. Williams si vanta di aver scritto editoriali per il Wall Street Journal  e di collaborare con la Horowitz Foundation, l’Intelligence Summit e America’s Truth Forum [1]. Paul L. Williams è un crociato imparziale: oltre a prendersela con i musulmani, fa la guerra anche ai cattolicissimi messicani.

Paul L. Williams afferma chenon deporremo la spada finché non sarà stato sconfitto l’ultimo jihadista e l’ultimo crislamista” [Chrislamist] e promette di “non prendere prigionieri“.

Paul L. Williams ci fa vedere sul suo sito una foto con una fila di giovani uomini, età apparente dai venti ai trent’anni, che tengono ciascuno per mano una bambina, si direbbe tra i tre e gli otto anni.

wedding-hamasPaul L. Williams afferma che si tratta di un “matrimonio di massa” tra maschi adulti e bambine, con vari commenti sulla presunta pedofilia dei musulmani.

L’articolo è stato ripreso da David Horowitz – che collabora regolarmente con Fox e CNN – su Front Page Magazine ed è entrato nelle vene dello spam planetario, riproducendosi con clic dopo clic di madri sconvolte, che sui forum a maggioranza femminile invitano al bombardamento o alla castrazione dei giovani che si vedono nella foto. Non sono sciocchezze: cose come queste costituiscono le fondamenta stesse dell’islamofobia di massa in tutto l’Occidente.

In questo caso, una foto autentica viene usata per diffondere una bufala clamorosa: le bambine sono le damigelle, non le spose.

Almeno dal 2005, l’età legale minima legale per il matrimonio in Palestina, compresa Gaza, sono 18 anni, 16 anni con il permesso speciale di un tribunale (esattamente come in Italia). E qui abbiamo a che fare con una cerimonia pubblica, cui Hamas ha invitato i giornalisti di Sky: anzi, la scena è un frame di un video girato da Tim Marshall, giornalista inglese tutt’altro che tenero verso gli islamisti.

La cerimonia era un matrimonio di massa per ben 450 coppie (di adulti e consenzienti) e circa 5000 ospiti, ed è un esempio significativo del motivo per cui non ci capiamo tante volte, tra Oriente e Occidente.

Hamas è un movimento localista quanto i No-Tav della Val di Susa: si interessa poco del resto del mondo, ma sa molto bene il fatto suo. E quindi può fare delle mosse che localmente sono assai abili, ma debitamente ricostruite dal mercato mediatico planetario, possono avere effetti pessimi per il pubblico occidentale.

Innanzitutto, Hamas ha voluto mandare un messaggio positivo e vitale: per quanto ci possiate continuare a opprimere, noi continueremo a far festa, tutti insieme.

In secondo luogo, il governo di Gaza – che ha anche regalato 500 dollari a ciascuna coppia di sposi – si afferma come partecipante nella cerimonia più importante della vita di tante famiglie.

Terzo, il governo permette alle famiglie partecipanti di risparmiare somme notevoli: sappiamo tutti cosa significa in termini economici un matrimonio a sud di Latina o a est di Trieste.

E quindi, musica assordante. Sfilano i bambini delle famiglie, poi i futuri sposi che tengono per mano le damigelle, cioè le proprie sorelline e cuginette, felicissime di essere coinvolte nella cerimonia e portate sul palco, anche se pare che a un certo punto si siano annoiate e messe a giocare in mezzo al pubblico.

Lascio a voi immaginare la fantastica rete di contrabbandieri che ha introdotto  nella Striscia di Gaza  la necessaria fornitura di scarpette cinesi di plastica a tacchi alti misura 31, schivando poliziotti egiziani, cecchini israeliani e contractor statunitensi.

L‘Islam metropolitano – e Gaza è certamente una delle metropoli più metropolitane del pianeta – è così: da una parte abiti da cerimonia, per sposi, spose e damigelle, che sembrano usciti da un catalogo americano degli anni Cinquanta.

Dall’altra, l’idea che una sfilata congiunta degli sposi e delle spose sarebbe stata cosa poco consona. Così, le future spose se ne stavano a chiacchierare e bere il tè da un’altra parte: immaginiamo tra molto profumo, hennè, tensioni e pettegolezzi un po’ maliziosi.

Quando gli islamofobi in agguato hanno cominciato a estrapolare le immagini dal loro contesto, il povero Tim Marshall ha fatto del suo meglio per ristabilire la verità. Non mi risulta che nessun islamofobo abbia proprio chiesto scusa, ma alcuni hanno corretto il proprio errore.

Per la maggior parte, si sono limitati però a dire che Tim Marshall doveva essere al servizio di Hamas, altrimenti a quest’ora lo avrebbero già ucciso. L’islamofobia – come tante altre fobie – si costruisce anche così: Tim Marshall è assolutamente affidabile quando fa un video da cui si estrapola un’immagine, diventa un inaffidabile agente dei terroristi quando spiega che gli islamofobi stanno abusando di quell’immagine.

Intanto, mi sono messo cercare qualche foto in rete. Gli Stati Uniti ci forniscono tante pagine dedicate ai cani-damigella e cani-paggetto, con relativi consigli tecnici. E ci sembra un ottimo metodo per non venire sospettati di pedofilia.

damigella-cane

Paggetto e damigella

Ma qualcuno, negli Stati Uniti come a Gaza, pare che ricorra ancora alle flower girl e ai ring bearer umani. Secondo voi, ci possiamo fidare di quei degenerati di euroamericani?

groom and flower girl kendra

Flower girl e Groom

home_groom_and_girls

La pedopoligamia si diffonde anche tra di noi?

Nota:

[1] L’Intelligence Summit afferma di avere tra i suoi consulenti “due ex-capi della CIA, il capo della British Joint Intelligence, importanti dirigenti del Mossadi dei servizi di intelligence dell’esercito e dell’aeronautica degli Stati Uniti ed esperti accademici”. L’Intelligence Summit ha come principale finanziatore l‘oligarca russo-israeliano, Michael Cherney; e il direttore dell’Intelligence Summit, John Loftus (presidente, non ebreo, del Museo dell’Olocausto della Florida, di cui abbiamo parlato qui), ripaga il debito con un‘accesa difesa del controverso mecenate.

500px-Michael_cherney_wanted_by_interpol

Michael Cherney in una foto segnaletica dell'Interpol

Nel 2007, con i soldi di Cherney, la Intelligence Summit organizzò la Secular Islam Summit a St. Petersburg in Florida. Ora, il mondo è piccolo: al convegno c’era anche Magdi Allam, e fu allora che si lanciò il manifesto dei “musulmani laici” dell’Institution for the Secularization of Islamic Society di cui abbiamo già parlato qui.

America’s Truth Forum è un’organizzazione diretta dal banchiere Jeffrey Epstein. I relatori ai convegni includono Frank Gaffney e Caroline Glick, due persone di cui abbiamo già parlato qui.

Preso da  Miguel Martinez

29 nov 2010

Secondo Olocausto

L'incubo del giorno del secondo Olocausto
di Benny Morris
Il secondo Olocausto non sarà come il primo. Certo, anche i nazisti ordirono uno sterminio di
massa. Ma, in qualche modo, avevano un contatto diretto con le vittime. Che disumanizzavano,
dopo mesi, anni di atroce degradazione fisica e morale, prima dell'uccisione vera e propria. Ma con
cui avevano pur sempre stabilito un contatto fisico: vedevano, sentivano, talvolta toccavano le loro
vittime. I tedeschi — e i loro alleati — rastrellavano uomini, donne e bambini, per poi trascinarli e
randellarli lungo le strade, freddarli nel bosco più vicino o scaraventarli e stiparli nei vagoni di un
treno, da cui iniziava il viaggio verso i campi di sterminio, dove «Il lavoro rende liberi».
Separavano gli individui di costituzione robusta da quelli completamente inutili, che adescavano
nelle «docce» attraverso cui veniva pompato il gas; estraevano o presiedevano alla rimozione dei
corpi e preparavano, infine, le «docce» per il plotone successivo.
CRISI - Il secondo Olocausto sarà ben diverso. Un bel giorno, tempo cinque o dieci anni, magari
nel pieno di una crisi regionale, o quando meno ce lo aspetteremo, un giorno o un anno o cinque
anni dopo che l'Iran si sarà dotato della Bomba, i mullah di Qom convocheranno una seduta segreta,
sulla quale campeggerà il ritratto dell'ayatollah Khomeini, con i suoi occhi di ghiaccio, per dare il
placet al presidente Ahmadinejad, giunto oramai al secondo o al terzo mandato. Tutti i comandi
saranno eseguiti, i missili Shihab-3 e 4 saranno lanciati verso Tel Aviv, Beersheba, Haifa,
Gerusalemme e, probabilmente, anche contro alcuni campi militari, comprese le sei basi aeree e
missilistiche nucleari (o presunte tali) di Israele. Qualche missile sarà dotato di testata nucleare, in
qualche caso addirittura multipla. Altri saranno di tipo standard, muniti solamente di agenti chimici
o batteriologici, o stipati di vecchi giornali, per scalzare o spiazzare le batterie anti-missilistiche e le
unità dell'esercito israeliano.
Per un Paese delle dimensioni e la conformazione di Israele (una striscia di terra oblunga di circa 21
mila chilometri quadrati), quattro o cinque lanci saranno probabilmente sufficienti. E addio Israele.
Un milione o più di israeliani, nelle maggiori aree di Tel Aviv, Haifa e Gerusalemme, periranno sul
colpo. Milioni saranno gravemente irradiati. Israele conta sette milioni di abitanti circa. Nessun
iraniano vedrà né toccherà alcun israeliano. Tutto si svolgerà in modo molto impersonale.
DANNI COLLATERALI - Ci saranno inevitabilmente anche morti di nazionalità araba. Circa 1,3
milioni di abitanti di Israele sono arabi e altri 3,5 milioni vivono nelle aree ancora in parte occupate
della Striscia di Gaza e in Cisgiordania. Gerusalemme, Tel Aviv, Jaffa e Haifa contano nutrite
minoranze arabe. E attorno a Gerusalemme (vedi El Bireh, vicino a Ramallah, Bir Zeit e Betlemme)
e Haifa sorgono vaste aree a densa popolazione araba. Anche qui saranno in moltissimi a morire,
sul colpo o poco a poco.
E' improbabile che un simile massacro possa turbare Ahmadinejad e i mullah. Gli iraniani non
amano particolarmente gli arabi, nutrono particolare disprezzo per i palestinesi sunniti che, in fin
dei conti, pur essendo inizialmente dieci volte più numerosi degli ebrei, nel corso di un conflitto che
si è protratto per anni non sono riusciti a impedire loro di fondare lo Stato ebraico, né di prendere
possesso di tutta la Palestina. Di più, i leader iraniani considerano la distruzione di Israele come un
supremo comando divino, l'araldo della Seconda Venuta, e la morte collaterale degli islamici come
il sacrificio di shuhada (martiri) sull'altare di una causa nobile. In ogni caso, il popolo palestinese,
sparso un po' in tutto il mondo, sopravviverà, assieme alla grande nazione araba di cui è parte
integrante. E va da sé che, per liberarsi dello Stato ebraico, gli arabi devono essere pronti a qualche
sacrificio. E il gioco, considerandolo nel bilancio generale, vale la candela.
Ma un'altra questione potrebbe essere sollevata nel corso di queste consulte: e Gerusalemme? La
città, infatti, ospita due dei luoghi più sacri dell'Islam (dopo la Mecca e Medina): le moschee di Al
Aqsa e di Omar. Con ogni probabilità, però, la suprema guida spirituale Ali Khamenei e
Ahmadinejad darebbero a questa domanda la stessa risposta che sfoggerebbero per il più generale
problema della distruzione e dell'inquinamento radioattivo dell'intera Palestina: la città e la terra,
per grazia di Dio, in venti, cinquanta anni al massimo torneranno come prima. E saranno restituite
all'Islam (e agli arabi). Senza la benché minima traccia di contaminazioni radioattive.
RISCHIO CALCOLATO - A giudicare dai continui riferimenti, da parte di Ahmadinejad, alla
Palestina e all'urgenza di distruggere Israele, e dalla negazione, di cui si è fatto portavoce, del primo
Olocausto, si direbbe che l'uomo sia ossessionato. Tratto che condivide con i mullah: entrambi
vengono dalla scuola di Khomeini, prolifico antisemita noto per le folgori scagliate contro il
«piccolo Satana». E a giudicare dal concorso, da lui promosso, per le vignette sulla Shoah, o dalla
Conferenza sull'Olocausto (appena conclusasi), emerge un presidente iraniano arso da un vortice di
odio profondo (oltreché, naturalmente, insolente).
Ahmadinejad, infatti, è pronto a mettere a repentaglio il futuro dell'Iran, se non addirittura di tutto il
Medio Oriente musulmano, in cambio della distruzione di Israele. Non v'è alcun dubbio che egli
creda che Allah, in un modo o nell'altro, proteggerà l'Iran da una risposta nucleare israeliana o da
un'eventuale controffensiva Usa. E, Allah a parte, è facile che egli creda che i suoi missili
polverizzeranno lo Stato ebraico, annienteranno i suoi leader, distruggeranno le basi nucleari
terrestri e demoralizzeranno o spiazzeranno i comandanti dei sottomarini nucleari in modo così
drastico ed efficace da neutralizzare qualsivoglia reazione. E, con il suo profondo disprezzo per il
pavido Occidente, è improbabile che il leader iraniano prenda in seria considerazione la minaccia di
una rappresaglia nucleare Usa.
Ma può anche darsi che egli sia consapevole del rischio di un contrattacco e si professi tout court —
e, secondo il nostro modo di pensare, in modo assolutamente irrazionale — disposto a pagarne le
conseguenze. Come il suo mentore Khomeini ebbe a dire, nel 1980, durante un discorso ufficiale a
Qom: «Noi non veneriamo l'Iran, ma Allah... Per questo dico: che questa terra bruci. Che vada in
fumo, purché l'Islam ne esca trionfante...». Per tali cultori della morte, persino il sacrificio della
propria patria vale bene la cancellazione di Israele.
Come il primo, anche il secondo Olocausto sarà preceduto da lustri di indottrinamento dei cuori e
delle menti da parte di leader arabi e iraniani, intellettuali occidentali e sfoghi mediatici. Il
messaggio è cambiato a seconda del pubblico ma, di fatto, l'obiettivo di fondo è stato sempre lo
stesso: la demonizzazione di Israele. Ai musulmani di tutto il mondo è stato insegnato che «i
sionisti e gli ebrei incarnano il male» e che «Israele dovrebbe essere distrutto». E agli occidentali, in
modo più subdolo, è stato inculcato che «Israele è uno Stato tiranno e razzista» che «nell'età del
multiculturalismo, è inutile e anacronistico».
COMUNITÀ INTERNAZIONALE - La campagna per il secondo Olocausto (che, tra l'altro, alla
fine provocherà all'incirca tanti morti quanti ne fece il primo) si è svolta in una comunità
internazionale lacerata e guidata da ambizioni egoistiche e discordanti, con Russia e Cina
ossessionate dalle prospettive di mercato nei Paesi musulmani, la Francia dal petrolio arabo e gli
Usa portati, dopo la débâcle irachena, a un profondo isolazionismo. L'Iran è stato lasciato libero di
proseguire sulla china del nucleare, e la comunità internazionale non è intervenuta nello scontro tra
Israele e il regime degli Ayatollah.
Ma uno Stato israeliano sostanzialmente isolato — come un coniglio improvvisamente abbagliato
dai fari di una macchina —, non può essere all'altezza della situazione. La scorsa estate, guidato da
un mediocre politicante come Primo ministro e da un sindacalista da strapazzo come ministro della
Difesa, schierando un esercito addestrato per gestire le inesperte e sguarnite bande palestinesi nei
Territori occupati (e troppo intento a fare fronte a eventuali disgrazie o a provocarle), Israele è
uscito perdente da un mini-conflitto di appena trentaquattro giorni contro una piccola guerriglia di
fondamentalisti libanesi spalleggiata dall'Iran. Quell'episodio ha totalmente demoralizzato la
leadership politica e militare israeliana.
Da allora, i ministri e i generali israeliani, così come i loro omologhi occidentali, assistendo al
graduale approvvigionamento di armi letali a Hezbollah da parte dei fiancheggiatori di quest'ultimo,
sono divenuti sempre più sfiduciati e pessimisti. Paradossalmente, è addirittura possibile che i
leader israeliani abbiano gradito gli appelli alla moderazione da parte dell'Occidente. E, con ogni
probabilità, hanno voluto disperatamente credere alle promesse occidentali che qualcuno — l'Onu,
il G7 —, in un modo o nell'altro, avrebbe cavato la castagna radioattiva dal fuoco. C'è stato
addirittura chi ha abboccato alla bislacca promessa di un cambio di regime a Teheran il quale,
pilotato dal cosiddetto ceto medio laico, avrebbe progressivamente messo il bastone tra le ruote al
fanatismo dei mullah.
NUCLEARE - Ma, fatto ancor più rilevante, il programma iraniano ha costituito una sfida
infinitamente complessa per un Paese con risorse militari limitate e di tipo convenzionale qual è
Israele. Prendendo l'imbeccata dall'operazione con cui l'Aeronautica militare israeliana, nel 1981,
riuscì a distruggere il reattore nucleare iracheno di Osiraq, gli iraniani hanno raddoppiato e
dislocato i propri impianti, nascondendoli anche molti metri sottoterra (e a ciò va aggiunto il fatto
che la distanza tra Israele e gli obiettivi iraniani è doppia rispetto a quella con Bagdad). Per
smantellare con le armi convenzionali gli impianti israeliani conosciuti, occorrebbe una capacità
aeronautica pari a quella Usa impegnata giorno e notte, e per oltre un mese. Nella migliore delle
ipotesi, l'aeronautica, la marina e il commando israeliano potrebbero sperare di fermare solo in parte
il progetto iraniano. Il quale, tutto sommato, non subirebbe sostanziali modifiche. Con gli iraniani
ancora più determinati (ammesso che ciò sia possibile) a sviluppare quanto prima la Bomba. (Altra
conseguenza immediata sarebbe senz'altro una nuova campagna terroristica di stampo islamista e su
scala globale contro Israele — e forse anche contro i suoi alleati occidentali — assieme,
naturalmente, a un'involuzione pressoché generale. Manipolati da Ahmadinejad, tutti
rivendicherebbero che il programma iraniano aveva scopi pacifici). Tutt'al più, un attacco
convenzionale da parte di Israele potrebbe procrastinare il progetto iraniano di uno o due anni.
OPZIONI - In quattro e quattr'otto, dunque, la sprovveduta leadership di Gerusalemme si troverà
davanti a uno scenario apocalittico, sia che lanci un'offensiva convenzionale dagli effetti marginali,
sia che opti per un attacco nucleare preventivo contro gli impianti iraniani, alcuni dei quali situati
vicino o dentro le principali città. Ne avrebbe il fegato? La sua determinazione a salvare Israele
basterebbe a giustificare l'attacco preventivo, con la conseguente morte di milioni di iraniani e, di
fatto, la distruzione dell'Iran?
Il dilemma è stato rigorosamente chiarito già molto tempo fa da un generale molto saggio: l'arsenale
nucleare israeliano a nulla può servire. Può soltanto essere schierato «troppo presto» o «troppo
tardi». Il momento «giusto» non arriverà mai. Se schierato «troppo presto», ossia prima che l'Iran si
fosse procurato gli ordigni nucleari, Israele sarebbe stato degradato a paria nello scacchiere
internazionale, bersaglio della furia della comunità musulmana mondiale, senza più alcun Paese
disposto a spalleggiarlo. Schierarlo «troppo tardi», invece, vorrebbe dire colpire ad attacco iraniano
già avvenuto. E a che pro?
I leader israeliani, quindi, stringeranno i denti sperando che, in qualche modo, le cose si aggiustino
da sé. Magari, una volta ottenuta la Bomba, gli iraniani si comporteranno in modo «razionale»?
CATASTROFE - Ma questi ultimi sono guidati da una logica superiore. Lanceranno i loro missili.
E, come per il primo Olocausto, la comunità internazionale non muoverà un dito. Tutto avverrà, per
Israele, in pochi minuti; non come negli anni '40, quando il mondo stette cinque lunghi anni a
torcersi le mani senza battere ciglio. Dopo i lanci di Shihab, la comunità internazionale manderà
navi di soccorso e assistenza medica per quanti sopravviveranno alle esplosioni. Ma non attaccherà
l'Iran. Quale sarebbe il prezzo? E il tornaconto? Optando per una controffensiva nucleare, gli Usa si
alienerebbero definitivamente l'intero mondo musulmano, esasperando e generalizzando il già
acceso scontro di civiltà. Ovviamente, senza potere riportare in vita Israele. E allora che senso
avrebbe? Il secondo Olocausto, però, sarà diverso nel senso che Ahmadinejad non vedrà né
toccherà concretamente gli individui di cui sogna tanto la morte. Anzi, non vi saranno scene come
quella che sto per raccontarvi, riportata da Daniel Mendelsohn nel suo recente libro The Lost, A
Search for Six of Six Million, in cui viene descritta la seconda Aktion dei nazisti a Bolechow,
piccolo paesino della Polonia, nel settembre 1942.
«La signora Grynberg fu vittima di un episodio terribile. Gli ucraini e i tedeschi, facendo irruzione
nella sua casa, la trovarono che stava partorendo. A nulla valsero le lacrime e le suppliche degli
astanti: la portarono via, ancora in vestaglia, dalla sua casa, e la trascinarono fino alla piazza davanti
al municipio. E lì... fu spinta a forza sopra un cassonetto per l'immondizia nel cortile del municipio,
e tra gli scherni e i dileggi della folla di ucraini presenti, insensibili al suo dolore, partorì. Il
bambino le fu immediatamente strappato dalle braccia con tutto il cordone ombelicale. Fu
scaraventato verso la folla, che prese a schiacciarlo coi piedi. Lei fu lasciata sola, con le ferite e i
brandelli di carne sanguinanti, e così rimase per qualche ora, appoggiata a un muro, fino a che non
fu portata alla stazione ferroviaria e, assieme agli altri, fatta salire su un vagone verso il campo di
sterminio di Belzec».
Nel prossimo Olocausto non ci saranno episodi così strazianti. Non vedremo vittime e carnefici
coperti di sangue (anche se, a giudicare dalle immagini di Hiroshima e Nagasaki, le conseguenze
delle esplosioni nucleari possono essere altrettanto devastanti). Ma sarà comunque un Olocausto.


(Corriere della Sera, 20 dicembre 2006 - trad. Enrico Del Sero)

26 nov 2010

ISRAELE, VI SEMBRA UN PAESE NORMALE?

Guysen è un sito francese, così sionista che più sionista non si può.

Oggi ci presenta una curiosa notizia da Israele:

Mercoledì 24 novembre 2010 ore 11:21

Tsahal : il 30% dei soldati incarcerati hanno precedenti penali

“Secondo il generale Méïr Ohana, comandante della polizia militare, il  30% dei soldati detenunti nelle carceri militari avevano precedenti penali al momento del loro ingresso nello Tsahal. In occasione di un dibattito davanti alla commissione Affari Esteri e Difesa della Knesset riguardante le condizioni di incarcerazione nelle carceri militari, il generale Ohana ha rivelato che ogni anno, 14.000 soldati vengono condannati a pene detentive“.”

Non vengono forniti altri dettagli, ma possiamo presumere due cose:

1) Le pene detentive – una sanzione piuttosto severa – nella stragrande maggioranza dovrebbero riguardare reati comuni, non legati alle azioni militari dell’esercito

2) I membri dello Tsahal appartengono quasi esclusivamente all’etnia dominante, per cui non stiamo parlando dei modi in cui le etnie dominate spesso si trovano talvolta ad arrangiarsi, magari superando i limiti della legalità.

La cifra di 14.000 non è esorbitante, se ricordiamo che stiamo parlando di un paese in cui la leva militare tocca in teoria tutta la popolazione abile dai 17 ai 49 anni, anche se circa il 37% delle persone coinvolte riesce a sfuggire in qualche modo. Insomma, la stessa fascia demografica che in tutto il mondo è anche responsabile di quasi tutti i reati non da colletti bianchi.

Infatti, Israele è al 27esimo posto per tasso di incarcerazione (l’Italia è al 127esimo), ma  da un’0cchiata veloce in rete – soggetta quindi a correzioni – mi sembra di capire che nel sistema carcerario ordinario (non militare) israeliano, la popolazione sia composta per metà da detenuti politici palestinesi, e per il resto in gran parte da immigrati clandestini africani.

Ma partiamo dai più sicuri dati del sistema carcerario militare.

E’ interessante fare un confronto con il tasso di incarcerazione nel paese che ha dato orgogliosamente vita a mafia, camorra e ‘ndrangheta, con una importante differenza: in Italia, nel 2008, il 38% dei carcerati non appartenevano all’etnia dominante, ma erano stranieri, per ovvi motivi sociali.

Quindi, per fare un confronto, è prudente scalare un 38% alle cifre italiane.

Ogni anno, 170.000 persone passano per le carceri in Italia; una cifra che comprende anche tante persone che non verranno poi condannate, per cui la cifra non è forse esattamente paragonabile a quella citata dal generale  Ohana, che parlava di condanne.

Comunque, ci sono circa dieci volte più italiani che ebrei israeliani; per cui l’ordine di grandezza è confrontabile: avremmo 14.000 x 10 = 140.000, proiettando il numero di militari israeliani condannati in proporzione alla popolazione generale dell’Italia; in Italia abbiamo 170.000 – 38% = 105.400, diciamo 110.000 non stranieri che passano per le carceri.

Insomma, se abbiamo letto bene le cifre, Israele è un paese normale. Cosa che dovrebbe far riflettere i giudeocentrici di entrambe le fazioni: coloro che vedono nell’etnia dominante di quel paese un Faro per le Nazioni, come coloro che vi vedono dei malvagi squali, che però tra di loro non si mangiano.

Ciò che non è normale non sono gli israeliani; sono i loro cultori, ad esempio in Italia.

Preso da  http://kelebeklerblog.com/

20 nov 2010

GRANDE ANGELA MERKEL.

giovedì 18 novembre 2010

Il cancelliere tedesco Angela Merkel

MERKEL ISLAM – Il cancelliere tedesco Angela Merkel sostiene che il vero problema per la Germania non è che ci sia troppo Islam, ma poca cristianità.
E’ dunque importante per la Germania recuperare i valori cristiani. Parlando al suo partito, la CDU, la Merkel ha spiegato di aver preso in grande considerazione il dibattito sull’Islam che si tiene nel suo paese. “Il multiculturalismo è stato un fallimento” aveva detto circa un mese fa il primo ministro tedesco. All’interno del suo partito, diversi esponenti hanno chiesto una linea dura sull’immigrazione, chiedendo di fermare l’arrivo di nuovi islamici e chiedendo maggiore pressione affinché gli islamici presenti si integrino nella società tedesca.

Preso  da  http://www.ilsussidiario.net/News/Esteri/2010/11/18/MERKEL-Il-cancelliere-Tedesco-Poca-cristianita-non-troppo-Islam-/127764/

Magdi Allam, testimonial della Borsa del Turismo religioso

Non è sempre facile per un extracomunitario campare in Italia.

Prendiamo il nostro vecchio amico, Magdi Allam, che – nella fase discendente di un picaresco percorso biografico – adesso è ridotto a vendere reliquie, affermando (non lo dico io, lo dice proprio lui) che sono l’unica risorsa rimasta all’Italia per fare concorrenza alla Cina.

Le reliquie dell’apostolo Andrea, che la Borsa del Turismo di Salerno vorrebbe immettere sul mercato, in realtà furono scippate a Costantinopoli durante il poco cristiano saccheggio di quella città, dal memorabile ladro, il cardinale Pietro Capuano.

La triste notizia della caduta lavorativa di Magdi Allam, la leggiamo sul sito della Provincia di Salerno.

Preso da http://kelebeklerblog.com/2010/11/16/magdi-allam-testimonial-della-borsa-del-turismo-religioso/

15 nov 2010

BAJRAM SERIF MUBAREK OLSUN e forza Baklava e Tolumba.

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXKBs1LRkW3aWjHRpP93Bu6Qrk78ibw8nyTHDUv2nXTJV6peD76jRmfXqAhSPmckSDpGcZdQUg0Lsvjo7o6p8NaxCFnlqxEFDWMe4OdaLjWyaYMQ4H03IMzQVYlf4leLFjLEk7SleLRbNY/s1600/bajram.jpg

Ecco anche  Baklava  e  Tolumba i dolci  tradizionali  in  Bosnia

Gulluoglu Baklava

7 nov 2010

Colasso e rovina morale dell’Occidente Cristiano

Nuovo amico blogger che ho conosciuto a Genova

Si  chiama  Miguel  Martinez e il suo blog si chiama  http://kelebeklerblog.com/

Ci sono molte cose utili che potete trovare sul suo blog riguardanti   Magdi exmusulmano Allam, Souad  Sbai e vari come loro.  Auguri e buona lettura.

3 nov 2010

24 ott 2010

La cognata di Blair diventa musulmana

 

Lauren Booth, 43 anni, giornalista, sorellastra di Cherie. La conversione dopo un viaggio in Iran

La cognata di Blair diventa musulmana

Lauren Booth, 43 anni, giornalista, sorellastra di Cherie. La conversione dopo un viaggio in Iran

Lauren Booth

Lauren Booth

La cognata di Tony Blair si è convertita all’islam dopo «un’esperienza religiosa» in Iran. La giornalista Lauren Booth, 43 anni, sorellastra di Cherie Blair, indossa il velo quando esce di casa, prega cinque volte al giorno e fa visita alla moschea «appena posso». La donna ha raccontato al domenicale britannico Mail on Sunday di aver deciso di convertirsi all’islam durante un viaggio nella città iraniana di Qom, dopo la visita al santuario di Fatima al Masumech. «Era un martedì sera, stavo seduta e sentivo questa carica di spiritualità, solo pura beatitudine e gioia», ha dichiarato. Al suo rientro nel Regno Unito, si è subito convertita: «Oggi non mangio più carne di maiale e leggo il Corano ogni giorno». Booth lavora per Press Tv, l’emittente iraniana in lingua inglese. Negli anni scorsi ha duramente contestato la guerra in Iraq e nell’agosto del 2008 ha raggiunto la Striscia di Gaza a bordo di una nave partita da Cipro per denunciare l’embargo israeliano. Al Mail on Sunday, Booth ha detto di auspicare che la sua conversione possa aiutare Blair a cambiare il suo atteggiamento verso l’islam. (Fonte Apcom)

Preso  da http://www.corriere.it/esteri/10_ottobre_24/cognata-blair-islam_072aee68-df98-11df-ae0f-00144f02aabc.shtml

23 ott 2010

Noi “GOYIMI” , asini che devono servire. Di nuovo

Il rabbino Ovadia Yosef scaccola in testa al clero modernista, ai politici ed ai giornalisti italioti, mentre, contemporaneamente, costoro si affannano a lavargli i piedi con la lingua.

Al-Quds (Gerusalemme) - Memo.   Nel corso del suo sermone settimanale, pronunciato sabato 16 ottobre, il rabbino sefardita Rabbi Ovadia ha dichiarato che i "non ebrei esistono per servire gli ebrei".
"I Goym furono creati esclusivamente per servire gli ebrei. Diversamente, non hanno spazio nel mondo: solo per servire il Popolo di Israele", ha affermato durante una discussione pubblica sul tipo di lavoro che i non-ebrei sono autorizzati a svolgere durante lo Shabbat, il riposo settimanale.

Preso  da     http://www.holywar.org/Ovadia_Yosef.htm

Da  leggere  anche  sotto;

     http://holywar.org/Pranaitis_il_Talmud_smascherato.pdf

18 ott 2010

ECCO COME SI ADESTRANO

 

E qui  sotto la foto di RPG-29 che costo la vita di decine di carristi israeliani

File:RPG-29 USGov.JPG

17 ott 2010

Fatwa di Ayatollah Hamenei

Offendere Aisha (che Allah sia soddisfatto di lei) e altri asahaba (i compagni del profeta Muhammad salallahu aleihi we sellem) è haram (peccato). Già prima di lui un mufti Siita libanese i Alame Muhamed Husej Fazlullah , morto anni fa, proibì di offendere le moglie del profeta salallahu aleihi we sellem e i suoi compagni che Allah sia soddisfatto d loro.

Preso da http://bosnian.irib.ir/radioislam/aktuelnosti/item/75399-vrije%C4%91anje-hazreti-ai%C5%A1e-i-drugih-ashaba-je-haram

N.B. Yusuf el Qardawi ringrazia per la fatwa al imam Hamenei

http://bosnian.irib.ir/radioislam/aktuelnosti/item/75467-kardavi-zahvaljujem-se-ajetollahu-hameneiu

Reazione al rogo del Corano

16 ott 2010

Volontari Russi (integralisti ortodossi) in Bosnia durante la guerra e ovviamente da parte dei Serbi

With this documentary film, we wish to preserve the truth from oblivion, and prevent lies about this incident, for present and future generations.
Under no circumstances do we want to spread hatred and ethnic intolerance.

14 ott 2010

Leghista affitta un locale per farne una moschea

Simpatizzante del Carroccio concede un ex garage: «Non sono razzista, mi fa piacere che i musulmani abbiano un luogo di preghiera. E poi pagano in contanti»

Una moschea è nata all'interno di un ex garage nel Vicentino (archivio)

Una moschea è nata all'interno di un ex garage nel Vicentino (archivio)

VICENZA - Si proclama simpatizzante della Lega e il fratello è un politico locale del Carroccio ma ciò non gli ha impedito di affittare un locale a immigrati musulmani per farne una moschea. Ad Alte di Montecchio (Vicenza) decine di musulmani, soprattutto bengalesi, ogni venerdì vanno a pregare nel garage di proprietà di Mirco Quaggiotto, che dice di essere un ammiratore di Bossi: «Ma non è detto che chi segue una linea politica sposi interamente le tesi del partito - spiega Quaggiotto sul Giornale di Vicenza - Non sono razzista. Ho affittato il locale a questa società di stranieri che paga regolarmente l’affitto e in contanti. Eticamente sono molto corretti». Lo spazio, molto piccolo, ricavato nell’ex garage, è nato come centro di cultura islamica per portare soprattutto i bambini a giocare e ad imparare l’italiano. Nel tempo però è diventato anche un luogo di preghiera per alcuni giorni della settimana e di festeggiamenti in occasione dell’ultimo Ramadan. (Ansa)

Preso da http://corrieredelveneto.corriere.it/vicenza/notizie/politica/2010/13-ottobre-2010/leghista-affitta-locale-farne-moschea-1703942361066.shtml

13 ott 2010

Cattolico violenta cadavere della nipote.

Pare che lo "zio" accusato di aver strangolato la nipote quindicenne per poi abusare del suo cadavere fosse un fervente cattolico. Per ben tre volte sarebbe addirittura tornato di fronte alla buca dove aveva buttato il corpo per pregare, recitare l'Ave Maria e farsi il segno della Croce. Che fosse un cristiano praticante lo si poteva intuire già quando il Corriere riferì che il sospettato aveva ceduto, nel corso dell'interrogatorio, sulla leva religiosa, su quel "la vogliamo dare una sepoltura cristiana alla tua nipotina?" rivoltogli dagli inquirenti. Eppure non vedo titoli allarmistici sull' "emergenza cristiani" e tanto meno riferimenti alla "dissimulazione cristiana" che ben traspare dall'intervista strappalacrime in cui il presunto colpevole raccontava la messinscena del ritrovamento del cellulare della vittima. Non vedo giornalisti roteare come dervisci e parlamentari contorcersi come danzatrici del ventre cosi come hanno roteato e si sono contorti quando si trattava di illustrare la cattiveria degli "islamici che uccidono figlie e mogli". E dire che per interi giorni questi stessi giornalisti e parlamentari ci hanno rotto gli zebedei con la storia del pachistano che, nel corso di una lite scatenata dal rifiuto di un matrimonio combinato da parte della figlia, ha ucciso la moglie con un mattone raccolto in giardino. Giù a discutere dell' "emergenza islamici", a farsi domande sulla loro possibile o meno "integrazione". Hanno tirato in ballo l'Islam, il Corano, Maometto "il pedofilo" e chi più ne ha più ne metta. Si è parlato nientemeno che di "lapidazione" (ma lo sanno cos'è?). Alcuni musulmani, come al solito, sono stati gettati nella fossa televisiva, per essere letteralmente sbranati da quelli che su queste disgrazie campano da anni (senza ottenere risultati, anzi). Hanno rispolverato persino "Cristiano" Allam, manco fossimo a Pasqua. Ora invece che lo "zio" - accusato di sequestro di persona, omicidio volontario, occultamento e vilipendio di cadavere - ci illustra benevolemente il suo profondo rapporto con la fede, nessuno si interroga e indaga su questo curioso fenomeno che spinge al pentimento religioso dopo aver praticato la necrofilia sul corpo di una minorenne strangolata. Eppure ce ne sarebbero, di domande da fare: non sulla religione, certo. Lo so anch'io che non c'entra. Ma anche l'Islam non c'entra con l'infibulazione, con i matrimoni combinati, con i delitti d'onore, con la lapidazione delle adultere, checché ne dicano i media e gli "esperti" allamatriciani. Però io qualche domandina su questa televisione che sparge - volontariamente e consapevolmente - pregiudizi e luoghi comuni, alternando i fatti criminali agli spettacolini e ai concorsi degni del mercato delle schiave dove "basta giudicare l'aspetto fisico e la bellezza, che poi sia trans o altro va bene uguale", me la sarei posta. Ma non mi illudo: non lo farà nessuno. Aspetteranno fiduciosi il prossimo pachistano che ucciderà la figlia per spiegarci che gli islamici sono abituati a trattare le donne "come oggetti". E se questa verrà seppellita rivolta verso la Mecca, ce lo diranno con dovizia di particolari, spiegando per filo e per segno il perché e il percome. Non sia mai che qualcuno pensi che l'Islam non c'entra.

 Preso da    http://salamelik.blogspot.com/2010/10/cattolico-violenta-cadavere-della.html

11 ott 2010

27 set 2010

COSA NE PENSA L’OCCIDENTE DELLA DONNA OCCIDENTALE?

Siamo sempre stati i testimoni  di sentire che gli Islamici dicono che “le nostre donne occidentali sono sfruttate, denigrate, con la dignità deturpata” e via dicendo. Cose anche vere perchè basta dare uno sguardo ai giornali e le varie emittenti TV. Qualche volta abbiamo sentito che Maometto (Muhammad s.a.v.s.) diede alle donne delle scarse nel cervello (lo ammette anche mia moglie e me lo ammise quando era cristiana). Dopo tutto ciò che leggerete sotto qualcuno mi dirà che Maometto (Muhammad s.a.v.s.) era un profeta e gli altri sono le persone semplici. Vero, fu un profeta ma fu anche l’uomo semplice che condusse la vita familiare. Vale la pena davvero leggere tutti i detti del pensiero antico del mondo Occidentale. Ecco a voi.

Lo scrittore ecclesiastico, San Clemente di Alessandria, il quale mise nero su bianco, la seguente affermazione:” Ogni donna deve essere piena di vergogna al pensiero di essere donna”.

San Oddone di Cluny si chiedeva: “Come potremo desiderare di abbracciare ciò che è soltanto un sacco di escrementi”?

Il poeta greco Esiodo asseriva:” Mai lavarsi nell’acqua dove si è lavata una donna , pena la contaminazione”.

Ipponatte disse: “Vi sono due giorni in cui vostra moglie vi rende felici: quello del matrimonio e quello dei suoi funerali”.

Omero nel antica Grecia disse e prescrisse ; “Con la donna non essere mai dolce, non confidargli ogni parola che sia”.

Sempre Omero continua ad affermare: “O donna, donna, quanto la tua mente  al male è incline, non v’è nell’abisso di te peggior demonio”.

Tertulliano: “La donna è l’ostacolo alla purezza, è la tentatrice, la nemica, il suo corpo è la porta dell’inferno”.

L’antico testamento della Bibbia afferma nel Siracide che: meglio la cattiveria di un uomo che la bontà di una donna, una donna che porta la vergogna fino allo scerno.  Quale donna, senza distinzioni di razza, provenienza e religione è disposta ad accettare tutto ciò che vi ho riportato? Si accettano le scommesse

Lo so che dall’altra parte mi diranno che queste cose furono  scritte 2000 anni fa e che noi “ci siamo evoluti” , che il mondo va avanti, ma niente paura. Tra qualche giorno  sentiremo, INSALLAH, anche i detti e pensieri del mondo Occidentale moderno.

24 set 2010

GIULIETTO CHIESA CHE STA FONDANDO IL MOVIMENTO “L’ALTERNATIVA”

“L’ALTERNATIVA” come già detto che non c’èntra niente ne con destra ne con sinistra. Per eventuali spiegazioni andate sul sito di Giulietto Chiesa.

http://www.giuliettochiesa.it/index.php?option=com_k2&view=item&layout=item&id=1153&Itemid=11

19 set 2010

VIDEO DEDICATO A JOE BLACK

Caro  Joe Black noto istigatore  alla pulizia etnica o deportazioni di massa su  http://unpolitically.wordpress.com/2010/09/10/1679/#comments 

September 11, 2010 at 04:43

Joe Black

Deportazioni di massa, dall’occidente verso i paradisi islamici di tutti coloro che si professano islamici.

 TI  CONSIGLIO  DI  GUARDARE  BENE QUESTO  VIDEO PER VEDERE CHE FINE FECERO I CROCIATI  CHE TU ADORI  TANTO. 

17 set 2010

MAGDI ALLAM e le solite.

L'altro giorno, Il Corriere della Sera ha resuscitato nientepopodimeno che Magdi Allam, l' "esperto di Islam" "costretto ad approfondire la conoscenza del Corano e di Maometto" solamente a partire dal 2003 (ovvero dopo averci personalmente informato di essere destinatario di una fatwa che gli permette di aggirarsi con la scorta a spese dei contribuenti). Sì, esatto, quello che si fregiava dell'etichetta di "musulmano moderato" salvo poi farsi battezzare in diretta televisiva e a reti unificate, dopo "un percorso di spiritualità interiore che, a partire dall'età di quattro anni, sfocerà oltre mezzo secolo dopo nella conversione in Cristo". Inutile dire che trovo vergognoso che si permetta a questo "inquietante figuro" e "mediocrissimo scriba, i cui argomenti sono ingiurie criminalizzanti e banalità stupefacenti, all’insegna di un manicheismo penoso", per dirla alla Angelo D'Orsi, di riprendere a spargere veleni dopo che - con la complicità del Corriere stesso - ha preso per i fondelli i suoi lettori per qualche annetto. Ma tant'è, ormai ci tocca: ogni 11 settembre il Corriere deve tirare fuori dall'armadio qualche scheletro: che sia Allam o la Fallaci non fa differenza. Stavolta, però, il De Bortoli ha superato se stesso sfornando un incubo degno di un videoclip in salsa horror. Nel suo pezzo, infatti, Allam ci descrive per filo e per segno cosa farebbe se si trovasse di fronte la defunta Fallaci: "Di slancio ti abbraccerei forte fissandoti dritto negli occhi", "Tenendoti per mano ti accarezzerei i capelli così come mi è capitato di fare durante i nostri lunghi colloqui (...) Tu mi lasciavi fare senza alterarti, mai svelando i tuoi sentimenti", "Accarezzandoti la mano e custodendola come un bene prezioso tra le mie mani, ti donerei ancora una volta quel modo di essere che mi appartiene profondamente, una presenza partecipata e avvolgente che percepisco come l’essenza della mia umanità. E’ questo il vero amore? Tra noi è stato molto di più dell’amore tra i comuni mortali. Il sentimento che si era creato tra noi, così come l’ho vissuto, è un evento indelebile che resterà scolpito nel mio cuore e nella mia mente fino all’ultimo respiro", "Avrei avvicinato un bicchiere d’acqua alla tua bocca". Il crescendo rossiniano lasciava presagire un bacio clou se non qualcos'altro, ma il pudore di Allam e il rispetto per la defunta - che non si può difendere - ce l'ha evidentemente risparmiato. Devo prendere atto, però, delle doti descrittive e altamente suggestive di Allam: mi piacerebbe tanto quindi, che ci descrivesse - per filo e per segno - come si svolge la vivisezione degli animali sdoganata dal Parlamento Europeo con il suo voto favorevole e cristianamente convinto.

PS: Nello stesso numero del Corriere, c'era anche un editoriale molto meno poetico di un tale Panebianco. Stavolta è il mio, di pudore, ad impedirmi di commentarlo, quindi segnalo due ottime risposte: quella di Lorenzo Declich e quella di Andrea Franzoni.

Illustrazione: o macellaio 'nnamurato, di Lorenzo Pasqua

Preso da  http://salamelik.blogspot.com/2010/09/o-macellaio-nnamurato.html

15 set 2010

Rogo Corano - Discorso Ayatollah Khamenei: dietro al sipario c'è il sionismo. Attenti perche’ il Cristianesimo non c’entra nulla

pubblicata da Paola Folchi il giorno mercoledì 15 settembre 2010 alle ore 8.38

 TEHERAN – Discorso importantissimo e completo, pronunciato lunedì sera dalla guida suprema iraniana sulla questione dei testi del  Corano bruciati negli Usa. 

“In nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso

Disse il Signore Invincibile e Saggio

«Noi abbiamo fatto scendere il Monito, e Noi ne siamo i custodi»(Corano, Sura al-Hijr, versetto 9/ndr)

O amato popolo dell’Iran! O grande Umma dell’Islam!

L’offesa folle e odiosa e ripugnante al nobile Corano che si è potuta verificare in America per via della sicurezza poliziesca regnante in quel paese è stato un incidente molto amaro che non può essere considerato solo come un’azione stupida di qualche elemento mercenario e privo di valore.

Si è trattato di una azione coordinata dai centri che a partire da anni fa’ hanno reso propria priorita’ la diffusione dell’islamofobia e dell’anti-islamismo ed hanno usato centinaia di metodi e migliaia di strumenti propagandistici e militari per lottare contro l’Islam ed il Corano.

Questo è un’altro anello della vergognosa catena che iniziò con il tradimento dell’apostata Salman Rushdie e che poi è andata avanti con l’azione del maligno vignettista danese e con decine di film di Hollywood e che oggi è giunta qui a questo repellente teatrino.

Dietro al sipario questa volta chi c’è?

“La riflessione su questo andamento maligno che in questi anni è stato accompagnato dalle operazioni criminali in Afghanistan e Iraq e Palestina e Libano e Pakistan non lascia dubbi sul fatto che la progettazione e l’attuazione di questi complotti viene effettuata dai capi del sistema imperialista e dai think-thank sionisti che hanno la maggiore influenza sul governo americano e i suoi organi di sicurezza e militari come avviene pure per il governo inglese e alcuni paesi europei.

Questi sono gli stessi che le ricerche indipendenti ritengono i veri responsabili dell’attacco alle torri nell’11 Settembre. Quella tragedia diede una scusa per l’attacco all’Afghanistan e all’Iraq all’allora presidente criminale dell’America e lui annunciò una crociata e in base alle notizie quella stessa persona ieri ha detto che con l’ingresso della Chiesa, quella crociata è ormai completa.

L’obbiettivo della recente azione repellente è coinvolgere la gente comune e la societa’ cristiana nella lotta contro l’Islam e i musulmani, azione che con l’intromissione della Chiesa, vuol essere fatta sembrare religiosa e che vuole distrarre i popoli musulmani dalle questioni e dagli sviluppi della situazione in Medioriente e nel mondo islamico.

Questa azione odiosa non è l’inizio di una corrente ma una fase di un processo a lungo termine orchestrato dal sionismo e dal regime americano. Oggi tutti i capi dell’imperialismo e le guide della rinnegazione del divino si sono schierate contro l’Islam.

L’Islam è la religione della liberta’ e della moralita’ ed il Corano, è il libro della Misericordia, della Saggezza e della Giustizia. Il dovere di tutti i difensori della liberta’ del mondo e di tutti i fedeli delle religioni abramitiche è di stare a fianco dei musulmani e di lottare contro la perfida politica dell’anti-islamismo.

I capi del regime americano non possono assolversi dal concorso in questo crimine con le loro dichiarazioni ingannevoli e prive di senso. Sono anni che tutte le sacralita’ e i diritti e la dignita’ di milioni di musulmani indifesi in Afghanistan e Pakistan, Iraq e Libano e Palestina vengono calpestati. Centinaia di migliaia di persone uccise, decine di migliaia di donne, uomini e bambini fatti prigionieri, torturati, rapiti e milioni di persone resi senzatetto o resi invalidi. Tutti questo per cosa? Con tutti questi dolori sopportati perchè nei media occidentali il musulmano è il simbolo della violenza e il Corano e l’Islam vengono presentati un pericolo per l’umanita’? Chi riesce a credere che in tutto questo incredibile complotto non ci sia l’intromissione delle lobby sioniste annidate all’interno del sistema governativo dell’America?

Fratelli e sorelle musulmani in Iran e in tutto il mondo!

Ritengo necessario ricordare a tutti alcuni concetti:

Primo: Questo incidente e quelli avvenuti in passato dimostrano chiaramente che ciò che oggi viene aggredito dal sistema mondiale dell’imperialismo è il fulcro dell’Islam e del nobile Corano.

L’inimicizia esplicita degli imperialisti nei confronti della Repubblica Islamica è motivata dall’inimicizia esplicita dell’Iran con l’imperialismo; i nemici fingono di non avere problemi con l’Islam ed i musulmani ma ciò è una grande bugia ed un inganno satanico.

Loro sono nemici dell’Islam e di chiunque sia fedele agli insegnamenti di questa religione e di qualsiasi cosa che sia simbolo di questa religione.

Secondo: Questa serie di azioni odiose contro l’Iran ed i musulmani è motivata dal fatto che l’Islam in questi ultimi decenni è stato sempre più luminoso ed ha appassionato sempre i più i cuori della gente nel mondo islamico e persino in Occidente. E ciò perchè la Umma islamica è più sveglia di sempre e i popoli islamici hanno deciso di strappare le catene di due secoli di colonialismo che li affliggono.

L’incidente dell’offesa al Corano ed al profeta con tutto il suo sapore amaro contiene anche una buona novella, il sole splendente del Corano brillera’ sempre piu’.

Terzo: Tutti dobbiamo sapere che l’incidente recente non c’entra nulla con la Chiesa e con i cristiani e il teatrino di qualche stupido reverendo mercenario non va confuso con il Cristianesimo e il clero di questa fede.

Noi musulmani non faremo mai nulla di simile con le sacralita’ delle altre religioni. La guerra a tutto campo tra musulmani e cristiani è volere dei nemici e di uomini folli. Il Corano ci insegna di fare il contrario e di non offendere.

Quarto: Oggi tutti i musulmani ritengono il governo americano e i suoi politici i responsabili di questo incidente. Se il governo americano è veramente sincero nel dire di non aver avuto alcun ruolo in questo incidente deve dimostrarlo con l’arresto e il processo dei responsabili di questa azione che hanno offeso i sentimenti di 1 miliardo e mezzo di musulmani di tutto il mondo.

Pace sui servi benefattori di Allah

Seyyed Ali Khamenei

22 Shahrivar 1389(13 Settembre 2010/ndr)

 

PRESO  DA http://www.facebook.com/#!/note.php?note_id=437718983983&id=1174873512

                 http://italian.irib.ir/notizie/islamoccidente/item/84995-ayatollah-khamenei-dietro-al-sipario-c%C3%A8-il-sionismo

 

Editto ebraico vuole le donne coperte dalla testa ai piedi

Rabbini protesta Dress Code

Several women in the Haredim community cover their entire bodies

 

Alcune donne nella comunità haredim coprire tutto il corpo

Haifa, Israele (Inas Maometto)

Gruppi di ebrei ultra-ortodossi a Gerusalemme ha emesso un editto religioso che invita le donne a coprirsi il corpo e capelli, per essere liquidati dei loro peccati.
Poster di promuovere il nuovo codice di abbigliamento sono stati avvistati nelle zone di Gerusalemme pre-prevalentemente abitato dalla comunità haredim, ebrei ultra-conservatore noto per le loro idee estremiste, l'israeliano Maariv Daily Mercoledì.

 

Per sapere di più http://www.alarabiya.net/articles/2010/07/29/115153.html

12 set 2010

Complotto sionista

9 set 2010

BAJRAM SERIF MUBAREK OLSUN A TUTTI I MUSULMANI.

Usergrafik

image

E  IL  BAJRAM   SENZA  BAKLAVA  QUI SOTTO  NON SI PUO’

judies_baklava_02

5 set 2010

Sakineh, persona che viene usata x una colossale campagna denigratoria contro l'Islam come religione e contro l'Iran cm nazione

PRIMO FRONTE - Iran

Scritto da Pietro Ancona

Sabato 04 Settembre 2010 20:05

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

La potenza della macchina propagandistica dell'Impero è davvero impressionante. Non credo molto alla esistenza dei messaggi subliminali ma certamente è davvero strepitoso come pur sapendo tutti che la signora Sakineh non sarà lapidata si continuino a fare manifestazioni ed a raccogliere firme contro la lapidazione. La macchina della menzogna è in grado di travolgere la verità.
E' molto difficile resistere quando tutti i telegiornali, tutte le radio, tutta la carta stampata portano l'immagine di una bella donna con il capo coperto da un velo nero e si fa appello al nostro buon cuore, ai sentimenti, alle nostre profonde convinzioni umanitarie: siete favorevoli o contrari alla pena di morte? Se siete contrari aderite, firmate questo appello.

Financo Dario Fo e Franca Rame si sono arruolati a questa campagna che sta  umiliando l'onore la dignità dell'Iran come Stato e che, in definitiva, è una campagna di odio, di scientifica denigrazione, per preparare l'opinione pubblica mondiale a quanto stanno tramando gli USA ed Israele che hanno navi, aerei, truppe acquartierate ai margini dell'Iran e pronte a sferrare un attacco mortale pari a quello sferrato contro l'Irak due volte e contro l'Afghanistan.

La confezione del falso è financo rudimentale. Non ci vuole molto per comprendere che si tratta di un marchingegno preparato nel laboratorio della controinformazione Cia: la vicenda di Sakineh è quella di una persona che viene usata per una colossale campagna denigratoria contro l'Islam come religione e contro l'Iran come nazione.
Nei giorni scorsi è stata orrendamente lapidata una giovane donna in Irak ma non se ne è occupato quasi nessuno. La lapidazione è avvenuta in un paese "liberato" dall'Occidente. Altre lapidazioni sono avvenute in varie parti del mondo delle quali quasi non si è data notizia. Certo lapidazione ed infibulazione sono pratiche barbariche che vanno abolite.
Ma il problema oggi non è questo. La lapidazione fa comodo alla propaganda imperiale. Bisogna liberare l'Iran dai preti come si è liberato ieri l'Irak da Saddam Hussein impiccato dopo essere stato vilipeso in mondovisione. Mi aspetto domani di vedere la testa di Ahmadinjed penzolare da una forca magari con la signora Sakineh che aiuta il boia.

L'Impero per giustificare le sue guerre di aggressione, per spingersi sulla strada del dominio del mondo ha  bisogno di crearsi delle icone, delle figure che materializzano l'idea di ciò che bisogna difendere e di ciò che bisogna combattere e diventino eroine della grande battaglia di "valori".
Ieri l'Icona dell'Iran era Neda, la ragazza uccisa durante una rivolta contro il Governo. Sulla sua morte ancora oggi, nonostante è stato provato da eminenti scienziati che il sangue che ne copriva la faccia non poteva essere vero, si continua a parlarne come di una martire. Questa icona viene sostituita oggi dalla signora Sakineh che viene griffata con uno slogan di grandissimo impatto: no alla lapidazione. Che cosa può suscitare in noi raccapriccio maggiore della lapidazione?

Nonostante l'impupata storia faccia acqua da tutte le parti si continua imperterriti ad andare avanti. Chi se ne frega? Come dice  Berlusconi, la verità è ciò che afferma la televisione!!
In quanto ad Icone la storia è vecchia: si tratta di un trucco usato almeno da cinquanta anni. Si cominciò con la figlia di Stalin, Svetlana, che nel 1966 "scappò" da Mosca in Florida per respirare la libertà che mancava nella URSS del padre, sebbene defunto di anni. La sorella di Fidel Castro fu arruolata dalla Cia e trasferita pure lei in Florida dove organizza la Resistenza dei cubani anticastristi. Anche la signora San Suu Kuy candidata alla Presidenza della Birmania è una sorta di santino per ora tenuta in riserva. Si parlò di lei l'ultima volta l'anno scorso. Evidentemente gli USA non hanno urgenze particolari sulla Birmania anche se non saranno soddisfatti se non dopo avervi installato una base militare. Anche della signora Betancoort già prigioniera delle Farc e liberata dai militari colombiani proposta per il premio Nobel per la pace non si tiene gran conto. Evidentemente Obama si è acconciato molto bene con il regime colombiano e per il momento non abbisogna di una eroina.

Altre icone sono i monaci buddisti. Mi riferisco al Dalai Lama ed al Grande Capo del Vietnam Tich Nhat Hanh. In questo momento non sono molto attivi, sono dormienti. Evidentemente la Cina ed il Vietnam non sono prioritari. Oggi è prioritario nei piani militari l'Iran!
Queste eroine hanno una caratteristica in comune: sono piazzate in posti dove ancora l'influenza dell'Impero non  è arrivata. Birmania, Cuba, Iran sono fuori dall'area di influenza e di condizionamento degli USA e delle multinazionali. Debbono essere "normalizzate" al più presto. L'impero deve aggiungere altre basi militari alle mille che ha sparse in un reticolato enorme in tutto il mondo.
E' desolante l'adesione acritica della sinistra europea a tutte, indistintamente tutte le campagne organizzate dagli USA attorno a questi Santini, a queste Icone. La sinistra europea è interna agli interessi del capitalismo euroatlantico ed in qualche modo si è schierata contro se stessa e contro quanti nel pianeta subiscono i piani di annessione e di sottomissione degli USA. Non é una novità! Al dunque l'internazionale Socialista ha sempre votato i crediti di guerra e si è sempre schierata dalla parte del colonialismo. Durante tutto il Novecento se non vi sembra poco!

 

Preso da  http://www.campoantimperialista.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1153:le-icone-dellimpero&catid=16:iran-cat&Itemid=29