10 nov 2009

MAOMETTO NON FU PEDOFILO. E GUARDATE CHI LO SOSTIENE.

La Santanché provoca irresponsabilmente i musulmani (Libero del 10 novembre)

No, Maometto non fu un pedofilo, e se qualcuno lo sostiene, per onestà deve anche ammettere che tutti noi, inclusi i fedeli si Santa Romana Chiesa siamo nipotini di pedofili al suoi pari. Ma il vero problema è che oggi molti maomettani, molti islamici contraggono matrimoni pedofili e la distinzione non è sofistica. Maometto visse a cavallo tra il ‘500 e i ‘600 dopo Cristo, in un’epoca in cui l’aspettativa di vita era di soli 25-30 anni e i matrimoni con spose bambine erano comuni sia in Arabia che nell’Europa cristiana. Innumerevoli sono i matrimoni tra reali delle grandi casate di Francia, Inghilterra e Spagna di in cui la sposa era ben più giovane di Aisha bint Abu Bakr, la bambina di nove anni che Maometto sposò dopo la morte della sua amata prima moglie, Khadija. Per di più, la storiografia musulmana sostiene che dopo averla sposata –con evidenti motivazioni politiche, tanto che il padre di Aisha, che era stato un maggiorente della Mecca, sarà poi il primo Califfo, il primo successore del Profeta- Maometto la riportò a casa e consumò il matrimonio solo in seguito (ma sul punto le versioni sono contrastanti). Di certo, Maometto amò Aisha alla follia, fu ricambiato, e morì appoggiato al suo grembo. Ma oggi, le decine di migliaia di musulmani che imitano il Profeta, non hanno nessuna giustificazione e meritano in pieno l’appellativo di pedofili, tanto che molti Stati islamici, a partire dalla semifanatica Arabia Saudita, a fronte del dilagare di spose bambine, prevedono di introdurre una età minima per il matrimonio, mentre altri l’hanno già introdotta. In Italia, fece scalpore nell’aprile scorso il caso di Samira, la tredicenne del Bangladesh sposata ad un trentaquatrenne, poi trasferitasi in Italia da dove, diventata sedicenne, rifiutò di seguire il marito in patria e fu “salvata” da una più che opportuna sentenza del tribunale dei minori di Treviso. Fece il giro del mondo nel 2008, la notizia della straordinaria forza di Nojoud Muhammed Nasser che a 8 anni –sì, a 8 anni- era stata venduta dal padre a un quarantenne, era stata violentata, ma era riuscita a scappare e a ottenere dal tribunale yemenita la dissoluzione del matrimonio. Sempre dallo Yemen ci giunge la terribile storia di Fawzya Abdullah Youssef, sposa bambina morta a dodici anni per un parto che le ha sfraziato il piccolo grembo. Mille, diecimila, centomila sono oggi le storie di indegni matrimoni con bambine nel mondo musulmano (lo stesso Khomeini, sposò una bimba di 12 anni) e tendono a crescere, anziché a diminuire, soprattutto in Iran. Un costume che prende a pretesto della pratica pedofila, l’esempio di Maometto, ma lo travolge e lo irride. A suo tempo, infatti, Maometto fu uno straordinario riformatore dei diritti delle donne. Stabilì, innanzitutto, la piena, totale parità di maschi e femmine quanto alla fede, e fu un atto rivoluzionario. Sul piano legale, stabilì poi che le donne fossero titolari di diritti ereditari (sia pure in quota ridotta, rispetto ai maschi), un principio innovatore dalle conseguenze immense sul piano sociale, perché codificava il loro pieno diritto autonomo di proprietà di immobili, denaro e greggi (si pensi che nell’Impero romano le donne erano inesistenti, quanto a diritti, erano proprietà piena e totale di maschi, come fossero armenti). Stabilì anche regole precise per la poligamia (non più di 4, ma lui ne aveva già 10) e mai, mai stabilì la morte per le adultere (in un versetto consigliò il perdono, in un altro cinquanta frustate), che fu stabilita solo nella sharia successiva. I musulmani di oggi, invece, vivono in un mondo in cui lo scorrere dei secoli ha illuminato i cuori sulla pienezza dei diritti delle donne. Sposarle bambine, è solo esercizio del diritto di stupro pedofilo, e poco conta che i loro padri, per denaro, glielo abbiano concesso. Purtroppo, però, gli stati musulmani sul punto soffrono di una criminale distrazione, che si fa complicità e così anche è per le grandi università coraniche che si guardano bene dal condannare queste barbarie.

http://www.carlopanella.it/web/dett-edi.asp?ID=799

3 commenti:

Anonimo ha detto...

assalamu alaykum

Mi trovo d'accordo con quanto scritto nell'articolo.
Se la Santanchè e company se la vogliono prendere con quei musulmani che praticano cose incivili,va bene. Ma devono tenere fuori dalle discussioni il Profeta Muhammad,perchè lui come persona di quei tempi,ha fatto cose eccezionali.Riforme impensabili.Il Corano ha proposto passi avanti. Ha liberato l'uomo dall'ignoranza,e gli ha aperto una porta e una grande occasione. Se ci sono musulmani che questo ancora non lo capiscono....è colpa loro. Ma dell'Islam..MAI. Non c'entra nulla.
Peccato che molta di questa gente che offende l'Islam,finisce con l'essere davvero cieca..sorda. Ma non muta.

Luisa ha detto...

ieri e' andata a pomeriggio5 e ha ripetuto pari pari le prime righe dell'articolo dicendo che era stata fraintesa e che aveva usato parole provocatorie causa i tempi televisivi
Forse crede che i Musulmani siano quelli che scendono dalla montagna con il bastone

muamer ha detto...

selam non lei non ha capito neanche chi è, forse dovrebbe ricercare sè stessa!