31 ott 2008
ayet
Avete avuto un bell'esempio in Abramo e in coloro che erano con lui, quando dissero alla loro gente: "Noi ci dissociamo da voi e da quel che adorate all'infuori di Allah: vi rinneghiamo. Tra noi e voi è sorta inimicizia e odio (che continueranno) ininterrotti, finché non crederete in Allah, l'Unico"…(Corano LX. Al-Mumtahana, 4)
LA LODE SPETTA AD ALLAH
La Lode spetta ad Allah, noi Lo glorifichiamo, chiediamo il Suo aiuto e imploriamo il Suo perdono. Noi crediamo in Lui, e in Lui poniamo la nostra fiducia. Cerchiamo protezione presso di Lui contro ogni male proveniente da noi stessi, e contro le nostre cattive azioni. Colui che Allah guida, nessuno potrà sviarlo, e colui che Allah svia, nessuno potrà mai guidarloTestimoniamo che non vi è altra divinità all'infuori di Allah, il Solo e l'Unico degno di essere adorato, e testimoniamo che Muhammad ('alayhi salatu wa-s-salâm) è il Messaggero di Allah e il Suo servitore, il modello perfetto inviato agli uomini e ai jinn. Testimoniamo che egli è il migliore degli adoratori e la guida dei pii.
Che la pace e le benedizioni di Allah siano su di lui, su tutti i membri della sua famiglia purificati, sui suoi Compagni prosternati, e su tutti coloro che li avranno seguiti fino al Giorno del Giudizio. Assalamu 'alaykum waRahmatullah waBarakatuHu.Dice Allah (subhânaHu waTa'ala):
Non ho creato i jinn e gli uomini se non perché Mi adorassero (Corano LI. Adh-Dhâriyât, 56)
Invero, la religione presso Allah è l'Islam… (Corano III. Al-'Imran, 19)…Oggi i miscredenti non sperano più di allontanarvi dalla vostra religione: non temeteli dunque, ma temete Me. Oggi ho reso perfetta la vostra religione, ho completato per voi la Mia grazia e Mi è piaciuto darvi per religione l'Islâm… (Corano V. Al-
Mâ'ida,
3)Allah apre il cuore all'Islâm a coloro che vuole guidare;colui che vuole sviare, lo stringe e opprime il suo petto, come a chi fa sforzo a salire verso il cielo… (Corano VI. Al-An 'âm, 125)
In verità i musulmani e le musulmane, i credenti e le credenti, i devoti e le devote, i leali e le leali, i perseveranti e le perseveranti, i timorati e le timorate, quelli che fanno l'elemosina e quelle che fanno l'elemosina, i digiunatori e le digiunatrici, i casti e le caste, quelli che spesso ricordano Allah e quelle che spesso ricordano Allah, sono coloro per i quali Allah ha disposto perdono ed enorme ricompensa (Corano XXXIII. Al-Ahzâb, 35)
Quanto a coloro che, uomini o donne, operano il bene e sono credenti, ecco coloro che entreranno nel Giardino e non subiranno alcun torto, foss'anche (del peso) di una fibra di dattero (Corano IV. An-Nisâ', 124)
Daremo una vita eccellente a chiunque, maschio o femmina, sia credente e compia il bene. Compenseremo quelli che sono stati costanti in ragione delle loro azioni migliori (Corano XVI. An-Nahl, 97)
Avete avuto un bell'esempio in Abramo e in coloro che erano con lui, quando dissero alla loro gente: "Noi ci dissociamo da voi e da quel che adorate all'infuori di Allah: vi rinneghiamo. Tra noi e voi è sorta inimicizia e odio (che continueranno) ininterrotti, finché non crederete in Allah, l'Unico"…(Corano LX. Al-Mumtahana,
4)La parola più veridica è quella di Allah, la migliore guida è la guida di Muhammad (sallAllahu 'alayhi waSallam), le cose peggiori sono le innovazioni nella religione, ogni innovazione è uno sviamento e ogni sviamento conduce al Fuoco.
La nostra Da'wah è innanzitutto di richiamare la gente al Tawhîd e alla Testimonianza di Fede di Ahlu-s-Sunnah wa-l-Jama'ah, attraverso la comprensione dei Salaf as-Salih. Cerchiamo tramite questo sito di propagare la scienza attraverso il Qur'ân, la Sunnah e la comprensione dei Pii Predecessori, così come attraverso le parole dei Sapienti ben guidati. Ci riferiamo agli Ulamâ' che hanno una dottrina sana e una metodologia corretta, del passato e contemporanei.Ricordiamo anche che nessuno è esente da errori.L'Imâm 'Alî Ibn Abî Tâlib (che Allah sia soddisfatto di lui) disse:
"Non si conosce la verità tramite gli uomini; ma conosci la Verità, così conoscerai coloro che la seguono".
L'Imâm Mâlik (rahimahullah) disse: "La parola di chiunque può essere accolta o rigettata, ad eccezione di quella di colui che è in questa tomba (indicando la tomba del Messaggero di Allah, sallAllahu 'alayhi waSallam)".Particolare attenzione è riservata alla figura femminile, allo scopo di far luce sull'elevata posizione che l'Islâm conferisce alla donna.Sosteniamo apertamente i Mujâhidîn, i nostri fratelli e sorelle imprigionati nelle mani dei kuffâr, degli ipocriti e degli apostati, e coloro che sono umiliati e oppressi, così come tutte le persone dell'Haqq, anche se ciò dispiaccia ai miscredenti, agli sviati e a tutti coloro che hanno una malattia nel cuore.
Dice Allah (Gloria a Lui, l'Altissimo):
Dicevano loro: “Si sono riuniti contro di voi, temeteli”. Ma questo accrebbe la loro fede e dissero: “Allah ci basterà, è il Migliore dei protettori” (Corano III. Âl-‘Imrân, 173)
Imploriamo Allah l'Altissimo di sostenerci in tutto ciò che intraprendiamo, di perdonare tutti i nostri errori e di far sì che questo sito sia utile alla Ummah di lingua italiana.Jazakumullahukhayran a tutti coloro che correggeranno i nostri errori, ci sosterranno coi du'â e ci invieranno traduzioni, articoli, testimonianzeChe Allah ci risparmi il castigo dell'Aldilà e ci accordi il Firdaws, così come a tutti i Musulmani e le Musulmane sinceri, âmîn!
Che la pace e le benedizioni di Allah siano su di lui, su tutti i membri della sua famiglia purificati, sui suoi Compagni prosternati, e su tutti coloro che li avranno seguiti fino al Giorno del Giudizio. Assalamu 'alaykum waRahmatullah waBarakatuHu.Dice Allah (subhânaHu waTa'ala):
Non ho creato i jinn e gli uomini se non perché Mi adorassero (Corano LI. Adh-Dhâriyât, 56)
Invero, la religione presso Allah è l'Islam… (Corano III. Al-'Imran, 19)…Oggi i miscredenti non sperano più di allontanarvi dalla vostra religione: non temeteli dunque, ma temete Me. Oggi ho reso perfetta la vostra religione, ho completato per voi la Mia grazia e Mi è piaciuto darvi per religione l'Islâm… (Corano V. Al-
Mâ'ida,
3)Allah apre il cuore all'Islâm a coloro che vuole guidare;colui che vuole sviare, lo stringe e opprime il suo petto, come a chi fa sforzo a salire verso il cielo… (Corano VI. Al-An 'âm, 125)
In verità i musulmani e le musulmane, i credenti e le credenti, i devoti e le devote, i leali e le leali, i perseveranti e le perseveranti, i timorati e le timorate, quelli che fanno l'elemosina e quelle che fanno l'elemosina, i digiunatori e le digiunatrici, i casti e le caste, quelli che spesso ricordano Allah e quelle che spesso ricordano Allah, sono coloro per i quali Allah ha disposto perdono ed enorme ricompensa (Corano XXXIII. Al-Ahzâb, 35)
Quanto a coloro che, uomini o donne, operano il bene e sono credenti, ecco coloro che entreranno nel Giardino e non subiranno alcun torto, foss'anche (del peso) di una fibra di dattero (Corano IV. An-Nisâ', 124)
Daremo una vita eccellente a chiunque, maschio o femmina, sia credente e compia il bene. Compenseremo quelli che sono stati costanti in ragione delle loro azioni migliori (Corano XVI. An-Nahl, 97)
Avete avuto un bell'esempio in Abramo e in coloro che erano con lui, quando dissero alla loro gente: "Noi ci dissociamo da voi e da quel che adorate all'infuori di Allah: vi rinneghiamo. Tra noi e voi è sorta inimicizia e odio (che continueranno) ininterrotti, finché non crederete in Allah, l'Unico"…(Corano LX. Al-Mumtahana,
4)La parola più veridica è quella di Allah, la migliore guida è la guida di Muhammad (sallAllahu 'alayhi waSallam), le cose peggiori sono le innovazioni nella religione, ogni innovazione è uno sviamento e ogni sviamento conduce al Fuoco.
La nostra Da'wah è innanzitutto di richiamare la gente al Tawhîd e alla Testimonianza di Fede di Ahlu-s-Sunnah wa-l-Jama'ah, attraverso la comprensione dei Salaf as-Salih. Cerchiamo tramite questo sito di propagare la scienza attraverso il Qur'ân, la Sunnah e la comprensione dei Pii Predecessori, così come attraverso le parole dei Sapienti ben guidati. Ci riferiamo agli Ulamâ' che hanno una dottrina sana e una metodologia corretta, del passato e contemporanei.Ricordiamo anche che nessuno è esente da errori.L'Imâm 'Alî Ibn Abî Tâlib (che Allah sia soddisfatto di lui) disse:
"Non si conosce la verità tramite gli uomini; ma conosci la Verità, così conoscerai coloro che la seguono".
L'Imâm Mâlik (rahimahullah) disse: "La parola di chiunque può essere accolta o rigettata, ad eccezione di quella di colui che è in questa tomba (indicando la tomba del Messaggero di Allah, sallAllahu 'alayhi waSallam)".Particolare attenzione è riservata alla figura femminile, allo scopo di far luce sull'elevata posizione che l'Islâm conferisce alla donna.Sosteniamo apertamente i Mujâhidîn, i nostri fratelli e sorelle imprigionati nelle mani dei kuffâr, degli ipocriti e degli apostati, e coloro che sono umiliati e oppressi, così come tutte le persone dell'Haqq, anche se ciò dispiaccia ai miscredenti, agli sviati e a tutti coloro che hanno una malattia nel cuore.
Dice Allah (Gloria a Lui, l'Altissimo):
Dicevano loro: “Si sono riuniti contro di voi, temeteli”. Ma questo accrebbe la loro fede e dissero: “Allah ci basterà, è il Migliore dei protettori” (Corano III. Âl-‘Imrân, 173)
Imploriamo Allah l'Altissimo di sostenerci in tutto ciò che intraprendiamo, di perdonare tutti i nostri errori e di far sì che questo sito sia utile alla Ummah di lingua italiana.Jazakumullahukhayran a tutti coloro che correggeranno i nostri errori, ci sosterranno coi du'â e ci invieranno traduzioni, articoli, testimonianzeChe Allah ci risparmi il castigo dell'Aldilà e ci accordi il Firdaws, così come a tutti i Musulmani e le Musulmane sinceri, âmîn!
30 ott 2008
educare i figli
L'educazione dei bambini
بسم الله الرحمان الرحيمNel Nome di Allah, il sommamente Misericordioso, il ClementissimoL’educazione dei bambiniShaykha Umm ‘Abdillah al-Wadi‘iyya (hafizahallah)
Dedichiamo questa traduzione alla piccola Kawthar, piccolo, meraviglioso dono dell'Altissimo, appena giunta tra le braccia dei suoi genitori... Allahumma, rendi questa nuova mu'minah un'occasione d'ingresso nel Jannah per i suoi genitori, donale l'îmân, la sapienza e la pietà filiale, e rendila una Ni'ma per la Ummah di domani... âmîn...
Umm Yahya e famiglia
L’educazione dei bambini è qualcosa di complesso che richiede pazienza e accortezza. Con alcuni bambini è necessario agire con dolcezza, e se si facesse il contrario, si ostinerebbero. Altri bambini richiedono una maggiore severità nei loro confronti, ma non bisogna che questa severità oltrepassi i limiti di ciò che è tollerabile. Se si oltrepassano questi limiti, ciò condurrà il bambino ad ostinarsi e a non ascoltare gli ordini dei genitori.Chiediamo ad Allah che Egli ci accordi una buona educazione (dei nostri bambini), e questa è una grande responsabilità che pesa sulle spalle dei genitori;Allah (‘azza waJalla) dice:يَا أَيُّهَا الَّذِينَ آَمَنُوا قُوا أَنْفُسَكُمْ وَأَهْلِيكُمْ نَارًا وَقُودُهَا النَّاسُ وَالْحِجَارَةُO voi che credete, proteggete voi stessi e le vostre famiglie da un fuoco il cui combustibile saranno uomini e pietre... (Corano LXVI. At-Tahrîm, 6)‘Abdullah ibn ‘Umar (che Allah sia soddisfatto del padre e del figlio) riferì che il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “Ciascuno di voi è un pastore e ciascuno di voi è responsabile del suo gregge. L’Imâm è un pastore ed è responsabile del suo gregge. L’uomo è un pastore nella sua famiglia, ed è responsabile del suo gregge. La donna è un pastore nella casa di suo marito ed è responsabile del suo gregge. Il servitore è un pastore che ha la responsabilità dei beni del suo padrone, ed è responsabile del suo gregge. Così, ciascuno di voi è un pastore e ciascuno è responsabile del suo gregge” (Bukhârî e Muslim).I genitori devono necessariamente aiutarsi reciprocamente nell’educazione dei loro figli. E se uno dei due trascura questa responsabilità, vi sarà una mancanza da una parte, a meno che Allah voglia (che sia altrimenti).Occorre insegnare ai bambini in funzione del loro livello di comprensione, per esempio:1. Si ripete al bambino il nome “Allah”, mostrando col dito il cielo.2. Quando gli si dà qualcosa da mangiare, come il pane o qualcos’altro, glielo si dà nella mano destra.3. Se l’alimento è caldo, non bisogna soffiarci sopra, poiché il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) proibì di soffiare nel piatto. E se il bambino vede qualcuno farlo, lo imiterà immediatamente.Così, per ogni cosa, in conformità con la parola del Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam): “Ogni bambino nasce nella Fitrah (natura primordiale sana), e sono i suoi genitori che ne fanno un giudeo, un cristiano o un adoratore del fuoco”, così anche nell’hadîth riportato dall’Imâm Muslim, da ‘Iyad ibn ‘Umar, secondo cui il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “Allah ha detto: Ho creato i Miei servi sulla via del puro monoteismo (hunafa), poi i demoni li hanno sviati”.4. A partire da un anno e mezzo, se vuole mangiare o bere, gli si ricorda di dire “Bismillah”, in modo tale che in seguito ciò divenga normale per lui, e dirà da solo: “Bismillah”.5. Quando si vede che può comprendere i pilastri dell’Islâm, della fede (Îmân) e della perfezione (Ihsân), glieli si insegna. Non preciso l’età, perché la parola e la memoria variano da un bambino all’altro.I pilastri dell’Islâm sono: Da Ibn ‘Abbâs (radiAllahu ‘anhu), il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “L’Islâm è basato su cinque pilastri: la Testimonianza che non vi è altra divinità degna di essere adorata che Allah, e che Muhammad è il Suo Messaggero; il compimento della preghiera rituale (salât), il pagamento della zakât (imposta rituale), il Pellegrinaggio alla Casa di Allah, e il digiuno del mese di Ramadân” (Bukhârî e Muslim).I pilastri della fede sono:Da Abû Hurayra (radiAllahu ‘anhu), il Messaggero di Allah (pace e benedizioni di Allah su di lui) disse: “La fede consiste nel fatto che tu creda in Allah, nei Suoi Angeli, nei Suoi Libri, nei Suoi Messaggeri, e che tu creda nel Giorno del Giudizio e nel destino” (Al-Bukhârî e Muslim).Il pilastro della perfezione (Ihsân) è: “...che tu adori Allah come se Lo vedessi, poiché – se tu non Lo vedi – Egli ti vede” (Al-Bukhârî e Muslim).6. Occorre anche insegnargli le regole delle abluzioni.7. Se mangia in un piatto, bisogna dirgli di mangiare ciò che vi è davanti a lui, secondo quanto riportato da ‘Umar ibn Abi Salama (radiAllahu ‘anhuma): “Mangiavo e la mia mano si muoveva dappertutto nel piatto, allora il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) mi disse: “Bambino mio! Pronuncia il nome di Allah, mangia con la mano destra e mangia ciò che vi è davanti a te”.”8. Bisogna abituarlo a compiere il bene, e quando raggiunge l’età di sette anni, occorre esercitarlo a compiere la preghiera. Abû Dâwûd riporta che il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “Ordinate ai vostri bambini di compiere la preghiera all’età di sette anni, batteteli (se non la compiono) all’età di dieci, e (a quest’età) separateli nei letti” (...)9. Separare i bambini nei letti all’età di dieci anni, secondo l’hadîth precedente.10. Addestrarlo al digiuno, se ciò non lo indebolisce, affinché vi si abitui per quando sarà più grande. Al-Bukhârî intitolò un capitolo del suo Sahîh: “Il digiuno dei bambini”.Da Rubay’ bint Mu’awidh: “Il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui) inviò un messaggio alle città degli Ansâr il giorno di ‘Ashurâ’ in cui disse: “Colui che si sia alzato senza aver digiunato, che continui così, e colui che digiuna che termini il suo digiuno”.”Rubay’ disse: “Allora, digiunammo quel giorno, e facemmo digiunare i nostri bambini, e se uno di loro piangeva a causa della fame, gli davamo un giocattolo di lana perché pazientasse fino alla rottura”.11. Bisogna insegnare al bambino la dottrina autentica, dicendogli quel che diceva il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) a Ibn ‘Abbâs (radiAllahu ‘anhu): “Bambino mio! Ti insegnerò qualche precetto. Osserva i comandamenti di Allah, Egli ti proteggerà. Osserva i comandamenti di Allah, Lo troverai dinanzi a te. Se domandi qualcosa, domandala ad Allah. Se cerchi aiuto, cercalo presso Allah. E sappi che se (tutta) la comunità si unisse per farti del bene, non ti farebbero che il bene che Allah ti ha scritto, e se si riunissero per causarti del torto, non ti farebbero che il torto ce Allah ti ha scritto. I càlami si sono alzati e l’inchiostro dei fogli è seccato”.12. Bisogna consigliare il bambino alla maniera di Luqmân. Allah (‘azza waJalla) dice:وَإِذْ قَالَ لُقْمَانُ لِابْنِهِ وَهُوَ يَعِظُهُ يَا بُنَيَّ لَا تُشْرِكْ بِاللَّهِ إِنَّ الشِّرْكَ لَظُلْمٌ عَظِيمٌ (13) وَوَصَّيْنَا الْإِنْسَانَ بِوَالِدَيْهِ حَمَلَتْهُ أُمُّهُ وَهْنًا عَلَى وَهْنٍ وَفِصَالُهُ فِي عَامَيْنِ أَنِ اشْكُرْ لِي وَلِوَالِدَيْكَ إِلَيَّ الْمَصِيرُ (14) وَإِنْ جَاهَدَاكَ عَلى أَنْ تُشْرِكَ بِي مَا لَيْسَ لَكَ بِهِ عِلْمٌ فَلَا تُطِعْهُمَا وَصَاحِبْهُمَا فِي الدُّنْيَا مَعْرُوفًا وَاتَّبِعْ سَبِيلَ مَنْ أَنَابَ إِلَيَّ ثُمَّ إِلَيَّ مَرْجِعُكُمْ فَأُنَبِّئُكُمْ بِمَا كُنْتُمْ تَعْمَلُونَ (15) يَا بُنَيَّ إِنَّهَا إِنْ تَكُ مِثْقَالَ حَبَّةٍ مِنْ خَرْدَلٍ فَتَكُنْ فِي صَخْرَةٍ أَوْ فِي السَّمَاوَاتِ أَوْ فِي الْأَرْضِ يَأْتِ بِهَا اللَّهُ إِنَّ اللَّهَ لَطِيفٌ خَبِيرٌ (16) يَا بُنَيَّ أَقِمِ الصَّلَاةَ وَأْمُرْ بِالْمَعْرُوفِ وَانْهَ عَنِ الْمُنْكَرِ وَاصْبِرْ عَلَى مَا أَصَابَكَ إِنَّ ذَلِكَ مِنْ عَزْمِ الْأُمُورِ (17) وَلَا تُصَعِّرْ خَدَّكَ لِلنَّاسِ وَلَا تَمْشِ فِي الْأَرْضِ مَرَحًا إِنَّ اللَّهَ لَا يُحِبُّ كُلَّ مُخْتَالٍ فَخُورٍ (18) وَاقْصِدْ فِي مَشْيِكَ وَاغْضُضْ مِنْ صَوْتِكَ إِنَّ أَنْكَرَ الْأَصْوَاتِ لَصَوْتُ الْحَمِيرِ (19)E (ricorda) quando Luqmân disse a suo figlio: "Figlio mio, non attribuire ad Allah associati. AttribuirGli associati è un'enorme ingiustizia".Abbiamo imposto all'uomo di trattare bene i suoi genitori: lo portò sua madre di travaglio in travaglio e lo svezzò dopo due anni: "Sii riconoscente a Me e ai tuoi genitori. Il destino ultimo è verso di Me. E se entrambi ti obbligassero ad associarMi ciò di cui non hai conoscenza alcuna, non obbedire loro, ma sii comunque cortese con loro in questa vita e segui la via di chi si rivolge a Me. Poi a Me farete ritorno e vi informerò su quello che avrete fatto"."O figlio mio, anche se fosse come il peso di un granello di senape, nel profondo di una roccia o nei cieli o nella terra, Allah lo porterà alla luce. Allah è dolce e ben informato. O figlio mio, assolvi all'orazione, raccomanda le buone consuetudini e proibisci il biasimevole e sopporta con pazienza quello che ti succede: questo il comportamento da tenere in ogni impresa.Non voltare la tua guancia dagli uomini e non calpestare la terra con arroganza: in verità Allah non ama il superbo vanaglorioso. Sii modesto nel camminare e abbassa la tua voce: invero la più sgradevole delle voci è quella dell'asino" (Corano XXXI. Luqmân, 13-19)13. Bisogna insegnargli a chiedere il permesso quando vuole entrare; Allah (‘azza waJalla) dice:يَاأَيُّهَا الَّذِينَ آَمَنُوا لِيَسْتَأْذِنْكُمُ الَّذِينَ مَلَكَتْ أَيْمَانُكُمْ وَالَّذِينَ لَمْ يَبْلُغُوا الْحُلُمَ مِنْكُمْ ثَلَاثَ مَرَّاتٍ مِنْ قَبْلِ صَلَاةِ الْفَجْرِ وَحِينَ تَضَعُونَ ثِيَابَكُمْ مِنَ الظَّهِيرَةِ وَمِنْ بَعْدِ صَلَاةِ الْعِشَاءِ ثَلَاثُ عَوْرَاتٍ لَكُمْ لَيْسَ عَلَيْكُمْ وَلَا عَلَيْهِمْ جُنَاحٌ بَعْدَهُنَّ طَوَّافُونَ عَلَيْكُمْ بَعْضُكُمْ عَلَى بَعْضٍ كَذَلِكَ يُبَيِّنُ اللَّهُ لَكُمُ الْآَيَاتِ وَاللَّهُ عَلِيمٌ حَكِيمٌ (58)O voi che credete, vi chiedano il permesso (di entrare) i vostri servi e quelli che ancora sono impuberi, in tre momenti (del giorno): prima dell’orazione dell’alba, quando vi spogliate dei vostri abiti a mezzogiorno e dopo l’orazione della notte. Questi sono tre momenti di riservatezza per voi. A parte ciò, non ci sarà alcun male né per voi né per loro se andrete e verrete gli uni presso gli altri. Così Allah vi espone chiaramente i Suoi versetti, e Allah è Sapiente e Saggio (Corano XXIV. An-Nûr, 58)14. Bisogna insegnargli quali sono le cose proibite, affinché se ne allontani. Abû Hurayra (che Allah sia soddisfatto di lui) riferì che Al-Hasan (il nipote del Profeta – sallAllahu ‘alayhi waSallam) prese un dattero proveniente dall’elemosina, e il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) gli disse: “Sputa! Sputa! E allontanatene; non sai che noi (la Famiglia del Profeta – sallAllahu ‘alayhi waSallam) non mangiamo dell’elemosina?”.15. Bisogna spiegargli il senso dei versetti o degli ahadîth che gli si recitano.16. Occorre legare il suo cuore ad Allah (‘azza waJalla), mentre il cuore di certi bambini si lega a questa vita o ai diplomi. I loro cuori sono colmi di tenebre, e può darsi che queste tenebre lo travolgano...17. Bisogna aver cura di insegnargli il Corano, occorre insegnargli tutti i giorni, anche soltanto un versetto. Coloro che si dedicano al Corano sono le migliori delle persone, com’è riportato da Al-Bukhârî, da ‘Uthmân ibn ‘Affân (radiAllahu ‘anhu), che riferì che il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “Il migliore di voi è colui che impara il Qur’an e lo insegna agli altri”.E il Messaggero di Allah (pace e benedizioni di Allah su di lui) raccomandò di dare importanza al Qur’ân. Al-Bukhârî riporta che Talha chiese a ‘AbdAllah ibn Abi Awfa: “Il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui) raccomandò qualcosa?”. Gli disse: “Come dunque è pervenuta alla gente la sua parola: “Abbiamo loro ordinato ma non raccomandato” ?”. Spiegò: “Raccomandò loro il Libro di Allah”.Al-Hafiz Ibn Hajar (Al-Asqalanî, rahimahullah, commentatore del Sahîh al-Bukhârî, ndr) disse: “Il senso della sua parola “Raccomandò loro il Libro di Allah” significa impararlo a memoria, seguirlo, mettere in pratica i suoi ordini, allontanarsi dai suoi divieti, recitarlo e apprenderlo costantemente”.E il Qur’ân intercederà per colui che lo apprende, come è riportato dall’Imâm Muslim, da Abû Umama al-Bahili: il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “Leggete il Qur’ân, poiché esso intercederà il Giorno della Resurrezione per coloro che lo leggevano”.Riportò anche, da An-Nawas ibn Sam’an al-Kilabi che il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “Verrà fatto venire il Qur’ân, e coloro che lo mettevano in pratica. Sûratu-l-Baqara e Âl-‘Imrân saranno davanti, e intercederanno per colui che le avrà apprese”.Vi sono molti ahadîth sulle virtù del Qur’ân e di coloro che lo apprendono:‘Aisha (radiAllahu ‘anha) riportò che il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “Colui che legge il Corano agevolmente è tra gli scribi nobili e pii (gli Angeli), e colui che lo legge con difficoltà ha due ricompense” (Al-Bukhârî e Muslim).Abû Mûsâ al-‘Ash’ari riferì che il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui) disse: “Il credente che legge il Qur’ân è come il limone, il suo profumo e il suo gusto sono buoni; il credente che non legge il Qur’ân è come il dattero: non ha profumo, ma il suo gusto è buono; l’ipocrita che legge il Qur’ân è come il basilico: il suo profumo è buono, ma il suo gusto è amaro; e l’ipocrita che non legge il Qur’ân è come la coloquintide: non ha profumo e il suo gusto è amaro” (Al-Bukhârî e Muslim).‘Abdullah ibn ‘Umar (radiAllahu ‘anhuma) riferì che il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “Tramite questo Libro, Allah eleva dei popoli e ne abbassa altri” (Muslim).‘Abdullah ibn ‘Amr ibn al-‘Âs (radiAllahu ‘anhuma) riferì che il Profeta (sallAllahu ‘alayhi wa Sallam) disse: “Verrà detto a colui che recitava il Qur’ân: recita melodiosamente come recitavi sulla terra, il tuo grado (in Paradiso) srà in funzione dell’ultimo versetto che reciterai” (Ahmad, Abû Dâwûd, at-Tirmidhi).‘Abdullah ibn ‘Umar (che Allah si compiaccia del padre e del figlio) riferì che il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “La gelosia è proibita tranne in due casi: (nei confronti di) un uomo cui Allah abbia donato il Qur’ân e che lo metta in pratica notte e giorno, e un uomo cui Allah abbia donato del denaro, e che lo spenda (nella Via di Allah) notte e giorno” (Al-Bukhârî e Muslim).E colui che apprende deve ripassare, per il rischio di dimenticare rapidamente quanto ha appreso; l’Imâm Al-Bukhârî riferì da Abû Mûsâ (radiAllahu ‘anhu) che il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “Ripassate il Qur’ân, perché – per Colui che detiene la mia anima nella Sua mano – esso è più rapido a salvarsi della cammella che non sia legata”.18. Non bisogna lasciare che i bambini frequentino i figli della gente volgare, poiché facendo ciò acquisirebbe le loro cattive abitudini, e ciò distruggerebbe quel che ha imparato.Il poeta disse:Il bambino apprende ciò che gli si dona e non lo dimentica,poiché il suo cuore è come un gioiello puro.Scolpisci nel suo cuore ciò che vuoi, se ne ricorderà.L’anima del bambino è vuota, pronta ad accettare tutto, come si dice: “scolpire durante la giovinezza è come scolpire nella pietra”.19. Non bisogna lasciare il bambino uscire la sera, poiché i diavoli si diffondono in questo momento e possono causargli del torto. L’Imâm Al-Bukhârî riportò, da Jabir ibn ‘Abdillah (radiAllahu ‘anhu), che il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “Quando il sole tramonta, fate rientrare i bambini, perché i diavoli escono in quel momento. Poi, quando sarà passata un’ora, lasciateli. E chiudete le porte menzionando il nome di Allah, poiché i diavoli non possono aprire una porta chiusa”.20. Talvolta bisogna lasciare il bambino a giocare da solo, perché se gli si impedisce sempre di giocare, sarà meno disponibile intellettualmente e si annoierà.Se i genitori vogliono (ben) allevare i loro bambini, che donino loro un’educazione islamica, che insegnino loro il Qur’ân e la Sunnah.Tra le cose che elevano i genitori nell’Aldilà – se sono Musulmani – vi è l’invocazione del figlio pio per loro, com’è riportato dall’Imâm Muslim, da Abû Hurayra (radiAllahu ‘anhu): il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui) disse: “Quando il figlio d’Adamo muore, le sue opere si arrestano, tranne tre: un’elemosina che continua, una scienza da cui la gente tragga profitto, e un figlio pio che invochi per lui”.Abû Hurayra (radiAllahu ‘anhu) riferì che il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “Verrà elevato il rango del servo pio in Paradiso, ed egli dirà: “Oh Signore, come potrei avere ciò?”. Gli verrà risposto: “Grazie alla richiesta di perdono di tuo figlio per te”.” (Sahîh, al-Musnad)Se i genitori e i figli sono pii, ma questi ultimi non raggiungono il livello dei loro genitori, Allah li eleverà al livello dei loro genitori; Allah (‘azza waJalla) dice:Coloro che avranno creduto e che saranno stati seguiti nella fede dalla loro progenie, Noi li riuniremo ai loro figli. Non diminuiremo in nulla il merito delle loro azioni, poiché ognuno è pegno di quello che si sarà guadagnato (Corano LII. At-Tûr, 21)Il figlio può essere un beneficio per i suoi genitori, obbedendo loro, essendo buono con loro, ed è ciò che i pii chiedono al loro Signore, come dice Allah (subhânaHu waTa’ala):وَالَّذِينَ يَقُولُونَ رَبَّنَا هَبْ لَنَا مِنْ أَزْوَاجِنَا وَذُرِّيَّاتِنَا قُرَّةَ أَعْيُنٍ وَاجْعَلْنَا لِلْمُتَّقِينَ إِمَامًا (74E coloro che dicono: “Signore, fai delle nostre spose e dei nostri figli la consolazione dei nostri occhi, e fai di noi delle guide per i timorati (di Allah)” (Corano XXV. Al-Furqân, 74)21. Bisogna fare in modo che il bambino frequenti la gente pia, per questo motivo quella madre pia che era Umm Sulaym (radiAllahu ‘anha) condusse suo figlio Anas (radiAllahu ‘anhu) dal Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam), dicendo: “Oh Messaggero di Allah, Anas è al tuo servizio, invoca Allah per lui!”. Disse allora (pace e benedizioni di Allah su di lui): “Oh Signore! Aumenta e benedici la sua ricchezza e i suoi figli!”.Umm Hudhayfa (radiAllahu ‘anha) chiese a suo figlio, Hudhayfa ibn al-Yaman (radiAllahu ‘anhuma): “Quando devi vederlo?” (voleva dire il Profeta sallAllahu ‘alayhi waSallam). (Hudhayfa raccontò): Le risposi: “Non l’ho visto dal tal giorno”. Non smise di rimproverarmelo, finché le dissi: “Lasciami, andrò a pregare con il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) a preghiera del maghrib, e gli chiederò di domandare perdono per te e per me”. Andai poi a trovare il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam), pregai con lui la preghiera del maghrib, poi egli se ne andò e io lo seguii. Sentì la mia voce e disse: “Chi è là? Hudhayfa?”. Risposi: “Sì, sono io”. Disse: “Che cosa desideri, che Allah ti perdoni, così come a tua madre?... Quest’angelo non era mai sceso sulla terra prima di questa notte, ha chiesto il permesso ad Allah di salutarmi, e mi ha annunciato che Fatima è la principessa delle donne del Paradiso” (at-Tirmidhi).I genitori devono fare molti sforzi nell’educazione dei loro figli, e la guida resta nelle mani di Allah. L’uomo non può guidarsi da solo, come potrebbe farlo per qualcun altro? Così come Nûh (Noè), uno dei Profeti di Allah (pace su di lui), che non poté guidare suo figlio, e lo incitava, tuttavia, ad essere con loro (i credenti) e non con i miscredenti, come dice Allah (‘azza waJalla):وَنَادَى نُوحٌ ابْنَهُ وَكَانَ فِي مَعْزِلٍ يَا بُنَيَّ ارْكَبْ مَعَنَا وَلَا تَكُنْ مَعَ الْكَافِرِينَ (42) قَالَ سَآَوِي إِلَى جَبَلٍ يَعْصِمُنِي مِنَ الْمَاءِ قَالَ لَا عَاصِمَ الْيَوْمَ مِنْ أَمْرِ اللَّهِ إِلَّا مَنْ رَحِمَ وَحَالَ بَيْنَهُمَا الْمَوْجُ فَكَانَ مِنَ الْمُغْرَقِينَ (43)...Nûh chiamò suo figlio, che era rimasto in disparte: “Figlio mio, Sali insieme con noi, non rimanere con i miscredenti”. Rispose: “Mi rifugerò su un monte che mi proteggerà dall’acqua”. Disse (Nûh): “Oggi non c’è nessun riparo contro il decreto di Allah, eccetto (per) colui che gode della (Sua) misericordia”. Si frapposero le onde tra i due e fu tra gli annegati (Corano XI. Hûd, 42-43)Allo stesso modo in cui Ibrâhîm (Abramo, su di lui la pace) esortava suo padre ad abbandonare il politeismo, come è riportato in numerose Sûre, tuttavia egli non seguì i consigli di suo figlio, dicendo al contrario:لَئِنْ لَمْ تَنْتَهِ لَأَرْجُمَنَّكَ وَاهْجُرْنِي مَلِيًّا“...Se non desisti, ti lapiderò. Allontanati per qualche tempo” (Corano XIX. Maryam, 46)Così come il nostro Profeta Muhammad (sallAllahu ‘alayhi waSallam), che incitava suo zio Abû Tâlib a sottomettersi, malgrado tutto egli rifiutò e morì sul politeismo. E gli esempi sono numerosi, ivi compresi i Salaf:Shu’ba ibn al-Hajjaj diceva: “Ebbi un figlio e lo chiamai Sa‘d, ma non ebbe riuscita (mâ sa‘ada). Gli dicevo: vai a trovare Hisham ad-Dustawa’i. Mi rispondeva: preferisco divertirmi coi piccioni” (Mizan al-‘itidal 2/122).Ismâ‘îl ibn Ibrâhîm ibn Muqasim era un uomo pio, e tra i suoi figli vi era Ibrâhîm, apparteneva alla setta dei Jahmiyyah, sosteneva che il Qur’ân fosse creato...La guida è dunque tra le mani di Allah, ma occorre mettere in opera le cause (della guida), e se Allah vuole del bene (a questo bambino), gli farà seguire i consigli (dei suoi genitori), e se Egli vuole altra cosa per lui, resterà su quella via, come disse il poeta:Se la natura è malvagia, né il buon comportamento,né l’educatore saranno di alcuna utilità.Alcuni bambini sono delle prove per i loro genitori, per questo Allah (‘azza waJalla) dice:يَا أَيُّهَا الَّذِينَ آَمَنُوا إِنَّ مِنْ أَزْوَاجِكُمْ وَأَوْلَادِكُمْ عَدُوًّا لَكُمْ فَاحْذَرُوهُمْO voi che credete, nelle vostre spose e nei vostri figli c’è (talvolta) un nemico per voi. State in guardia... (Corano LXIV. At-Taghâbun, 14)In questo versetto “nei” (mim) significa: (in) alcuni.يَا أَيُّهَا الَّذِينَ آَمَنُوا لَا تُلْهِكُمْ أَمْوَالُكُمْ وَلَا أَوْلَادُكُمْ عَنْ ذِكْرِ اللَّهِ وَمَنْ يَفْعَلْ ذَلِكَ فَأُولَئِكَ هُمُ الْخَاسِرُونَ (9)O credenti, non vi distraggano dal ricordo di Allah i vostri beni e i vostri figli. Quelli che faranno ciò saranno i perdenti (Corano LXIII. Al-Munâfiqûn, 9)Il figlio è una prova per i suoi genitori se è la causa del loro allontanamento dalla religione, e tra gli esempi possiamo citare:1. Se il padre è Musulmano e suo figlio si ammala, ed egli cerca con tutti i mezzi di guarirlo, al punto da recarsi dai veggenti, dagli indovini, la qual cosa è una miscredenza, poiché essi pretendono di conoscere l’Invisibile, che soltanto Allah conosce:وَمَا كَانَ اللَّهُ لِيُطْلِعَكُمْ عَلَى الْغَيْبِ...Allah non intende informarvi sull’invisibile... (Corano III. Âl-‘Imrân, 179)وَعِنْدَهُ مَفَاتِحُ الْغَيْبِ لَا يَعْلَمُهَا إِلَّاهُوَEgli possiede le chiavi dell’invisibile, che solo Lui conosce... (Corano VI. Al-An‘âm, 59)E vi sono molte altre prove. Così, a causa di suo figlio, questo padre commetterà un atto di politeismo.2. Altri trascurano i loro doveri (religiosi) per provvedere al bisogno dei loro figli e distrarli.3. Altri installano la televisione a casa loro per distrarre i loro bambini, nonostante la televisione sia harâm per tutto il male che racchiude: le immagini, gli strumenti musicali, il fatto di guardare uomini e donne, la sua adesione ai princìpi dei nemici dell’Islâm, e ancora altri mali.È in questo che il bambino può essere un nemico per i suoi genitori, e non sarà loro di alcuna utilità nel Giorno della Resurrezione, al contrario, si allontanerà da loro, come dice Allah (‘azza waJalla):يَوْمَ يَفِرُّ الْمَرْءُ مِنْ أَخِيهِ (34) وَأُمِّهِ وَأَبِيهِ (35) وَصَاحِبَتِهِ وَبَنِيهِ (36) لِكُلِّ امْرِئٍ مِنْهُمْ يَوْمَئِذٍ شَأْنٌ يُغْنِيهِ (37Il Giorno in cui l’uomo fuggirà da suo fratello, da sua madre e da suo padre, dalla sua compagna e dai suoi figli, poiché ognuno di loro, in quel Giorno, avrà da pensare a se stesso (Corano LXXX. ‘Abasa, 34-37)E chiunque sia messo alla prova con un figlio disobbediente, che invochi il suo Signore, come ha detto Allah (‘azza waJalla):وَقَالَ رَبُّكُمُ ادْعُونِي أَسْتَجِبْ لَكُمْIl vostro Signore ha detto: “InvocateMi, vi risponderò...” (Corano XL. Al-Ghâfir, 60)La dolcezza dei genitori è ristretta dai limiti della Legislazione, non è dunque permesso compiere un’azione illecita per il proprio figlio.
بسم الله الرحمان الرحيمNel Nome di Allah, il sommamente Misericordioso, il ClementissimoL’educazione dei bambiniShaykha Umm ‘Abdillah al-Wadi‘iyya (hafizahallah)
Dedichiamo questa traduzione alla piccola Kawthar, piccolo, meraviglioso dono dell'Altissimo, appena giunta tra le braccia dei suoi genitori... Allahumma, rendi questa nuova mu'minah un'occasione d'ingresso nel Jannah per i suoi genitori, donale l'îmân, la sapienza e la pietà filiale, e rendila una Ni'ma per la Ummah di domani... âmîn...
Umm Yahya e famiglia
L’educazione dei bambini è qualcosa di complesso che richiede pazienza e accortezza. Con alcuni bambini è necessario agire con dolcezza, e se si facesse il contrario, si ostinerebbero. Altri bambini richiedono una maggiore severità nei loro confronti, ma non bisogna che questa severità oltrepassi i limiti di ciò che è tollerabile. Se si oltrepassano questi limiti, ciò condurrà il bambino ad ostinarsi e a non ascoltare gli ordini dei genitori.Chiediamo ad Allah che Egli ci accordi una buona educazione (dei nostri bambini), e questa è una grande responsabilità che pesa sulle spalle dei genitori;Allah (‘azza waJalla) dice:يَا أَيُّهَا الَّذِينَ آَمَنُوا قُوا أَنْفُسَكُمْ وَأَهْلِيكُمْ نَارًا وَقُودُهَا النَّاسُ وَالْحِجَارَةُO voi che credete, proteggete voi stessi e le vostre famiglie da un fuoco il cui combustibile saranno uomini e pietre... (Corano LXVI. At-Tahrîm, 6)‘Abdullah ibn ‘Umar (che Allah sia soddisfatto del padre e del figlio) riferì che il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “Ciascuno di voi è un pastore e ciascuno di voi è responsabile del suo gregge. L’Imâm è un pastore ed è responsabile del suo gregge. L’uomo è un pastore nella sua famiglia, ed è responsabile del suo gregge. La donna è un pastore nella casa di suo marito ed è responsabile del suo gregge. Il servitore è un pastore che ha la responsabilità dei beni del suo padrone, ed è responsabile del suo gregge. Così, ciascuno di voi è un pastore e ciascuno è responsabile del suo gregge” (Bukhârî e Muslim).I genitori devono necessariamente aiutarsi reciprocamente nell’educazione dei loro figli. E se uno dei due trascura questa responsabilità, vi sarà una mancanza da una parte, a meno che Allah voglia (che sia altrimenti).Occorre insegnare ai bambini in funzione del loro livello di comprensione, per esempio:1. Si ripete al bambino il nome “Allah”, mostrando col dito il cielo.2. Quando gli si dà qualcosa da mangiare, come il pane o qualcos’altro, glielo si dà nella mano destra.3. Se l’alimento è caldo, non bisogna soffiarci sopra, poiché il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) proibì di soffiare nel piatto. E se il bambino vede qualcuno farlo, lo imiterà immediatamente.Così, per ogni cosa, in conformità con la parola del Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam): “Ogni bambino nasce nella Fitrah (natura primordiale sana), e sono i suoi genitori che ne fanno un giudeo, un cristiano o un adoratore del fuoco”, così anche nell’hadîth riportato dall’Imâm Muslim, da ‘Iyad ibn ‘Umar, secondo cui il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “Allah ha detto: Ho creato i Miei servi sulla via del puro monoteismo (hunafa), poi i demoni li hanno sviati”.4. A partire da un anno e mezzo, se vuole mangiare o bere, gli si ricorda di dire “Bismillah”, in modo tale che in seguito ciò divenga normale per lui, e dirà da solo: “Bismillah”.5. Quando si vede che può comprendere i pilastri dell’Islâm, della fede (Îmân) e della perfezione (Ihsân), glieli si insegna. Non preciso l’età, perché la parola e la memoria variano da un bambino all’altro.I pilastri dell’Islâm sono: Da Ibn ‘Abbâs (radiAllahu ‘anhu), il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “L’Islâm è basato su cinque pilastri: la Testimonianza che non vi è altra divinità degna di essere adorata che Allah, e che Muhammad è il Suo Messaggero; il compimento della preghiera rituale (salât), il pagamento della zakât (imposta rituale), il Pellegrinaggio alla Casa di Allah, e il digiuno del mese di Ramadân” (Bukhârî e Muslim).I pilastri della fede sono:Da Abû Hurayra (radiAllahu ‘anhu), il Messaggero di Allah (pace e benedizioni di Allah su di lui) disse: “La fede consiste nel fatto che tu creda in Allah, nei Suoi Angeli, nei Suoi Libri, nei Suoi Messaggeri, e che tu creda nel Giorno del Giudizio e nel destino” (Al-Bukhârî e Muslim).Il pilastro della perfezione (Ihsân) è: “...che tu adori Allah come se Lo vedessi, poiché – se tu non Lo vedi – Egli ti vede” (Al-Bukhârî e Muslim).6. Occorre anche insegnargli le regole delle abluzioni.7. Se mangia in un piatto, bisogna dirgli di mangiare ciò che vi è davanti a lui, secondo quanto riportato da ‘Umar ibn Abi Salama (radiAllahu ‘anhuma): “Mangiavo e la mia mano si muoveva dappertutto nel piatto, allora il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) mi disse: “Bambino mio! Pronuncia il nome di Allah, mangia con la mano destra e mangia ciò che vi è davanti a te”.”8. Bisogna abituarlo a compiere il bene, e quando raggiunge l’età di sette anni, occorre esercitarlo a compiere la preghiera. Abû Dâwûd riporta che il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “Ordinate ai vostri bambini di compiere la preghiera all’età di sette anni, batteteli (se non la compiono) all’età di dieci, e (a quest’età) separateli nei letti” (...)9. Separare i bambini nei letti all’età di dieci anni, secondo l’hadîth precedente.10. Addestrarlo al digiuno, se ciò non lo indebolisce, affinché vi si abitui per quando sarà più grande. Al-Bukhârî intitolò un capitolo del suo Sahîh: “Il digiuno dei bambini”.Da Rubay’ bint Mu’awidh: “Il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui) inviò un messaggio alle città degli Ansâr il giorno di ‘Ashurâ’ in cui disse: “Colui che si sia alzato senza aver digiunato, che continui così, e colui che digiuna che termini il suo digiuno”.”Rubay’ disse: “Allora, digiunammo quel giorno, e facemmo digiunare i nostri bambini, e se uno di loro piangeva a causa della fame, gli davamo un giocattolo di lana perché pazientasse fino alla rottura”.11. Bisogna insegnare al bambino la dottrina autentica, dicendogli quel che diceva il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) a Ibn ‘Abbâs (radiAllahu ‘anhu): “Bambino mio! Ti insegnerò qualche precetto. Osserva i comandamenti di Allah, Egli ti proteggerà. Osserva i comandamenti di Allah, Lo troverai dinanzi a te. Se domandi qualcosa, domandala ad Allah. Se cerchi aiuto, cercalo presso Allah. E sappi che se (tutta) la comunità si unisse per farti del bene, non ti farebbero che il bene che Allah ti ha scritto, e se si riunissero per causarti del torto, non ti farebbero che il torto ce Allah ti ha scritto. I càlami si sono alzati e l’inchiostro dei fogli è seccato”.12. Bisogna consigliare il bambino alla maniera di Luqmân. Allah (‘azza waJalla) dice:وَإِذْ قَالَ لُقْمَانُ لِابْنِهِ وَهُوَ يَعِظُهُ يَا بُنَيَّ لَا تُشْرِكْ بِاللَّهِ إِنَّ الشِّرْكَ لَظُلْمٌ عَظِيمٌ (13) وَوَصَّيْنَا الْإِنْسَانَ بِوَالِدَيْهِ حَمَلَتْهُ أُمُّهُ وَهْنًا عَلَى وَهْنٍ وَفِصَالُهُ فِي عَامَيْنِ أَنِ اشْكُرْ لِي وَلِوَالِدَيْكَ إِلَيَّ الْمَصِيرُ (14) وَإِنْ جَاهَدَاكَ عَلى أَنْ تُشْرِكَ بِي مَا لَيْسَ لَكَ بِهِ عِلْمٌ فَلَا تُطِعْهُمَا وَصَاحِبْهُمَا فِي الدُّنْيَا مَعْرُوفًا وَاتَّبِعْ سَبِيلَ مَنْ أَنَابَ إِلَيَّ ثُمَّ إِلَيَّ مَرْجِعُكُمْ فَأُنَبِّئُكُمْ بِمَا كُنْتُمْ تَعْمَلُونَ (15) يَا بُنَيَّ إِنَّهَا إِنْ تَكُ مِثْقَالَ حَبَّةٍ مِنْ خَرْدَلٍ فَتَكُنْ فِي صَخْرَةٍ أَوْ فِي السَّمَاوَاتِ أَوْ فِي الْأَرْضِ يَأْتِ بِهَا اللَّهُ إِنَّ اللَّهَ لَطِيفٌ خَبِيرٌ (16) يَا بُنَيَّ أَقِمِ الصَّلَاةَ وَأْمُرْ بِالْمَعْرُوفِ وَانْهَ عَنِ الْمُنْكَرِ وَاصْبِرْ عَلَى مَا أَصَابَكَ إِنَّ ذَلِكَ مِنْ عَزْمِ الْأُمُورِ (17) وَلَا تُصَعِّرْ خَدَّكَ لِلنَّاسِ وَلَا تَمْشِ فِي الْأَرْضِ مَرَحًا إِنَّ اللَّهَ لَا يُحِبُّ كُلَّ مُخْتَالٍ فَخُورٍ (18) وَاقْصِدْ فِي مَشْيِكَ وَاغْضُضْ مِنْ صَوْتِكَ إِنَّ أَنْكَرَ الْأَصْوَاتِ لَصَوْتُ الْحَمِيرِ (19)E (ricorda) quando Luqmân disse a suo figlio: "Figlio mio, non attribuire ad Allah associati. AttribuirGli associati è un'enorme ingiustizia".Abbiamo imposto all'uomo di trattare bene i suoi genitori: lo portò sua madre di travaglio in travaglio e lo svezzò dopo due anni: "Sii riconoscente a Me e ai tuoi genitori. Il destino ultimo è verso di Me. E se entrambi ti obbligassero ad associarMi ciò di cui non hai conoscenza alcuna, non obbedire loro, ma sii comunque cortese con loro in questa vita e segui la via di chi si rivolge a Me. Poi a Me farete ritorno e vi informerò su quello che avrete fatto"."O figlio mio, anche se fosse come il peso di un granello di senape, nel profondo di una roccia o nei cieli o nella terra, Allah lo porterà alla luce. Allah è dolce e ben informato. O figlio mio, assolvi all'orazione, raccomanda le buone consuetudini e proibisci il biasimevole e sopporta con pazienza quello che ti succede: questo il comportamento da tenere in ogni impresa.Non voltare la tua guancia dagli uomini e non calpestare la terra con arroganza: in verità Allah non ama il superbo vanaglorioso. Sii modesto nel camminare e abbassa la tua voce: invero la più sgradevole delle voci è quella dell'asino" (Corano XXXI. Luqmân, 13-19)13. Bisogna insegnargli a chiedere il permesso quando vuole entrare; Allah (‘azza waJalla) dice:يَاأَيُّهَا الَّذِينَ آَمَنُوا لِيَسْتَأْذِنْكُمُ الَّذِينَ مَلَكَتْ أَيْمَانُكُمْ وَالَّذِينَ لَمْ يَبْلُغُوا الْحُلُمَ مِنْكُمْ ثَلَاثَ مَرَّاتٍ مِنْ قَبْلِ صَلَاةِ الْفَجْرِ وَحِينَ تَضَعُونَ ثِيَابَكُمْ مِنَ الظَّهِيرَةِ وَمِنْ بَعْدِ صَلَاةِ الْعِشَاءِ ثَلَاثُ عَوْرَاتٍ لَكُمْ لَيْسَ عَلَيْكُمْ وَلَا عَلَيْهِمْ جُنَاحٌ بَعْدَهُنَّ طَوَّافُونَ عَلَيْكُمْ بَعْضُكُمْ عَلَى بَعْضٍ كَذَلِكَ يُبَيِّنُ اللَّهُ لَكُمُ الْآَيَاتِ وَاللَّهُ عَلِيمٌ حَكِيمٌ (58)O voi che credete, vi chiedano il permesso (di entrare) i vostri servi e quelli che ancora sono impuberi, in tre momenti (del giorno): prima dell’orazione dell’alba, quando vi spogliate dei vostri abiti a mezzogiorno e dopo l’orazione della notte. Questi sono tre momenti di riservatezza per voi. A parte ciò, non ci sarà alcun male né per voi né per loro se andrete e verrete gli uni presso gli altri. Così Allah vi espone chiaramente i Suoi versetti, e Allah è Sapiente e Saggio (Corano XXIV. An-Nûr, 58)14. Bisogna insegnargli quali sono le cose proibite, affinché se ne allontani. Abû Hurayra (che Allah sia soddisfatto di lui) riferì che Al-Hasan (il nipote del Profeta – sallAllahu ‘alayhi waSallam) prese un dattero proveniente dall’elemosina, e il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) gli disse: “Sputa! Sputa! E allontanatene; non sai che noi (la Famiglia del Profeta – sallAllahu ‘alayhi waSallam) non mangiamo dell’elemosina?”.15. Bisogna spiegargli il senso dei versetti o degli ahadîth che gli si recitano.16. Occorre legare il suo cuore ad Allah (‘azza waJalla), mentre il cuore di certi bambini si lega a questa vita o ai diplomi. I loro cuori sono colmi di tenebre, e può darsi che queste tenebre lo travolgano...17. Bisogna aver cura di insegnargli il Corano, occorre insegnargli tutti i giorni, anche soltanto un versetto. Coloro che si dedicano al Corano sono le migliori delle persone, com’è riportato da Al-Bukhârî, da ‘Uthmân ibn ‘Affân (radiAllahu ‘anhu), che riferì che il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “Il migliore di voi è colui che impara il Qur’an e lo insegna agli altri”.E il Messaggero di Allah (pace e benedizioni di Allah su di lui) raccomandò di dare importanza al Qur’ân. Al-Bukhârî riporta che Talha chiese a ‘AbdAllah ibn Abi Awfa: “Il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui) raccomandò qualcosa?”. Gli disse: “Come dunque è pervenuta alla gente la sua parola: “Abbiamo loro ordinato ma non raccomandato” ?”. Spiegò: “Raccomandò loro il Libro di Allah”.Al-Hafiz Ibn Hajar (Al-Asqalanî, rahimahullah, commentatore del Sahîh al-Bukhârî, ndr) disse: “Il senso della sua parola “Raccomandò loro il Libro di Allah” significa impararlo a memoria, seguirlo, mettere in pratica i suoi ordini, allontanarsi dai suoi divieti, recitarlo e apprenderlo costantemente”.E il Qur’ân intercederà per colui che lo apprende, come è riportato dall’Imâm Muslim, da Abû Umama al-Bahili: il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “Leggete il Qur’ân, poiché esso intercederà il Giorno della Resurrezione per coloro che lo leggevano”.Riportò anche, da An-Nawas ibn Sam’an al-Kilabi che il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “Verrà fatto venire il Qur’ân, e coloro che lo mettevano in pratica. Sûratu-l-Baqara e Âl-‘Imrân saranno davanti, e intercederanno per colui che le avrà apprese”.Vi sono molti ahadîth sulle virtù del Qur’ân e di coloro che lo apprendono:‘Aisha (radiAllahu ‘anha) riportò che il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “Colui che legge il Corano agevolmente è tra gli scribi nobili e pii (gli Angeli), e colui che lo legge con difficoltà ha due ricompense” (Al-Bukhârî e Muslim).Abû Mûsâ al-‘Ash’ari riferì che il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui) disse: “Il credente che legge il Qur’ân è come il limone, il suo profumo e il suo gusto sono buoni; il credente che non legge il Qur’ân è come il dattero: non ha profumo, ma il suo gusto è buono; l’ipocrita che legge il Qur’ân è come il basilico: il suo profumo è buono, ma il suo gusto è amaro; e l’ipocrita che non legge il Qur’ân è come la coloquintide: non ha profumo e il suo gusto è amaro” (Al-Bukhârî e Muslim).‘Abdullah ibn ‘Umar (radiAllahu ‘anhuma) riferì che il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “Tramite questo Libro, Allah eleva dei popoli e ne abbassa altri” (Muslim).‘Abdullah ibn ‘Amr ibn al-‘Âs (radiAllahu ‘anhuma) riferì che il Profeta (sallAllahu ‘alayhi wa Sallam) disse: “Verrà detto a colui che recitava il Qur’ân: recita melodiosamente come recitavi sulla terra, il tuo grado (in Paradiso) srà in funzione dell’ultimo versetto che reciterai” (Ahmad, Abû Dâwûd, at-Tirmidhi).‘Abdullah ibn ‘Umar (che Allah si compiaccia del padre e del figlio) riferì che il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “La gelosia è proibita tranne in due casi: (nei confronti di) un uomo cui Allah abbia donato il Qur’ân e che lo metta in pratica notte e giorno, e un uomo cui Allah abbia donato del denaro, e che lo spenda (nella Via di Allah) notte e giorno” (Al-Bukhârî e Muslim).E colui che apprende deve ripassare, per il rischio di dimenticare rapidamente quanto ha appreso; l’Imâm Al-Bukhârî riferì da Abû Mûsâ (radiAllahu ‘anhu) che il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “Ripassate il Qur’ân, perché – per Colui che detiene la mia anima nella Sua mano – esso è più rapido a salvarsi della cammella che non sia legata”.18. Non bisogna lasciare che i bambini frequentino i figli della gente volgare, poiché facendo ciò acquisirebbe le loro cattive abitudini, e ciò distruggerebbe quel che ha imparato.Il poeta disse:Il bambino apprende ciò che gli si dona e non lo dimentica,poiché il suo cuore è come un gioiello puro.Scolpisci nel suo cuore ciò che vuoi, se ne ricorderà.L’anima del bambino è vuota, pronta ad accettare tutto, come si dice: “scolpire durante la giovinezza è come scolpire nella pietra”.19. Non bisogna lasciare il bambino uscire la sera, poiché i diavoli si diffondono in questo momento e possono causargli del torto. L’Imâm Al-Bukhârî riportò, da Jabir ibn ‘Abdillah (radiAllahu ‘anhu), che il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “Quando il sole tramonta, fate rientrare i bambini, perché i diavoli escono in quel momento. Poi, quando sarà passata un’ora, lasciateli. E chiudete le porte menzionando il nome di Allah, poiché i diavoli non possono aprire una porta chiusa”.20. Talvolta bisogna lasciare il bambino a giocare da solo, perché se gli si impedisce sempre di giocare, sarà meno disponibile intellettualmente e si annoierà.Se i genitori vogliono (ben) allevare i loro bambini, che donino loro un’educazione islamica, che insegnino loro il Qur’ân e la Sunnah.Tra le cose che elevano i genitori nell’Aldilà – se sono Musulmani – vi è l’invocazione del figlio pio per loro, com’è riportato dall’Imâm Muslim, da Abû Hurayra (radiAllahu ‘anhu): il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui) disse: “Quando il figlio d’Adamo muore, le sue opere si arrestano, tranne tre: un’elemosina che continua, una scienza da cui la gente tragga profitto, e un figlio pio che invochi per lui”.Abû Hurayra (radiAllahu ‘anhu) riferì che il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) disse: “Verrà elevato il rango del servo pio in Paradiso, ed egli dirà: “Oh Signore, come potrei avere ciò?”. Gli verrà risposto: “Grazie alla richiesta di perdono di tuo figlio per te”.” (Sahîh, al-Musnad)Se i genitori e i figli sono pii, ma questi ultimi non raggiungono il livello dei loro genitori, Allah li eleverà al livello dei loro genitori; Allah (‘azza waJalla) dice:Coloro che avranno creduto e che saranno stati seguiti nella fede dalla loro progenie, Noi li riuniremo ai loro figli. Non diminuiremo in nulla il merito delle loro azioni, poiché ognuno è pegno di quello che si sarà guadagnato (Corano LII. At-Tûr, 21)Il figlio può essere un beneficio per i suoi genitori, obbedendo loro, essendo buono con loro, ed è ciò che i pii chiedono al loro Signore, come dice Allah (subhânaHu waTa’ala):وَالَّذِينَ يَقُولُونَ رَبَّنَا هَبْ لَنَا مِنْ أَزْوَاجِنَا وَذُرِّيَّاتِنَا قُرَّةَ أَعْيُنٍ وَاجْعَلْنَا لِلْمُتَّقِينَ إِمَامًا (74E coloro che dicono: “Signore, fai delle nostre spose e dei nostri figli la consolazione dei nostri occhi, e fai di noi delle guide per i timorati (di Allah)” (Corano XXV. Al-Furqân, 74)21. Bisogna fare in modo che il bambino frequenti la gente pia, per questo motivo quella madre pia che era Umm Sulaym (radiAllahu ‘anha) condusse suo figlio Anas (radiAllahu ‘anhu) dal Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam), dicendo: “Oh Messaggero di Allah, Anas è al tuo servizio, invoca Allah per lui!”. Disse allora (pace e benedizioni di Allah su di lui): “Oh Signore! Aumenta e benedici la sua ricchezza e i suoi figli!”.Umm Hudhayfa (radiAllahu ‘anha) chiese a suo figlio, Hudhayfa ibn al-Yaman (radiAllahu ‘anhuma): “Quando devi vederlo?” (voleva dire il Profeta sallAllahu ‘alayhi waSallam). (Hudhayfa raccontò): Le risposi: “Non l’ho visto dal tal giorno”. Non smise di rimproverarmelo, finché le dissi: “Lasciami, andrò a pregare con il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) a preghiera del maghrib, e gli chiederò di domandare perdono per te e per me”. Andai poi a trovare il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam), pregai con lui la preghiera del maghrib, poi egli se ne andò e io lo seguii. Sentì la mia voce e disse: “Chi è là? Hudhayfa?”. Risposi: “Sì, sono io”. Disse: “Che cosa desideri, che Allah ti perdoni, così come a tua madre?... Quest’angelo non era mai sceso sulla terra prima di questa notte, ha chiesto il permesso ad Allah di salutarmi, e mi ha annunciato che Fatima è la principessa delle donne del Paradiso” (at-Tirmidhi).I genitori devono fare molti sforzi nell’educazione dei loro figli, e la guida resta nelle mani di Allah. L’uomo non può guidarsi da solo, come potrebbe farlo per qualcun altro? Così come Nûh (Noè), uno dei Profeti di Allah (pace su di lui), che non poté guidare suo figlio, e lo incitava, tuttavia, ad essere con loro (i credenti) e non con i miscredenti, come dice Allah (‘azza waJalla):وَنَادَى نُوحٌ ابْنَهُ وَكَانَ فِي مَعْزِلٍ يَا بُنَيَّ ارْكَبْ مَعَنَا وَلَا تَكُنْ مَعَ الْكَافِرِينَ (42) قَالَ سَآَوِي إِلَى جَبَلٍ يَعْصِمُنِي مِنَ الْمَاءِ قَالَ لَا عَاصِمَ الْيَوْمَ مِنْ أَمْرِ اللَّهِ إِلَّا مَنْ رَحِمَ وَحَالَ بَيْنَهُمَا الْمَوْجُ فَكَانَ مِنَ الْمُغْرَقِينَ (43)...Nûh chiamò suo figlio, che era rimasto in disparte: “Figlio mio, Sali insieme con noi, non rimanere con i miscredenti”. Rispose: “Mi rifugerò su un monte che mi proteggerà dall’acqua”. Disse (Nûh): “Oggi non c’è nessun riparo contro il decreto di Allah, eccetto (per) colui che gode della (Sua) misericordia”. Si frapposero le onde tra i due e fu tra gli annegati (Corano XI. Hûd, 42-43)Allo stesso modo in cui Ibrâhîm (Abramo, su di lui la pace) esortava suo padre ad abbandonare il politeismo, come è riportato in numerose Sûre, tuttavia egli non seguì i consigli di suo figlio, dicendo al contrario:لَئِنْ لَمْ تَنْتَهِ لَأَرْجُمَنَّكَ وَاهْجُرْنِي مَلِيًّا“...Se non desisti, ti lapiderò. Allontanati per qualche tempo” (Corano XIX. Maryam, 46)Così come il nostro Profeta Muhammad (sallAllahu ‘alayhi waSallam), che incitava suo zio Abû Tâlib a sottomettersi, malgrado tutto egli rifiutò e morì sul politeismo. E gli esempi sono numerosi, ivi compresi i Salaf:Shu’ba ibn al-Hajjaj diceva: “Ebbi un figlio e lo chiamai Sa‘d, ma non ebbe riuscita (mâ sa‘ada). Gli dicevo: vai a trovare Hisham ad-Dustawa’i. Mi rispondeva: preferisco divertirmi coi piccioni” (Mizan al-‘itidal 2/122).Ismâ‘îl ibn Ibrâhîm ibn Muqasim era un uomo pio, e tra i suoi figli vi era Ibrâhîm, apparteneva alla setta dei Jahmiyyah, sosteneva che il Qur’ân fosse creato...La guida è dunque tra le mani di Allah, ma occorre mettere in opera le cause (della guida), e se Allah vuole del bene (a questo bambino), gli farà seguire i consigli (dei suoi genitori), e se Egli vuole altra cosa per lui, resterà su quella via, come disse il poeta:Se la natura è malvagia, né il buon comportamento,né l’educatore saranno di alcuna utilità.Alcuni bambini sono delle prove per i loro genitori, per questo Allah (‘azza waJalla) dice:يَا أَيُّهَا الَّذِينَ آَمَنُوا إِنَّ مِنْ أَزْوَاجِكُمْ وَأَوْلَادِكُمْ عَدُوًّا لَكُمْ فَاحْذَرُوهُمْO voi che credete, nelle vostre spose e nei vostri figli c’è (talvolta) un nemico per voi. State in guardia... (Corano LXIV. At-Taghâbun, 14)In questo versetto “nei” (mim) significa: (in) alcuni.يَا أَيُّهَا الَّذِينَ آَمَنُوا لَا تُلْهِكُمْ أَمْوَالُكُمْ وَلَا أَوْلَادُكُمْ عَنْ ذِكْرِ اللَّهِ وَمَنْ يَفْعَلْ ذَلِكَ فَأُولَئِكَ هُمُ الْخَاسِرُونَ (9)O credenti, non vi distraggano dal ricordo di Allah i vostri beni e i vostri figli. Quelli che faranno ciò saranno i perdenti (Corano LXIII. Al-Munâfiqûn, 9)Il figlio è una prova per i suoi genitori se è la causa del loro allontanamento dalla religione, e tra gli esempi possiamo citare:1. Se il padre è Musulmano e suo figlio si ammala, ed egli cerca con tutti i mezzi di guarirlo, al punto da recarsi dai veggenti, dagli indovini, la qual cosa è una miscredenza, poiché essi pretendono di conoscere l’Invisibile, che soltanto Allah conosce:وَمَا كَانَ اللَّهُ لِيُطْلِعَكُمْ عَلَى الْغَيْبِ...Allah non intende informarvi sull’invisibile... (Corano III. Âl-‘Imrân, 179)وَعِنْدَهُ مَفَاتِحُ الْغَيْبِ لَا يَعْلَمُهَا إِلَّاهُوَEgli possiede le chiavi dell’invisibile, che solo Lui conosce... (Corano VI. Al-An‘âm, 59)E vi sono molte altre prove. Così, a causa di suo figlio, questo padre commetterà un atto di politeismo.2. Altri trascurano i loro doveri (religiosi) per provvedere al bisogno dei loro figli e distrarli.3. Altri installano la televisione a casa loro per distrarre i loro bambini, nonostante la televisione sia harâm per tutto il male che racchiude: le immagini, gli strumenti musicali, il fatto di guardare uomini e donne, la sua adesione ai princìpi dei nemici dell’Islâm, e ancora altri mali.È in questo che il bambino può essere un nemico per i suoi genitori, e non sarà loro di alcuna utilità nel Giorno della Resurrezione, al contrario, si allontanerà da loro, come dice Allah (‘azza waJalla):يَوْمَ يَفِرُّ الْمَرْءُ مِنْ أَخِيهِ (34) وَأُمِّهِ وَأَبِيهِ (35) وَصَاحِبَتِهِ وَبَنِيهِ (36) لِكُلِّ امْرِئٍ مِنْهُمْ يَوْمَئِذٍ شَأْنٌ يُغْنِيهِ (37Il Giorno in cui l’uomo fuggirà da suo fratello, da sua madre e da suo padre, dalla sua compagna e dai suoi figli, poiché ognuno di loro, in quel Giorno, avrà da pensare a se stesso (Corano LXXX. ‘Abasa, 34-37)E chiunque sia messo alla prova con un figlio disobbediente, che invochi il suo Signore, come ha detto Allah (‘azza waJalla):وَقَالَ رَبُّكُمُ ادْعُونِي أَسْتَجِبْ لَكُمْIl vostro Signore ha detto: “InvocateMi, vi risponderò...” (Corano XL. Al-Ghâfir, 60)La dolcezza dei genitori è ristretta dai limiti della Legislazione, non è dunque permesso compiere un’azione illecita per il proprio figlio.
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La donna nell'Islâm
بسم الله الرحمان الرحيمNel Nome di Allah, il sommamente Misericordioso, il ClementissimoHANI RAMADANLA DONNA NELL'ISLAMINTRODUZIONEai miei genitoriLa fonte principale di questa piccola opera è il Sublime Corano, che, per i Musulmani, è la Parola stessa di Dio, Allah (SWT), trasmessa agli uomini in "lingua araba chiara". E' importante sottolineare che la traduzione dei versetti che presentiamo ai nostri lettori non può essere considerata se non come un' "interpretazione" che non può rendere né la perfezione sintattica, né l'eloquenza e la musicalità dei versetti coranici, né la profondità semantica del loro contenuto.Tuttavia, il Messaggio dell'Islam può essere chiaramente compreso da tutti coloro che, sinceramente, vi ricercano la Verità, qualunque siano i loro modi di espressione linguistica:In ciò vi è un monito per chi ha un cuore, per chi presta attenzione e testimonia Corano L. Qaf, 37LA DONNA NELL'ISLAMContrariamente all'idea comunemente ammessa in Occidente, secondo la quale la donna Musulmana sarebbe maltrattata e disprezzata, si può affermare che l'Islam ha nei fatti concesso alla donna, tanto sul piano spirituale che sul piano comunitario, uno statuto mai uguagliato da nessun'altra società umana fino ai giorni nostri.Sul piano spirituale, innanzitutto, considerandola come una creatura simile in tutto e per tutto all'uomo.Allah (SWT) dice:Uomini, temete il vostro Signore Che vi ha creati da un solo essere, e da esso ha creato la sposa sua, e da loro ha tratto molti uomini e donne… (Corano IV. An-Nisa', 1)Mentre ancora nel Medioevo dei dotti teologi in Occidente si interrogavano per sapere se la donna avesse un'anima - poiché non era forse lei l'origine del male sulla terra? - o se potesse sperare di avere accesso al Paradiso - poiché non era forse associata al serpente?…-, il Sublime Corano affermava già nel VII^ secolo l'origine comune della coppia, e la sua identità spirituale.La donna è così considerata responsabile delle sue azioni e solo lei dovrà renderne conto davanti ad Allah (SWT):…In verità non farò andare perduto nulla di quello che fate, uomini o donne che siate, ché gli uni provengono dagli altri… Corano III. Al-'Imran, 195Daremo una vita eccellente a chiunque, maschio o femmina, sia credente e compia il bene… Corano XVI. An-Nahl, 97Secondo Ibn 'Abbas (r.), delle donne chiesero al Profeta (s): "Perché Allah (SWT) menziona nel Corano i Credenti (maschi) e non le Credenti (femmine)?". (Secondo un'altra versione dell'hadith, riportata da an-Nisa'i, fu Umm Salamah (r.), la sposa del Profeta (s), a porre questa domanda).In risposta venne rivelato al Profeta (s) il versetto seguente, indicante che gli uomini e le donne hanno gli stessi doveri nei confronti del loro Creatore:In verità i Musulmani e le Musulmane, i credenti e le credenti, i devoti e le devote, i leali e le leali, i perseveranti e le perseveranti, i timorati e le timorate, quelli che fanno l'elemosina e quelle che fanno l'elemosina, i digiunatori e le digiunatrici, i casti e le caste, quelli che spesso ricordano Allah e quelle che spesso ricordano Allah, sono coloro per i quali Allah ha disposto perdono ed enorme ricompensa Corano XXXIII. Al-Ahzab, 35E Allah (SWT), che non disdegnava di soddisfare così le rivendicazioni di queste donne, in una società dove esse erano, prima dell'Islam, il più delle volte disprezzate, Allah (SWT) non rifiutava nemmeno di ascoltare i loro lamenti, e di venire, se necessario, in loro soccorso!In soccorso di 'Aisha (r.), sposa del Profeta (s), rivelando la sua innocenza quando fu calunniata oltraggiosamente (vedi Surah "An-Nur - La Luce", n^ XXIV, versetti 11-21).In soccorso di Khawla bint Tha'laba, che temeva di essere definitivamente separata da suo marito:Allah ha udito il discorso di colei che discuteva con te a proposito del suo sposo e si lamentava (davanti) ad Allah. Allah ascoltava il vostro colloquio. Allah è audiente e vede con chiarezza Corano LVIII. Al-Mujadala, 1Nel contesto di una società meccana in cui la donna giocava un ruolo più che secondario, non è sorprendente vedere una 'surah' del Corano intitolata col nome di Maria (Maryam *)?Questo nome che d'altronde è menzionato non meno di 34 volte nel Corano?Allah (SWT) dice:E quando gli angeli dissero: "In verità, o Maria, Allah ti ha eletta; ti ha purificata ed eletta tra tutte le donne del mondo…" Corano III. Al-'Imran, 42Fu così che la madre di Gesù ('Isa *) divenne per i Musulmani un modello di purezza.Sul piano comunitario, l'Islam ha compiuto una vera rivoluzione culturale e sociale. Esso ha chiaramente indicato quale dovesse essere, nella società, la posizione delle figlie, della sposa e della madre.LE FIGLIENell'Arabia preislamica era in vigore il costume barbaro di seppellire vive le neonate, per timore della povertà - poiché si trattava di una bocca in più da nutrire - o perché la nascita di una figlia femmina era considerata un'onta:Quando si annuncia ad uno di loro la nascita di una figlia, il suo volto si adombra e soffoca (in sé la sua ira). Sfugge alla gente, per via della disgrazia che gli è stata annunciata: deve tenerla nonostante la vergogna o seppellirla nella polvere? Quant'è orribile il loro modo di giudicare. Corano XVI. An-Nahl, 58-59Quando si annuncia a uno di loro ciò che attribuisce al Compassionevole, si adombra il suo viso e si rattrista Corano XLIII. Az-Zukhruf, 17L'Islam ha abolito la pratica del seppellimento delle neonate vive, condannandola severamente:…e quando verrà chiesto alla (neonata) sepolta viva per quale colpa sia stata uccisa… Corano LXXXI. At-Takwir, 8-9Nel Giorno del Giudizio, nulla dunque potrà giustificare questo omicidio.Da parte sua, il Profeta (s) stesso non ha perso alcuna occasione per contrastare i pregiudizi degli Arabi. Così, lo vediamo compiere la preghiera portando sulle spalle la sua nipotina Umamah.Un Sapiente Musulmano, Al-Fakihani, afferma commentando questo gesto: "E' come se la segreta intenzione del Profeta (s), portando Umamah, fosse quella di troncare l'abitudine che avevano gli Arabi di detestare le bambine".Essendo la preghiera l'atto più nobile del credente, e anche il più puro, come far meglio comprendere, in effetti, agli Arabi l'alto rango che ormai i loro bambini dovevano occupare nei loro cuori, se non attraverso questo gesto simbolico?Abu Hurayrah (r.) riportò che il Profeta (s) abbracciò il suo nipotino Hasan (r.), mentre a casa sua era ospite Aqra ibn Habis . Aqra disse allora: "Io ho dieci figli e non ne ho mai abbracciato uno". Il Messaggero di Allah (s) allora lo guardò e gli disse: "A chi non ha misericordia per gli altri, non sarà fatta misericordia". (riportato da Bukhari e Muslim). Così, il Profeta (s) raccomandava ai credenti di essere dolci e buoni nei confronti dei loro figli.I genitori non devono mostrare una preferenza per uno dei figli a scapito degli altri. Devono essere equi in tutto e per tutto verso i bambini e le bambine.Il Profeta (s) disse: "Colui che ha una figlia e non la seppellisce viva, non l'insulta, e non favorisce il suo figlio maschio rispetto a lei, Allah (SWT) lo farà entrare in Paradiso" (riportato da Ahmad ibn Hanbal).Figli e figlie hanno diritto allo stesso amore. Perché questa equità, che pone ogni figlio allo stesso livello di uguaglianza nell'ambito familiare, si realizzi in Occidente, occorrerà attendere dieci secoli. Fino al XVIII^ secolo, in effetti, era considerato normale avvantaggiare un figlio, generalmente il maggiore:"Il privilegio del figlio avvantaggiato dalla primogenitura o dalla scelta dei genitori si trova alla base della società familiare dalla fine del Medioevo al XVII^ secolo… Dalla seconda metà del XVII^ secolo, i moralisti educatori contestano la legittimità di questa pratica, poiché nuoce all'equità, perché ripugna a un nuovo sentimento di uguaglianza del diritto all'affetto familiare e anche perché si accompagna ad un uso profano dei benefici ecclesiastici, essendo questi moralisti anche dei riformatori religiosi. Un capitolo del trattato di Varet "L'educazione dei bambini", pubblicato nel 1966, è consacrato all'uguaglianza che bisogna mantenere nei riguardi dei figli". (Ph. Ariès, "Il bambino e la vita familiare sotto l'Ancien Régime").LA MOGLIENell'Islam, la tenerezza e la misericordia sono le basi della vita coniugale.Allah (SWT) dice:Fa parte dei Suoi segni l'aver creato da voi, per voi, delle spose, affinché riposiate presso di loro, e ha stabilito tra voi amore e misericordia. Ecco davvero dei segni per coloro che riflettono Corano XXX. Ar-Rum, 21Questo legame d'amore è reciproco, e l'uomo e la donna sono assolutamente indispensabili l'uno per l'altra, per realizzare un'unione armoniosa che assicuri il pieno sviluppo di ciascuno. La donna non è dunque un oggetto di cui l'uomo possa disporre senza rispetto! E' un essere la cui sensibilità è riconosciuta; è un rifugio per l'uomo. E l'uomo è un rifugio per lei.Allah (SWT) dice:…esse sono una veste per voi e voi siete una veste per loro… Corano II. Al-Baqara, 187Il Profeta (s) dichiarò: "Il più perfetto dei credenti è colui che ha il carattere migliore. I migliori di voi sono coloro che trattano meglio le loro spose" (riportato da Tirmidhi).Si trova nel Corano questa ingiunzione:…comportatevi verso di loro convenientemente… Corano IV. An-Nisa', 19La Legge Islamica precisa che non si può sposare qualcuno senza il suo consenso. Ibn 'Abbas (r.) riportò in effetti che una giovane donna andò a trovare il Profeta (s), dichiarando che suo padre voleva assolutamente costringerla al matrimonio. Il Profeta (s) le diede la possibilità di scegliere se rifiutare oppure accettare. In realtà, ella era d'accordo. Ma dichiarò di aver voluto semplicemente far sapere alle altre donne che i loro padri non avevano il diritto di costringerle al matrimonio.Ciò avveniva nel VII^ secolo. Ora, solo recentemente, in Europa, si è cominciato a riconoscere questo diritto alle donne.La donna nell'Islam può avere delle proprietà. Può contrattare, scambiare, occuparsi del commercio.Il Corano dichiara:…gli uomini avranno ciò che si saranno meritati e le donne avranno ciò che si saranno meritate… Corano IV. An-Nisa', 32Una volta sposata, la donna Musulmana resta proprietaria dei suoi beni; è libera di utilizzare questi beni come desidera.(Secondo l' "Encyclopaedia Britannica", 1968, vol.23, p. 624, è stato solo nel 1887 che la donna, in Occidente, ha ottenuto questo diritto. Prima, l'insieme delle sue proprietà, una volta sposata, diveniva proprietà del marito).E' in questo contesto che bisogna comprendere le regole islamiche concernenti l'eredità. Se l'uomo ha giuridicamente l'obbligo di provvedere ai bisogni materiali della sua famiglia, mentre la donna dispone liberamente della sua fortuna, senza doverne rendere conto a suo marito, è normale che a quest'ultimo spetti una parte maggiore dell'eredità:Ecco quello che Allah vi ordina a proposito dei vostri figli: al maschio la parte di due femmine… Corano IV. An-Nisa', 11Occorre segnalare inoltre che nell'Islam la "dote" è a carico del marito. In effetti, come spiega Muhammad Hamidullah nella sua "Traduzione del Corano", non si tratta in realtà di una "dote", ma di un "salario d'onore":"E' una sorta di risarcimento che il marito versa a sua moglie (e non ai genitori di quest'ultima), come compenso per ciò che il matrimonio può rappresentare, per lei, di moralmente oneroso. La donna, possedendo una personalità giuridica completa, può in effetti possedere in completa proprietà dei beni sui quali né i suoi genitori né suo marito hanno alcun diritto, neanche di custodia. Non si tratta dunque della dote, né del dotario, conosciuto in Occidente".Se l'Islam autorizza la donna ad occupare diverse funzioni sociali (vigilatrice d'infanzia, istitutrice, insegnante, infermiera, medico, ecc.), considera tuttavia che il suo ruolo principale sia all'interno del focolare domestico. Niente le impedisce, in caso di assoluta necessità, di cercare un impiego. Ma ciò, in una società islamica, non dovrebbe essere considerato come una regola generale. Poiché l'Islam, in quanto religione naturale, ha assegnato alla donna un ruolo sociale che corrisponde alla sua natura. Se si può realmente parlare di uguaglianza di diritti tra l'uomo e la donna, ciò non deve impedire di considerare le funzioni diverse dell'uno e dell'altro sesso.…Esse hanno diritti equivalenti ai loro doveri, in base alle buone consuetudini, ma gli uomini sono superiori… Corano II. Al-Baqara, 228L'uomo ha diversi vantaggi rispetto alla donna: la sua forza fisica, la sua capacità di lavoro, inoltre la facoltà di prendere delle decisioni misurate.La donna al contrario è dotata di una sensibilità e di un'intuizione fini, che corrispondono alla sua funzione primordiale che è quella di allevare i bambini e di rispondere costantemente alle primarie urgenze della vita.E' dunque all'uomo che compete il ruolo di capofamiglia.Allah (SWT) dice:Gli uomini sono preposti alle donne a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono (per esse) i loro beni… Corano IV. An-Nisa', 34E' all'uomo che compete la responsabilità finanziaria della coppia. E' dunque normale che egli assuma la direzione della famiglia. Sarebbe sbagliato tuttavia dedurne che il marito, nella famiglia Musulmana, sia automaticamente un dittatore! L'Islam, al contrario, insiste sul carattere utile delle consultazioni familiari prima di prendere decisioni concernenti l'avvenire della coppia o quello dei bambini.Allah (SWT) dice:…Se, dopo che si siano consultati, entrambi sono d'accordo per svezzarlo (il loro bambino), non ci sarà colpa alcuna… Corano II. Al-Baqara, 233La consultazione della moglie in simili casi, raccomandata dal Corano, mostra che l'Islam ha una concezione della coppia assolutamente esemplare e universale.Può accadere tuttavia che la vita coniugale divenga intollerabile, e che nulla possa riconciliare gli sposi. Come ultimo rimedio, è permesso divorziare.La donna, come l'uomo, ha il diritto di chiedere la separazione. Tuttavia, il Profeta (s) disse: "Tra le cose permesse, la più detestata da Allah (SWT) è il divorzio" (riportato da Abu Dawud e al-Hakim).Per questo motivo la separazione resta un fatto relativamente raro in terra d'Islam. Al contrario, il numero dei divorzi è triplicato nell'ultimo ventennio nella comunità europea. Un matrimonio su tre finisce con una separazione.Le cause di questa disgregazione della cellula familiare sono molteplici, ma invece di lanciarci in analisi storiche e sociologiche che ci porterebbero lontani dal nostro tema, possiamo ritenere valida la spiegazione seguente: definendo le funzioni rispettive dell'uomo e della donna, l'Islam impone degli obblighi che riducono le libertà individuali. All'uomo viene chiesto di provvedere ai bisogni della sua famiglia, di lavorare e di dare ai suoi familiari il meglio di se stesso.Il dovere di fedeltà gli impedisce ogni sorta di avventura extraconiugale.La donna, in quanto custode del focolare domestico, sacrifica ugualmente una parte della sua libertà, consacrandosi al suo sposo e ai suoi bambini.Ora, è appunto da questo sacrificio condiviso della libertà individuale che nasce la fiducia che lega la coppia. Al contrario, una società che privilegia i valori edonisti e un individualismo eccessivo, se guadagna in permissività e vanta piaceri egoisti, se richiama alla "libertà dei costumi" e autorizza la fornicazione, perde in compenso questa nozione di fiducia così necessaria alla solidità della coppia.Così, l'Islam raccomanda una restrizione delle libertà a vantaggio della fiducia e della fedeltà, mentre i valori detti "moderni" affermano le libertà a scapito della fiducia e della fedeltà.Il nucleo della comunità Musulmana è la famiglia, unita dalla fede e dal rispetto della tradizione islamica, mentre il nucleo della società detta "moderna" è l'individuo che deve essere ad ogni costo indipendente dagli altri dal punto di vista finanziario.E' vero che in molti casi questa opposizione non è così nettamente marcata, e che in Occidente rimangono delle famiglie attaccate ai valori tradizionali. Ma noi parliamo qui di una tendenza generale, che tende ad accentuarsi per la perdita stessa di questi valori religiosi e morali.L'Islam considera il ruolo primordiale della donna l'instaurare e il mantenere l'unità della cellula familiare.Se lei, al contrario, esce dal dominio che le è proprio, ne risultano conseguenze negative per tutta la famiglia: il marito, tornando a casa, non trova un clima che possa favorire il suo benessere e il suo riposo, ma una donna spossata come lui da una giornata di lavoro, incapace di sostenerlo o di confortarlo.In quanto ai bambini, essi sono spesso le prime vittime di una tale situazione.Studi seri hanno dimostrato che senza la presenza costante della madre durante i primi cinque anni di vita, i bambini sono soggetti a disturbi psicologici.L'asilo nido, se può essere utile in circostanze eccezionali, non può però essere un valido sostituto al ruolo primordiale della madre.I piccoli non hanno bisogno soltanto del latte e dei vestitini, ma anche e soprattutto della tenerezza e dell'amore che solo la madre può davvero donare loro.Non insisteremo qui su altri aspetti negativi legati al ruolo che pretendono di giocare le donne cosiddette "liberate"; sarà sufficiente ricordare che in diversi luoghi di lavoro esse si lamentano sempre più apertamente delle molestie sessuali di cui sono vittime. Invece di appartenere ad un solo uomo esse divengono degli oggetti nelle mani di più uomini.LA MADREAllah (SWT) ha ordinato all'uomo di essere buono nei confronti di suo padre e di sua madre. Troviamo questa prescrizione in diversi passaggi del Corano:Il tuo Signore ha decretato di non adorare altri che Lui e di trattare bene i vostri genitori. Se uno di loro, o entrambi, dovessero invecchiare presso di te, non dir loro: "uff!" e non li rimproverare; ma parla loro con rispetto, e inclina con bontà, verso di loro, l'ala della tenerezza; e di': "O Signore, sii misericordioso nei loro confronti, come essi lo sono stati nei miei, allevandomi quando ero piccolo" Corano XVII. Al-Isra', 23-24Notiamo, in altri versetti, che questa raccomandazione è orientata soprattutto verso la madre:Abbiamo imposto all'uomo di trattare bene i suoi genitori: lo portò sua madre di travaglio in travaglio e lo svezzò dopo due anni: "Sii riconoscente a Me e ai tuoi genitori. Il destino ultimo è verso di Me…" Corano XXXI. Luqman, 14Abbiamo ordinato all'uomo la bontà verso i genitori: sua madre lo ha portato con fatica e con fatica lo ha partorito. Gravidanza e svezzamento durano trenta mesi… Corano XLVI. Al-'Ahqaf, 15Abu Hurayra (r.) riferì che un uomo andò a trovare il Profeta (s) e gli chiese: "O Messaggero di Allah, chi devo amare di più?". Egli (s) rispose: "Tua madre". L'uomo proseguì: "E poi, chi?". Il Profeta (s) rispose: "Tua madre". Chiese ancora l'uomo: "E poi?". Il Profeta (s) disse di nuovo: "Tua madre". L'uomo insistette: "E poi?"; e il Profeta (s) gli disse: "Tuo padre". (riportato da Bukhari e Muslim).Al-Mughira (r.) riferì che il Profeta (s) disse: "Allah (SWT) vi ha proibito la disobbedienza alle vostre madri, il rifiuto di pagare i vostri debiti, la troppo frequente sollecitazione (il fatto di dire sempre "dai!") e il seppellire vive le neonate" (riportato da Bukhari).Si può notare che l'Islam ha non soltanto lottato contro la superstizione e i pregiudizi che, ancora oggi, sono all'origine della maggior parte delle rivendicazioni femministe, ma ha anche anticipato le nostre mentalità sottomesse all'evoluzione incessante della storia.
بسم الله الرحمان الرحيمNel Nome di Allah, il sommamente Misericordioso, il ClementissimoHANI RAMADANLA DONNA NELL'ISLAMINTRODUZIONEai miei genitoriLa fonte principale di questa piccola opera è il Sublime Corano, che, per i Musulmani, è la Parola stessa di Dio, Allah (SWT), trasmessa agli uomini in "lingua araba chiara". E' importante sottolineare che la traduzione dei versetti che presentiamo ai nostri lettori non può essere considerata se non come un' "interpretazione" che non può rendere né la perfezione sintattica, né l'eloquenza e la musicalità dei versetti coranici, né la profondità semantica del loro contenuto.Tuttavia, il Messaggio dell'Islam può essere chiaramente compreso da tutti coloro che, sinceramente, vi ricercano la Verità, qualunque siano i loro modi di espressione linguistica:In ciò vi è un monito per chi ha un cuore, per chi presta attenzione e testimonia Corano L. Qaf, 37LA DONNA NELL'ISLAMContrariamente all'idea comunemente ammessa in Occidente, secondo la quale la donna Musulmana sarebbe maltrattata e disprezzata, si può affermare che l'Islam ha nei fatti concesso alla donna, tanto sul piano spirituale che sul piano comunitario, uno statuto mai uguagliato da nessun'altra società umana fino ai giorni nostri.Sul piano spirituale, innanzitutto, considerandola come una creatura simile in tutto e per tutto all'uomo.Allah (SWT) dice:Uomini, temete il vostro Signore Che vi ha creati da un solo essere, e da esso ha creato la sposa sua, e da loro ha tratto molti uomini e donne… (Corano IV. An-Nisa', 1)Mentre ancora nel Medioevo dei dotti teologi in Occidente si interrogavano per sapere se la donna avesse un'anima - poiché non era forse lei l'origine del male sulla terra? - o se potesse sperare di avere accesso al Paradiso - poiché non era forse associata al serpente?…-, il Sublime Corano affermava già nel VII^ secolo l'origine comune della coppia, e la sua identità spirituale.La donna è così considerata responsabile delle sue azioni e solo lei dovrà renderne conto davanti ad Allah (SWT):…In verità non farò andare perduto nulla di quello che fate, uomini o donne che siate, ché gli uni provengono dagli altri… Corano III. Al-'Imran, 195Daremo una vita eccellente a chiunque, maschio o femmina, sia credente e compia il bene… Corano XVI. An-Nahl, 97Secondo Ibn 'Abbas (r.), delle donne chiesero al Profeta (s): "Perché Allah (SWT) menziona nel Corano i Credenti (maschi) e non le Credenti (femmine)?". (Secondo un'altra versione dell'hadith, riportata da an-Nisa'i, fu Umm Salamah (r.), la sposa del Profeta (s), a porre questa domanda).In risposta venne rivelato al Profeta (s) il versetto seguente, indicante che gli uomini e le donne hanno gli stessi doveri nei confronti del loro Creatore:In verità i Musulmani e le Musulmane, i credenti e le credenti, i devoti e le devote, i leali e le leali, i perseveranti e le perseveranti, i timorati e le timorate, quelli che fanno l'elemosina e quelle che fanno l'elemosina, i digiunatori e le digiunatrici, i casti e le caste, quelli che spesso ricordano Allah e quelle che spesso ricordano Allah, sono coloro per i quali Allah ha disposto perdono ed enorme ricompensa Corano XXXIII. Al-Ahzab, 35E Allah (SWT), che non disdegnava di soddisfare così le rivendicazioni di queste donne, in una società dove esse erano, prima dell'Islam, il più delle volte disprezzate, Allah (SWT) non rifiutava nemmeno di ascoltare i loro lamenti, e di venire, se necessario, in loro soccorso!In soccorso di 'Aisha (r.), sposa del Profeta (s), rivelando la sua innocenza quando fu calunniata oltraggiosamente (vedi Surah "An-Nur - La Luce", n^ XXIV, versetti 11-21).In soccorso di Khawla bint Tha'laba, che temeva di essere definitivamente separata da suo marito:Allah ha udito il discorso di colei che discuteva con te a proposito del suo sposo e si lamentava (davanti) ad Allah. Allah ascoltava il vostro colloquio. Allah è audiente e vede con chiarezza Corano LVIII. Al-Mujadala, 1Nel contesto di una società meccana in cui la donna giocava un ruolo più che secondario, non è sorprendente vedere una 'surah' del Corano intitolata col nome di Maria (Maryam *)?Questo nome che d'altronde è menzionato non meno di 34 volte nel Corano?Allah (SWT) dice:E quando gli angeli dissero: "In verità, o Maria, Allah ti ha eletta; ti ha purificata ed eletta tra tutte le donne del mondo…" Corano III. Al-'Imran, 42Fu così che la madre di Gesù ('Isa *) divenne per i Musulmani un modello di purezza.Sul piano comunitario, l'Islam ha compiuto una vera rivoluzione culturale e sociale. Esso ha chiaramente indicato quale dovesse essere, nella società, la posizione delle figlie, della sposa e della madre.LE FIGLIENell'Arabia preislamica era in vigore il costume barbaro di seppellire vive le neonate, per timore della povertà - poiché si trattava di una bocca in più da nutrire - o perché la nascita di una figlia femmina era considerata un'onta:Quando si annuncia ad uno di loro la nascita di una figlia, il suo volto si adombra e soffoca (in sé la sua ira). Sfugge alla gente, per via della disgrazia che gli è stata annunciata: deve tenerla nonostante la vergogna o seppellirla nella polvere? Quant'è orribile il loro modo di giudicare. Corano XVI. An-Nahl, 58-59Quando si annuncia a uno di loro ciò che attribuisce al Compassionevole, si adombra il suo viso e si rattrista Corano XLIII. Az-Zukhruf, 17L'Islam ha abolito la pratica del seppellimento delle neonate vive, condannandola severamente:…e quando verrà chiesto alla (neonata) sepolta viva per quale colpa sia stata uccisa… Corano LXXXI. At-Takwir, 8-9Nel Giorno del Giudizio, nulla dunque potrà giustificare questo omicidio.Da parte sua, il Profeta (s) stesso non ha perso alcuna occasione per contrastare i pregiudizi degli Arabi. Così, lo vediamo compiere la preghiera portando sulle spalle la sua nipotina Umamah.Un Sapiente Musulmano, Al-Fakihani, afferma commentando questo gesto: "E' come se la segreta intenzione del Profeta (s), portando Umamah, fosse quella di troncare l'abitudine che avevano gli Arabi di detestare le bambine".Essendo la preghiera l'atto più nobile del credente, e anche il più puro, come far meglio comprendere, in effetti, agli Arabi l'alto rango che ormai i loro bambini dovevano occupare nei loro cuori, se non attraverso questo gesto simbolico?Abu Hurayrah (r.) riportò che il Profeta (s) abbracciò il suo nipotino Hasan (r.), mentre a casa sua era ospite Aqra ibn Habis . Aqra disse allora: "Io ho dieci figli e non ne ho mai abbracciato uno". Il Messaggero di Allah (s) allora lo guardò e gli disse: "A chi non ha misericordia per gli altri, non sarà fatta misericordia". (riportato da Bukhari e Muslim). Così, il Profeta (s) raccomandava ai credenti di essere dolci e buoni nei confronti dei loro figli.I genitori non devono mostrare una preferenza per uno dei figli a scapito degli altri. Devono essere equi in tutto e per tutto verso i bambini e le bambine.Il Profeta (s) disse: "Colui che ha una figlia e non la seppellisce viva, non l'insulta, e non favorisce il suo figlio maschio rispetto a lei, Allah (SWT) lo farà entrare in Paradiso" (riportato da Ahmad ibn Hanbal).Figli e figlie hanno diritto allo stesso amore. Perché questa equità, che pone ogni figlio allo stesso livello di uguaglianza nell'ambito familiare, si realizzi in Occidente, occorrerà attendere dieci secoli. Fino al XVIII^ secolo, in effetti, era considerato normale avvantaggiare un figlio, generalmente il maggiore:"Il privilegio del figlio avvantaggiato dalla primogenitura o dalla scelta dei genitori si trova alla base della società familiare dalla fine del Medioevo al XVII^ secolo… Dalla seconda metà del XVII^ secolo, i moralisti educatori contestano la legittimità di questa pratica, poiché nuoce all'equità, perché ripugna a un nuovo sentimento di uguaglianza del diritto all'affetto familiare e anche perché si accompagna ad un uso profano dei benefici ecclesiastici, essendo questi moralisti anche dei riformatori religiosi. Un capitolo del trattato di Varet "L'educazione dei bambini", pubblicato nel 1966, è consacrato all'uguaglianza che bisogna mantenere nei riguardi dei figli". (Ph. Ariès, "Il bambino e la vita familiare sotto l'Ancien Régime").LA MOGLIENell'Islam, la tenerezza e la misericordia sono le basi della vita coniugale.Allah (SWT) dice:Fa parte dei Suoi segni l'aver creato da voi, per voi, delle spose, affinché riposiate presso di loro, e ha stabilito tra voi amore e misericordia. Ecco davvero dei segni per coloro che riflettono Corano XXX. Ar-Rum, 21Questo legame d'amore è reciproco, e l'uomo e la donna sono assolutamente indispensabili l'uno per l'altra, per realizzare un'unione armoniosa che assicuri il pieno sviluppo di ciascuno. La donna non è dunque un oggetto di cui l'uomo possa disporre senza rispetto! E' un essere la cui sensibilità è riconosciuta; è un rifugio per l'uomo. E l'uomo è un rifugio per lei.Allah (SWT) dice:…esse sono una veste per voi e voi siete una veste per loro… Corano II. Al-Baqara, 187Il Profeta (s) dichiarò: "Il più perfetto dei credenti è colui che ha il carattere migliore. I migliori di voi sono coloro che trattano meglio le loro spose" (riportato da Tirmidhi).Si trova nel Corano questa ingiunzione:…comportatevi verso di loro convenientemente… Corano IV. An-Nisa', 19La Legge Islamica precisa che non si può sposare qualcuno senza il suo consenso. Ibn 'Abbas (r.) riportò in effetti che una giovane donna andò a trovare il Profeta (s), dichiarando che suo padre voleva assolutamente costringerla al matrimonio. Il Profeta (s) le diede la possibilità di scegliere se rifiutare oppure accettare. In realtà, ella era d'accordo. Ma dichiarò di aver voluto semplicemente far sapere alle altre donne che i loro padri non avevano il diritto di costringerle al matrimonio.Ciò avveniva nel VII^ secolo. Ora, solo recentemente, in Europa, si è cominciato a riconoscere questo diritto alle donne.La donna nell'Islam può avere delle proprietà. Può contrattare, scambiare, occuparsi del commercio.Il Corano dichiara:…gli uomini avranno ciò che si saranno meritati e le donne avranno ciò che si saranno meritate… Corano IV. An-Nisa', 32Una volta sposata, la donna Musulmana resta proprietaria dei suoi beni; è libera di utilizzare questi beni come desidera.(Secondo l' "Encyclopaedia Britannica", 1968, vol.23, p. 624, è stato solo nel 1887 che la donna, in Occidente, ha ottenuto questo diritto. Prima, l'insieme delle sue proprietà, una volta sposata, diveniva proprietà del marito).E' in questo contesto che bisogna comprendere le regole islamiche concernenti l'eredità. Se l'uomo ha giuridicamente l'obbligo di provvedere ai bisogni materiali della sua famiglia, mentre la donna dispone liberamente della sua fortuna, senza doverne rendere conto a suo marito, è normale che a quest'ultimo spetti una parte maggiore dell'eredità:Ecco quello che Allah vi ordina a proposito dei vostri figli: al maschio la parte di due femmine… Corano IV. An-Nisa', 11Occorre segnalare inoltre che nell'Islam la "dote" è a carico del marito. In effetti, come spiega Muhammad Hamidullah nella sua "Traduzione del Corano", non si tratta in realtà di una "dote", ma di un "salario d'onore":"E' una sorta di risarcimento che il marito versa a sua moglie (e non ai genitori di quest'ultima), come compenso per ciò che il matrimonio può rappresentare, per lei, di moralmente oneroso. La donna, possedendo una personalità giuridica completa, può in effetti possedere in completa proprietà dei beni sui quali né i suoi genitori né suo marito hanno alcun diritto, neanche di custodia. Non si tratta dunque della dote, né del dotario, conosciuto in Occidente".Se l'Islam autorizza la donna ad occupare diverse funzioni sociali (vigilatrice d'infanzia, istitutrice, insegnante, infermiera, medico, ecc.), considera tuttavia che il suo ruolo principale sia all'interno del focolare domestico. Niente le impedisce, in caso di assoluta necessità, di cercare un impiego. Ma ciò, in una società islamica, non dovrebbe essere considerato come una regola generale. Poiché l'Islam, in quanto religione naturale, ha assegnato alla donna un ruolo sociale che corrisponde alla sua natura. Se si può realmente parlare di uguaglianza di diritti tra l'uomo e la donna, ciò non deve impedire di considerare le funzioni diverse dell'uno e dell'altro sesso.…Esse hanno diritti equivalenti ai loro doveri, in base alle buone consuetudini, ma gli uomini sono superiori… Corano II. Al-Baqara, 228L'uomo ha diversi vantaggi rispetto alla donna: la sua forza fisica, la sua capacità di lavoro, inoltre la facoltà di prendere delle decisioni misurate.La donna al contrario è dotata di una sensibilità e di un'intuizione fini, che corrispondono alla sua funzione primordiale che è quella di allevare i bambini e di rispondere costantemente alle primarie urgenze della vita.E' dunque all'uomo che compete il ruolo di capofamiglia.Allah (SWT) dice:Gli uomini sono preposti alle donne a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono (per esse) i loro beni… Corano IV. An-Nisa', 34E' all'uomo che compete la responsabilità finanziaria della coppia. E' dunque normale che egli assuma la direzione della famiglia. Sarebbe sbagliato tuttavia dedurne che il marito, nella famiglia Musulmana, sia automaticamente un dittatore! L'Islam, al contrario, insiste sul carattere utile delle consultazioni familiari prima di prendere decisioni concernenti l'avvenire della coppia o quello dei bambini.Allah (SWT) dice:…Se, dopo che si siano consultati, entrambi sono d'accordo per svezzarlo (il loro bambino), non ci sarà colpa alcuna… Corano II. Al-Baqara, 233La consultazione della moglie in simili casi, raccomandata dal Corano, mostra che l'Islam ha una concezione della coppia assolutamente esemplare e universale.Può accadere tuttavia che la vita coniugale divenga intollerabile, e che nulla possa riconciliare gli sposi. Come ultimo rimedio, è permesso divorziare.La donna, come l'uomo, ha il diritto di chiedere la separazione. Tuttavia, il Profeta (s) disse: "Tra le cose permesse, la più detestata da Allah (SWT) è il divorzio" (riportato da Abu Dawud e al-Hakim).Per questo motivo la separazione resta un fatto relativamente raro in terra d'Islam. Al contrario, il numero dei divorzi è triplicato nell'ultimo ventennio nella comunità europea. Un matrimonio su tre finisce con una separazione.Le cause di questa disgregazione della cellula familiare sono molteplici, ma invece di lanciarci in analisi storiche e sociologiche che ci porterebbero lontani dal nostro tema, possiamo ritenere valida la spiegazione seguente: definendo le funzioni rispettive dell'uomo e della donna, l'Islam impone degli obblighi che riducono le libertà individuali. All'uomo viene chiesto di provvedere ai bisogni della sua famiglia, di lavorare e di dare ai suoi familiari il meglio di se stesso.Il dovere di fedeltà gli impedisce ogni sorta di avventura extraconiugale.La donna, in quanto custode del focolare domestico, sacrifica ugualmente una parte della sua libertà, consacrandosi al suo sposo e ai suoi bambini.Ora, è appunto da questo sacrificio condiviso della libertà individuale che nasce la fiducia che lega la coppia. Al contrario, una società che privilegia i valori edonisti e un individualismo eccessivo, se guadagna in permissività e vanta piaceri egoisti, se richiama alla "libertà dei costumi" e autorizza la fornicazione, perde in compenso questa nozione di fiducia così necessaria alla solidità della coppia.Così, l'Islam raccomanda una restrizione delle libertà a vantaggio della fiducia e della fedeltà, mentre i valori detti "moderni" affermano le libertà a scapito della fiducia e della fedeltà.Il nucleo della comunità Musulmana è la famiglia, unita dalla fede e dal rispetto della tradizione islamica, mentre il nucleo della società detta "moderna" è l'individuo che deve essere ad ogni costo indipendente dagli altri dal punto di vista finanziario.E' vero che in molti casi questa opposizione non è così nettamente marcata, e che in Occidente rimangono delle famiglie attaccate ai valori tradizionali. Ma noi parliamo qui di una tendenza generale, che tende ad accentuarsi per la perdita stessa di questi valori religiosi e morali.L'Islam considera il ruolo primordiale della donna l'instaurare e il mantenere l'unità della cellula familiare.Se lei, al contrario, esce dal dominio che le è proprio, ne risultano conseguenze negative per tutta la famiglia: il marito, tornando a casa, non trova un clima che possa favorire il suo benessere e il suo riposo, ma una donna spossata come lui da una giornata di lavoro, incapace di sostenerlo o di confortarlo.In quanto ai bambini, essi sono spesso le prime vittime di una tale situazione.Studi seri hanno dimostrato che senza la presenza costante della madre durante i primi cinque anni di vita, i bambini sono soggetti a disturbi psicologici.L'asilo nido, se può essere utile in circostanze eccezionali, non può però essere un valido sostituto al ruolo primordiale della madre.I piccoli non hanno bisogno soltanto del latte e dei vestitini, ma anche e soprattutto della tenerezza e dell'amore che solo la madre può davvero donare loro.Non insisteremo qui su altri aspetti negativi legati al ruolo che pretendono di giocare le donne cosiddette "liberate"; sarà sufficiente ricordare che in diversi luoghi di lavoro esse si lamentano sempre più apertamente delle molestie sessuali di cui sono vittime. Invece di appartenere ad un solo uomo esse divengono degli oggetti nelle mani di più uomini.LA MADREAllah (SWT) ha ordinato all'uomo di essere buono nei confronti di suo padre e di sua madre. Troviamo questa prescrizione in diversi passaggi del Corano:Il tuo Signore ha decretato di non adorare altri che Lui e di trattare bene i vostri genitori. Se uno di loro, o entrambi, dovessero invecchiare presso di te, non dir loro: "uff!" e non li rimproverare; ma parla loro con rispetto, e inclina con bontà, verso di loro, l'ala della tenerezza; e di': "O Signore, sii misericordioso nei loro confronti, come essi lo sono stati nei miei, allevandomi quando ero piccolo" Corano XVII. Al-Isra', 23-24Notiamo, in altri versetti, che questa raccomandazione è orientata soprattutto verso la madre:Abbiamo imposto all'uomo di trattare bene i suoi genitori: lo portò sua madre di travaglio in travaglio e lo svezzò dopo due anni: "Sii riconoscente a Me e ai tuoi genitori. Il destino ultimo è verso di Me…" Corano XXXI. Luqman, 14Abbiamo ordinato all'uomo la bontà verso i genitori: sua madre lo ha portato con fatica e con fatica lo ha partorito. Gravidanza e svezzamento durano trenta mesi… Corano XLVI. Al-'Ahqaf, 15Abu Hurayra (r.) riferì che un uomo andò a trovare il Profeta (s) e gli chiese: "O Messaggero di Allah, chi devo amare di più?". Egli (s) rispose: "Tua madre". L'uomo proseguì: "E poi, chi?". Il Profeta (s) rispose: "Tua madre". Chiese ancora l'uomo: "E poi?". Il Profeta (s) disse di nuovo: "Tua madre". L'uomo insistette: "E poi?"; e il Profeta (s) gli disse: "Tuo padre". (riportato da Bukhari e Muslim).Al-Mughira (r.) riferì che il Profeta (s) disse: "Allah (SWT) vi ha proibito la disobbedienza alle vostre madri, il rifiuto di pagare i vostri debiti, la troppo frequente sollecitazione (il fatto di dire sempre "dai!") e il seppellire vive le neonate" (riportato da Bukhari).Si può notare che l'Islam ha non soltanto lottato contro la superstizione e i pregiudizi che, ancora oggi, sono all'origine della maggior parte delle rivendicazioni femministe, ma ha anche anticipato le nostre mentalità sottomesse all'evoluzione incessante della storia.
nell' islam anche i bambini hanno diritti
La Dichiarazione dei Diritti del Bambino nell'Islâm
بسم الله الرحمان الرحيمNel Nome di Allah, il sommamente Misericordioso, il ClementissimoLa Dichiarazione dei Diritti del Bambino nell'Islâm
dai siti Islamonline & IslamophileIntroduzione alla Dichiarazione dei Diritti del Bambino nell'IslâmForte del ruolo della Commissione Islamica Internazionale per la Donna e il Bambino, che è una delle commissioni del Consiglio Islamico Internazionale per il Soccorso e la Predicazione, nella promozione del punto di vista islamico sulle questioni relative alla famiglia, alla donna e al bambino, la Commissione ha vegliato alla redazione di una Dichiarazione dei Diritti della famiglia, con la partecipazione di numerosi Sapienti della Ummah Musulmana, elaborata alla luce dei principi direttivi che regolamentano la famiglia nell'Islâm. Questa Dichiarazione si basa nella sintesi del contenuto dei suoi articoli e nella loro formulazione su una referenza unica emanante dal Sublime Corano e dalla Sunnah profetica purificata.I lavori relativi a questa Dichiarazione si sono svolti in due tempi:- L'elaborazione della Carta del Bambino nell'Islâm- L'elaborazione della Carta della Famiglia nell'Islâm.Presentiamo oggi la Dichiarazione dei Diritti del Bambino nell'Islâm, quale parte integrante della Dichiarazione dei Diritti della Famiglia nell'Islâm. Che Allah retribuisca tutti coloro che hanno partecipato a questo sforzo.IntroduzioneQuesto progetto è stato elaborato alla luce dei principi direttivi che regolamentano le questioni relative al bambino nell'Islâm, lasciando tutto ciò che tocca la legislazione e le leggi esecutive alla discrezione di ciascun Paese, allo scopo di assicurare una compatibilità massima tra gli articoli della Dichiarazione e le circostanze di ogni società musulmana. Un'attenzione particolare è stata riservata nella formulazione degli articoli della carta a stabilire un parallelo, sul piano del loro contenuto e del loro ordine, con gli accordi internazionali, allo scopo di facilitare il confronto tra la concezione islamica del bambino e le altre concezioni.Abbiamo fatto attenzione affinché i diritti del bambino, negli articoli della Dichiarazione, siano presentati contemporaneamente ai suoi doveri. Riaffermiamo così che l'educazione del bambino deve essere fondata su un equilibrio tra i suoi diritti e i suoi doveri, in maniera graduale lungo gli stadi della sua crescita, finché egli raggiunga lo stadio della piena responsabilità.Questa Dichiarazione raggruppa tutti i diritti del bambino, che richiamano in compenso dei doveri verso la società e la famiglia, che si tratti dei diritti legali protetti dal sistema giudiziario, dei diritti dettati dalle esigenze di una natura sana, della religione o della società, o dei diritti preliminari a tutto ciò, durante la fase dello sviluppo fetale.Ci siamo basati nella sintesi del contenuto degli articoli della Dichiarazione e nella loro formulazione su una referenza unica proveniente dal Sublime Corano e dalla Sunnah Profetica purificata. Gli scritti antichi e contemporanei relativi all'argomento sono serviti ad illuminare i principi costitutivi degli articoli della Dichiarazione.La protezione del bambino fin dalla formazione della famigliaArticolo 1:- Avere un bambino è una grazia divina, e corrisponde ad un'aspirazione naturale dell'essere umano.- La Legge Islamica incita alla procreazione allo scopo di preservare il genere umano.- Pertanto, la Legge Islamica vieta la sterilizzazione di uomini e donne e proscrive l'isterectomia senza una ragione medica e tutti i mezzi che impediscono la perpetuazione dell'umanità.- Il bambino ha diritto a venire al mondo attraverso un matrimonio legittimo tra un uomo e una donna.Articolo 2:- La protezione del bambino da parte della Legge Islamica ingloba le fasi seguenti:1. La scelta reciproca degli sposi2. La gravidanza e il parto3. Dalla nascita all'età della ragione (fase in cui il bambino non sa ancora distinguere il bene dal male)4. Dall'età della ragione alla pubertà (fase in cui il ragazzo sa distinguere il bene dal male).- A ciascuna di queste fasi emergono per il bambino dei diritti adatti alla sua età.Articolo 3:La famiglia costituisce il nido e l'ambiente naturale necessario per apportare al bambino le cure e l'educazione di cui ha bisogno. Essa è la prima scuola in cui cresce e riceve i valori umani, etici, spirituali e religiosi.Articolo 4:- Fa parte dei diritti del bambino nei confronti dei suoi (futuri) genitori che essi siano esigenti nella loro scelta l'uno dell'altra, e che essi basino tale scelta sui criteri ispirati dalla Legge Islamica e che mirano a realizzare l'interesse della Ummah Musulmana, quello della famiglia in generale e l'interesse del bambino in particolare.- Tra questi criteri di scelta degli sposi, vi sono la religiosità e l'equivalenza.- Tra questi criteri, vi è anche la scelta di un congiunto esente da malattie ripugnanti, contagiose o da malattie genetiche gravi.Le libertà e i doveri umani generaliArticolo 5:- Fin dalla formazione del feto, il bambino ha il diritto alla vita, all'esistenza e alla crescita.- È illecito abortire un feto, salvo nel caso in cui la vita della madre sia esposta ad un pericolo certo, che non può essere evitato se non attraverso l'aborto.- Il feto ha il diritto di ricevere le cure mediche e l'alimentazione appropriata, per mezzo delle cure e della protezione prodigate a sua madre.- È illecito arrecare pregiudizio al feto in maniera generale, e conviene punire chiunque gli rechi pregiudizio.Articolo 6:Alla nascita, il bambino ha il diritto di vedersi imporre un bel nome, di essere ricevuto nella gioia e nella gaiezza, che ci si feliciti della sua venuta al mondo e che si celebri questo avvenimento. A questo riguardo, la legislazione islamica ordina che bambini e bambine vengano trattati allo stesso modo. Essa vieta di riservare alle figlie una cattiva accoglienza o di nuocere loro in qualsiasi maniera.Articolo 7:Il bambino ha il diritto alla protezione della sua identità, ivi compreso il suo nome, la sua nazionalità, la sua parentela, così come la sua lingua, la sua cultura e la sua appartenenza religiosa e culturale.Articolo 8:La legislazione islamica vieta ogni discriminazione tra i bambini, a causa della loro razza, della razza dei loro genitori o del loro tutore legale, del colore della loro pelle, della loro etnia, della loro nazionalità, della loro lingua, della loro religione, delle loro opinioni politiche, della loro origine nazionale, etnica o sociale, della loro fortuna o indigenza, del loro luogo di nascita o a causa di qualsiasi altra considerazione suscettibile di creare una forma di discriminazione.Articolo 9:Il bambino ha il diritto di ricevere le migliori cure mediche e di ricorrere agli organismi incaricati della prevenzione, delle cure e della riabilitazione.Articolo 10:Il bambino ha il diritto di ricevere da parte dei suoi genitori e degli altri un trattamento affettuoso, equo e di natura atta a realizzare il suo interesse.Articolo 11:Il bambino ha il diritto di godere della sua infanzia. Nessuno può negargli il diritto al riposo, al godimento del suo tempo libero, al gioco, al divertimento, alla partecipazione alla vita culturale e artistica, in maniera appropriata a seconda della sua età e nel rispetto della sua identità.Articolo 12:- Nei limiti definiti dalla Legge (Islamica), il bambino ha il diritto alla libertà di pensiero, alla libertà di coscienza e alla libertà di avere una religione.- I genitori del bambino e i suoi tutori legali hanno dei diritti e dei doveri per ciò che riguarda l'orientamento del bambino nell'esercizio dei suoi diritti, in armonia con le sue facoltà man mano che si sviluppano e il suo reale interesse.Articolo 13:- Il bambino ha il diritto alla libertà di espressione.- Questo diritto comprende la ricerca di ogni genere di informazione e di pensiero integri, che non si oppongano ai principi dell'etica, della religione e del patriottismo; il fatto di riceverne l'insegnamento e di propagarli oralmente o per iscritto, mediante la produzione artistica o con ogni altro mezzo adatto alla sua condizione e alle sue facoltà intellettuali.- Il bambino che sia capace di formarsi le proprie opinioni ha il diritto di esprimerle liberamente in tutte le questioni che lo riguardano; le sue opinioni devono ricevere la considerazione che si impone a seconda della sua età, della sua maturità e del suo reale interesse.- Questa libertà è limitata soltanto dal rispetto dei diritti altrui e della loro reputazione, o dalla protezione della sicurezza nazionale, dell'ordine pubblico, della salute pubblica e della moralità pubblica.I diritti relativi allo statuto personaleArticolo 14:- Il bambino ha il diritto di essere affiliato ai suoi veri padre e madre- Pertanto, è vietata ogni pratica introducente un dubbio riguardo all'attribuzione del bambino, come il ricorso ad un "utero in affitto" o altre pratiche simili.- Le filiazioni sono stabilite conformemente alle disposizioni della Legge Islamica.Articolo 15:Il neonato ha il diritto di essere nutrito al seno materno, salvo nel caso in cui ciò si opponga all'interesse del neonato, o che la salute della madre non lo permetta.Articolo 16:- Il bambino ha il diritto di essere sotto la custodia di una persona che lo allevi e lo educhi, e che si prenda cura dei suoi bisogni vitali e psicologici. La madre è privilegiata per ottenere la custodia di suo figlio, conformemente alle disposizioni della Legge Islamica.- Il sistema di custodia dei bambini si estende agli orfani, ai bambini abbandonati, ai bambini con bisogni particolari, ai rifugiati, ai bambini privati provvisoriamente o definitivamente del loro ambiente familiare, ai bambini maltrattati così come a quelli che siano stati rifiutati dai genitori o altri.- La Legge Islamica non autorizza l'adozione (affiliando il bambino alla famiglia che lo accoglie), ma si fa garante dei diritti sociali dei bambini, di qualsiasi natura.- Tutti gli organismi della società, a cominciare dallo Stato, forniscono il sostegno e i servizi necessari per aiutare le madri/affidatarie ad adempiere alla loro responsabilità.- I due genitori sono i detentori originali della custodia del loro figlio; il bambino non può essere separato da loro, né da uno di essi, se non a causa di una necessità manifesta, che deve essere apprezzata in maniera proporzionata.- I genitori sono entrambi e di concerto responsabili della protezione del loro figlio, della realizzazione del suo interesse e del fatto di assicurare la sua sussistenza. In caso di bisogno, possono ricorrere agli organismi di protezione sociale specializzati, o ai tribunali, per raggiungere tale scopo.- L'interesse del bambino può essere apprezzato dai professionisti e gli specialisti dei dominii giudiziario, sociale e medico a seconda del contesto specifico proprio a ciascun bambino.Articolo 17:- Ciascun bambino ha il diritto ad un livello di vita adatto al suo sviluppo corporeo, mentale, religioso e sociale.- Questo diritto è dovuto al bambino – che non abbia dei mezzi personali – da parte di suo padre, poi da parte dei suoi parenti benestanti, conformemente alle disposizioni della Legge Islamica.- Questo diritto si prolunga per il bambino di sesso maschile finché sia capace di guadagnarsi la vita ed abbia trovato un impiego, e per la figlia fino al matrimonio o alla realizzazione della sua indipendenza finanziaria.- Tutti gli organismi della società, ivi compreso lo Stato, devono aiutare i genitori, o qualsiasi altra persona che detenga la custodia del bambino, ad assicurare le condizioni di vita necessarie al suo sviluppo.
بسم الله الرحمان الرحيمNel Nome di Allah, il sommamente Misericordioso, il ClementissimoLa Dichiarazione dei Diritti del Bambino nell'Islâm
dai siti Islamonline & IslamophileIntroduzione alla Dichiarazione dei Diritti del Bambino nell'IslâmForte del ruolo della Commissione Islamica Internazionale per la Donna e il Bambino, che è una delle commissioni del Consiglio Islamico Internazionale per il Soccorso e la Predicazione, nella promozione del punto di vista islamico sulle questioni relative alla famiglia, alla donna e al bambino, la Commissione ha vegliato alla redazione di una Dichiarazione dei Diritti della famiglia, con la partecipazione di numerosi Sapienti della Ummah Musulmana, elaborata alla luce dei principi direttivi che regolamentano la famiglia nell'Islâm. Questa Dichiarazione si basa nella sintesi del contenuto dei suoi articoli e nella loro formulazione su una referenza unica emanante dal Sublime Corano e dalla Sunnah profetica purificata.I lavori relativi a questa Dichiarazione si sono svolti in due tempi:- L'elaborazione della Carta del Bambino nell'Islâm- L'elaborazione della Carta della Famiglia nell'Islâm.Presentiamo oggi la Dichiarazione dei Diritti del Bambino nell'Islâm, quale parte integrante della Dichiarazione dei Diritti della Famiglia nell'Islâm. Che Allah retribuisca tutti coloro che hanno partecipato a questo sforzo.IntroduzioneQuesto progetto è stato elaborato alla luce dei principi direttivi che regolamentano le questioni relative al bambino nell'Islâm, lasciando tutto ciò che tocca la legislazione e le leggi esecutive alla discrezione di ciascun Paese, allo scopo di assicurare una compatibilità massima tra gli articoli della Dichiarazione e le circostanze di ogni società musulmana. Un'attenzione particolare è stata riservata nella formulazione degli articoli della carta a stabilire un parallelo, sul piano del loro contenuto e del loro ordine, con gli accordi internazionali, allo scopo di facilitare il confronto tra la concezione islamica del bambino e le altre concezioni.Abbiamo fatto attenzione affinché i diritti del bambino, negli articoli della Dichiarazione, siano presentati contemporaneamente ai suoi doveri. Riaffermiamo così che l'educazione del bambino deve essere fondata su un equilibrio tra i suoi diritti e i suoi doveri, in maniera graduale lungo gli stadi della sua crescita, finché egli raggiunga lo stadio della piena responsabilità.Questa Dichiarazione raggruppa tutti i diritti del bambino, che richiamano in compenso dei doveri verso la società e la famiglia, che si tratti dei diritti legali protetti dal sistema giudiziario, dei diritti dettati dalle esigenze di una natura sana, della religione o della società, o dei diritti preliminari a tutto ciò, durante la fase dello sviluppo fetale.Ci siamo basati nella sintesi del contenuto degli articoli della Dichiarazione e nella loro formulazione su una referenza unica proveniente dal Sublime Corano e dalla Sunnah Profetica purificata. Gli scritti antichi e contemporanei relativi all'argomento sono serviti ad illuminare i principi costitutivi degli articoli della Dichiarazione.La protezione del bambino fin dalla formazione della famigliaArticolo 1:- Avere un bambino è una grazia divina, e corrisponde ad un'aspirazione naturale dell'essere umano.- La Legge Islamica incita alla procreazione allo scopo di preservare il genere umano.- Pertanto, la Legge Islamica vieta la sterilizzazione di uomini e donne e proscrive l'isterectomia senza una ragione medica e tutti i mezzi che impediscono la perpetuazione dell'umanità.- Il bambino ha diritto a venire al mondo attraverso un matrimonio legittimo tra un uomo e una donna.Articolo 2:- La protezione del bambino da parte della Legge Islamica ingloba le fasi seguenti:1. La scelta reciproca degli sposi2. La gravidanza e il parto3. Dalla nascita all'età della ragione (fase in cui il bambino non sa ancora distinguere il bene dal male)4. Dall'età della ragione alla pubertà (fase in cui il ragazzo sa distinguere il bene dal male).- A ciascuna di queste fasi emergono per il bambino dei diritti adatti alla sua età.Articolo 3:La famiglia costituisce il nido e l'ambiente naturale necessario per apportare al bambino le cure e l'educazione di cui ha bisogno. Essa è la prima scuola in cui cresce e riceve i valori umani, etici, spirituali e religiosi.Articolo 4:- Fa parte dei diritti del bambino nei confronti dei suoi (futuri) genitori che essi siano esigenti nella loro scelta l'uno dell'altra, e che essi basino tale scelta sui criteri ispirati dalla Legge Islamica e che mirano a realizzare l'interesse della Ummah Musulmana, quello della famiglia in generale e l'interesse del bambino in particolare.- Tra questi criteri di scelta degli sposi, vi sono la religiosità e l'equivalenza.- Tra questi criteri, vi è anche la scelta di un congiunto esente da malattie ripugnanti, contagiose o da malattie genetiche gravi.Le libertà e i doveri umani generaliArticolo 5:- Fin dalla formazione del feto, il bambino ha il diritto alla vita, all'esistenza e alla crescita.- È illecito abortire un feto, salvo nel caso in cui la vita della madre sia esposta ad un pericolo certo, che non può essere evitato se non attraverso l'aborto.- Il feto ha il diritto di ricevere le cure mediche e l'alimentazione appropriata, per mezzo delle cure e della protezione prodigate a sua madre.- È illecito arrecare pregiudizio al feto in maniera generale, e conviene punire chiunque gli rechi pregiudizio.Articolo 6:Alla nascita, il bambino ha il diritto di vedersi imporre un bel nome, di essere ricevuto nella gioia e nella gaiezza, che ci si feliciti della sua venuta al mondo e che si celebri questo avvenimento. A questo riguardo, la legislazione islamica ordina che bambini e bambine vengano trattati allo stesso modo. Essa vieta di riservare alle figlie una cattiva accoglienza o di nuocere loro in qualsiasi maniera.Articolo 7:Il bambino ha il diritto alla protezione della sua identità, ivi compreso il suo nome, la sua nazionalità, la sua parentela, così come la sua lingua, la sua cultura e la sua appartenenza religiosa e culturale.Articolo 8:La legislazione islamica vieta ogni discriminazione tra i bambini, a causa della loro razza, della razza dei loro genitori o del loro tutore legale, del colore della loro pelle, della loro etnia, della loro nazionalità, della loro lingua, della loro religione, delle loro opinioni politiche, della loro origine nazionale, etnica o sociale, della loro fortuna o indigenza, del loro luogo di nascita o a causa di qualsiasi altra considerazione suscettibile di creare una forma di discriminazione.Articolo 9:Il bambino ha il diritto di ricevere le migliori cure mediche e di ricorrere agli organismi incaricati della prevenzione, delle cure e della riabilitazione.Articolo 10:Il bambino ha il diritto di ricevere da parte dei suoi genitori e degli altri un trattamento affettuoso, equo e di natura atta a realizzare il suo interesse.Articolo 11:Il bambino ha il diritto di godere della sua infanzia. Nessuno può negargli il diritto al riposo, al godimento del suo tempo libero, al gioco, al divertimento, alla partecipazione alla vita culturale e artistica, in maniera appropriata a seconda della sua età e nel rispetto della sua identità.Articolo 12:- Nei limiti definiti dalla Legge (Islamica), il bambino ha il diritto alla libertà di pensiero, alla libertà di coscienza e alla libertà di avere una religione.- I genitori del bambino e i suoi tutori legali hanno dei diritti e dei doveri per ciò che riguarda l'orientamento del bambino nell'esercizio dei suoi diritti, in armonia con le sue facoltà man mano che si sviluppano e il suo reale interesse.Articolo 13:- Il bambino ha il diritto alla libertà di espressione.- Questo diritto comprende la ricerca di ogni genere di informazione e di pensiero integri, che non si oppongano ai principi dell'etica, della religione e del patriottismo; il fatto di riceverne l'insegnamento e di propagarli oralmente o per iscritto, mediante la produzione artistica o con ogni altro mezzo adatto alla sua condizione e alle sue facoltà intellettuali.- Il bambino che sia capace di formarsi le proprie opinioni ha il diritto di esprimerle liberamente in tutte le questioni che lo riguardano; le sue opinioni devono ricevere la considerazione che si impone a seconda della sua età, della sua maturità e del suo reale interesse.- Questa libertà è limitata soltanto dal rispetto dei diritti altrui e della loro reputazione, o dalla protezione della sicurezza nazionale, dell'ordine pubblico, della salute pubblica e della moralità pubblica.I diritti relativi allo statuto personaleArticolo 14:- Il bambino ha il diritto di essere affiliato ai suoi veri padre e madre- Pertanto, è vietata ogni pratica introducente un dubbio riguardo all'attribuzione del bambino, come il ricorso ad un "utero in affitto" o altre pratiche simili.- Le filiazioni sono stabilite conformemente alle disposizioni della Legge Islamica.Articolo 15:Il neonato ha il diritto di essere nutrito al seno materno, salvo nel caso in cui ciò si opponga all'interesse del neonato, o che la salute della madre non lo permetta.Articolo 16:- Il bambino ha il diritto di essere sotto la custodia di una persona che lo allevi e lo educhi, e che si prenda cura dei suoi bisogni vitali e psicologici. La madre è privilegiata per ottenere la custodia di suo figlio, conformemente alle disposizioni della Legge Islamica.- Il sistema di custodia dei bambini si estende agli orfani, ai bambini abbandonati, ai bambini con bisogni particolari, ai rifugiati, ai bambini privati provvisoriamente o definitivamente del loro ambiente familiare, ai bambini maltrattati così come a quelli che siano stati rifiutati dai genitori o altri.- La Legge Islamica non autorizza l'adozione (affiliando il bambino alla famiglia che lo accoglie), ma si fa garante dei diritti sociali dei bambini, di qualsiasi natura.- Tutti gli organismi della società, a cominciare dallo Stato, forniscono il sostegno e i servizi necessari per aiutare le madri/affidatarie ad adempiere alla loro responsabilità.- I due genitori sono i detentori originali della custodia del loro figlio; il bambino non può essere separato da loro, né da uno di essi, se non a causa di una necessità manifesta, che deve essere apprezzata in maniera proporzionata.- I genitori sono entrambi e di concerto responsabili della protezione del loro figlio, della realizzazione del suo interesse e del fatto di assicurare la sua sussistenza. In caso di bisogno, possono ricorrere agli organismi di protezione sociale specializzati, o ai tribunali, per raggiungere tale scopo.- L'interesse del bambino può essere apprezzato dai professionisti e gli specialisti dei dominii giudiziario, sociale e medico a seconda del contesto specifico proprio a ciascun bambino.Articolo 17:- Ciascun bambino ha il diritto ad un livello di vita adatto al suo sviluppo corporeo, mentale, religioso e sociale.- Questo diritto è dovuto al bambino – che non abbia dei mezzi personali – da parte di suo padre, poi da parte dei suoi parenti benestanti, conformemente alle disposizioni della Legge Islamica.- Questo diritto si prolunga per il bambino di sesso maschile finché sia capace di guadagnarsi la vita ed abbia trovato un impiego, e per la figlia fino al matrimonio o alla realizzazione della sua indipendenza finanziaria.- Tutti gli organismi della società, ivi compreso lo Stato, devono aiutare i genitori, o qualsiasi altra persona che detenga la custodia del bambino, ad assicurare le condizioni di vita necessarie al suo sviluppo.
divorzio
Perché il divorzio dipende dalla volontà dell'uomo?
بسم الله الرحمان الرحيمNel Nome di Allah, il sommamente Misericordioso, il ClementissimoDomanda: Perché il divorzio dipende dalla volontà dell'uomo? E perché non è nelle mani della donna?Risposta: L'Islam ha posto il divorzio tra le mani dell'uomo, perché egli è il capofamiglia e ha autorità sulla donna, ma anche perché l'uomo si lascia andare meno facilmente della donna ai sentimenti passeggeri e agli impulsi.L'uomo spesso esita prima di prendere la decisione di divorziare, perché egli ha offerto i doni, versato la dote, sistemato il domicilio coniugale… Ed è lui che, al momento del divorzio, deve versare il resto della dote, così come verserà la pensione. Dovrà far fronte a nuovi e consistenti spese se desidera risposarsi dopo aver divorziato. Per queste ragioni l'uomo non può pensare al divorzio, a meno che non sia inevitabile.Malgrado ciò, la donna ha il diritto, al momento della conclusione dell'atto (di matrimonio) di riservarsi l'isma (autorità) che le darà la possibilità di pronunciare il suo proprio divorzio nel caso in cui ci fossero delle ragioni per farlo.Inoltre, il suo tutore ha il diritto di chiedere il suo divorzio, nel momento in cui vi sia una ragione legale giustificante la separazione da suo marito.Detto questo, è chiaro che se l'Islam ha accordato il diritto di divorzio all'uomo, non ha per questo leso i diritti della donna. Ma ha messo le cose al loro giusto posto, nel loro luogo naturale.Dottor Ahmad Sharabasi
بسم الله الرحمان الرحيمNel Nome di Allah, il sommamente Misericordioso, il ClementissimoDomanda: Perché il divorzio dipende dalla volontà dell'uomo? E perché non è nelle mani della donna?Risposta: L'Islam ha posto il divorzio tra le mani dell'uomo, perché egli è il capofamiglia e ha autorità sulla donna, ma anche perché l'uomo si lascia andare meno facilmente della donna ai sentimenti passeggeri e agli impulsi.L'uomo spesso esita prima di prendere la decisione di divorziare, perché egli ha offerto i doni, versato la dote, sistemato il domicilio coniugale… Ed è lui che, al momento del divorzio, deve versare il resto della dote, così come verserà la pensione. Dovrà far fronte a nuovi e consistenti spese se desidera risposarsi dopo aver divorziato. Per queste ragioni l'uomo non può pensare al divorzio, a meno che non sia inevitabile.Malgrado ciò, la donna ha il diritto, al momento della conclusione dell'atto (di matrimonio) di riservarsi l'isma (autorità) che le darà la possibilità di pronunciare il suo proprio divorzio nel caso in cui ci fossero delle ragioni per farlo.Inoltre, il suo tutore ha il diritto di chiedere il suo divorzio, nel momento in cui vi sia una ragione legale giustificante la separazione da suo marito.Detto questo, è chiaro che se l'Islam ha accordato il diritto di divorzio all'uomo, non ha per questo leso i diritti della donna. Ma ha messo le cose al loro giusto posto, nel loro luogo naturale.Dottor Ahmad Sharabasi
raccomandazione di una madre
Figlia mia...
بسم الله الرحمان الرحيمNel Nome di Allah, il sommamente Misericordioso, il ClementissimoLe raccomandazioni di una madre a sua figlia in occasione del suo matrimonio(dal Fiqhu-s-Sunnah di Sayed Sabiq)
‘Amr ibn Hijr, il re di Kinda, si fidanzò con Umm Iyâs bint ‘Awf bin Muhallim ash-Shaybâni. Al momento delle nozze, sua madre Umama bint al-Hârith si appartò con lei e le fece delle raccomandazioni che costituiscono la base del matrimonio ben riuscito, e che permettono di scorgere i doveri della sposa nei confronti di suo marito.
Le disse:
Figlia mia, se le raccomandazioni non potessero essere rivolte ad una figlia bene educata non l’avrei fatto, ma sono cosciente del fatto che esse sono un ricordo per colui che è distratto, e un aiuto per chi possiede l’intelletto.Se una qualsiasi donna potesse fare a meno di un marito, dato che i suoi parenti sono agiati ed hanno bisogno di lei, quella donna saresti tu; tuttavia le donne sono fatte per gli uomini così come gli uomini sono fatti per le donne.Figlia mia, hai lasciato la tua casa e il luogo dove sei cresciuta per un’abitazione sconosciuta, e un compagno che non conosci, e che sarà il tuo signore e il tuo sorvegliante. Sii per lui un’ancella, ed egli sarà il tuo schiavo imminente, e mantieni queste dieci qualità, l’avrai per te:La prima e la seconda consistono nel sottometterti a lui con gioia e nell’obbedirgli.La terza e la quarta sono di soddisfare la sua vista e il suo odorato, e ciò significa che non ti deve vedere se non in buona forma e non deve sentire di te altro che un buon profumo.La quinta e la sesta consistono nel badare al tempo del suo sonno e dei suoi pasti, poiché la fame e la mancanza di sonno causano dispute.La settima e l’ottava sono di custodire il suo denaro e di occuparti bene dei suoi figli e dei domestici. Per ciò che riguarda il denaro, la cosa più importante è saperlo stimare adeguatamente, per ciò che concerne i bambini devi saperli allevare correttamente.La nona e la decima consistono nell’obbedirgli e nel custodire i suoi segreti; se gli disobbedissi rischieresti di irritarlo, e se rivelassi un suo segreto non saresti al riparo dalla sua slealtà.E soprattutto non gioire quando egli è triste e non ti affliggere se egli è lieto.
بسم الله الرحمان الرحيمNel Nome di Allah, il sommamente Misericordioso, il ClementissimoLe raccomandazioni di una madre a sua figlia in occasione del suo matrimonio(dal Fiqhu-s-Sunnah di Sayed Sabiq)
‘Amr ibn Hijr, il re di Kinda, si fidanzò con Umm Iyâs bint ‘Awf bin Muhallim ash-Shaybâni. Al momento delle nozze, sua madre Umama bint al-Hârith si appartò con lei e le fece delle raccomandazioni che costituiscono la base del matrimonio ben riuscito, e che permettono di scorgere i doveri della sposa nei confronti di suo marito.
Le disse:
Figlia mia, se le raccomandazioni non potessero essere rivolte ad una figlia bene educata non l’avrei fatto, ma sono cosciente del fatto che esse sono un ricordo per colui che è distratto, e un aiuto per chi possiede l’intelletto.Se una qualsiasi donna potesse fare a meno di un marito, dato che i suoi parenti sono agiati ed hanno bisogno di lei, quella donna saresti tu; tuttavia le donne sono fatte per gli uomini così come gli uomini sono fatti per le donne.Figlia mia, hai lasciato la tua casa e il luogo dove sei cresciuta per un’abitazione sconosciuta, e un compagno che non conosci, e che sarà il tuo signore e il tuo sorvegliante. Sii per lui un’ancella, ed egli sarà il tuo schiavo imminente, e mantieni queste dieci qualità, l’avrai per te:La prima e la seconda consistono nel sottometterti a lui con gioia e nell’obbedirgli.La terza e la quarta sono di soddisfare la sua vista e il suo odorato, e ciò significa che non ti deve vedere se non in buona forma e non deve sentire di te altro che un buon profumo.La quinta e la sesta consistono nel badare al tempo del suo sonno e dei suoi pasti, poiché la fame e la mancanza di sonno causano dispute.La settima e l’ottava sono di custodire il suo denaro e di occuparti bene dei suoi figli e dei domestici. Per ciò che riguarda il denaro, la cosa più importante è saperlo stimare adeguatamente, per ciò che concerne i bambini devi saperli allevare correttamente.La nona e la decima consistono nell’obbedirgli e nel custodire i suoi segreti; se gli disobbedissi rischieresti di irritarlo, e se rivelassi un suo segreto non saresti al riparo dalla sua slealtà.E soprattutto non gioire quando egli è triste e non ti affliggere se egli è lieto.
il corano ordina di picchiare le donne?
Il Corano ordina di picchiare le donne?
بسم الله الرحمان الرحيمNel Nome di Allah, il sommamente Misericordioso, il Clementissimo
di Mouhammad Pateldal sito Musulmane et fière de l'êtreDOMANDA: I detrattori dell'Islâm si riferiscono spesso, per attaccare il Sublime Corano, ad un passaggio del versetto 34 della Sûrah an-Nisâ' (Le Donne), che dice:...Ammonite quelle di cui temete l'insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grande (Corano IV. An-Nisâ', 34)Potrebbe chiarirci il senso e la portata reale di questo passaggio coranico?RISPOSTA:La prima cosa sulla quale vorrei insistere, è che il Libro di Allah non dice in nessun caso ai credenti di abbandonare il letto coniugale quando ne hanno voglia, né di picchiare le loro mogli quando ne hanno voglia. Affermare il contrario è una calunnia sul Libro di Allah.Il Corano ci dice chiaramente a proposito dell'attitudine da adottare nei confronti delle spose:...Comportatevi verso di loro convenientemente. Se provate avversione nei loro confronti, può darsi che abbiate avversione per qualcosa in cui Allah ha riposto un grande bene (Corano IV. An-Nisâ', 19)Il Profeta Muhammad (sallAllahu 'alayhi waSallam) disse d'altra parte: "Che un credente non abbia dell'avversione per una credente; se detesta in lei un comportamento, che sia soddisfatto di un altro comportamento"Il Sublime Corano, evocando i legami intimi tra gli sposi, dice ancora:...esse sono una veste per voi e voi siete una veste per loro... (Corano II. Al-Baqara, 187)Il Profeta (sallAllahu 'alayhi waSallam) d'altronde confermò le parole del Compagno Salmân al-Farsî (radiAllahu 'anhu) che aveva detto ad Abu ad-Dardâ (radiAllahu 'anhu): "Sappi che Allah ha dei diritti su di te, che il tuo "nafs" (la tua persona) ha dei diritti su di te e che la tua sposa ha dei diritti su di te; allora dà a ciascuno di essi il suo diritto" (gli aveva detto ciò quando, col pretesto di avvicinarsi al suo Signore, Abu ad-Dardâ' (radiAllahu 'anhu) aveva trascurato la parte di sua moglie, al punto tale che essa se ne era lamentata dicendo che egli non aveva più desiderio per i beni di questa vita – hadîth riportato da Bukhârî e altri)Tale è il tenore dei Testi Sacri dell'Islâm riguardo il comportamento abituale che dovrebbe avere il marito musulmano nei confronti della sua sposa e viceversa.A dire il vero, così come l'Islâm responsabilizza l'uomo, responsabilizza anche la donna, essendo noto che entrambi si troveranno in presenza di Allah (subhanaHu waTa'ala) nel Giorno del Giudizio e che entrambi dovranno rendere conto dei loro comportamenti. Perciò, così come l'uomo deve rispettare i diritti che la sua sposa ha su di lui, anche la sua sposa deve osservare i diritti che il marito ha su di lei. Allah (subhanaHu waTa'ala) dice in effetti:...Esse hanno diritti equivalenti ai loro doveri, in base alle buone consuetudini... (Corano II. Al-Baqara, 228)Così, né l'uomo né la donna sono autorizzati a venire meno ai diritti del loro congiunto. Tale è la regola generale dell'Islâm. E, a questo titolo, l'uomo non ha affatto il diritto di alzare le mani su sua moglie, perché ciò è contrario al comportamento conveniente citato nel Corano.Ma, se la moglie si dimostra "Nâshizah" (ribelle) nei confronti del marito, che cosa può fare quest'ultimo, dato che anche lui ha degli obblighi e che ciascuno sarà giudicato secondo le proprie azioni, e non secondo le azioni altrui?... Allah (subhanaHu waTa'ala) dice nel Sublime Corano:...Aiutatevi l'un l'altro in carità e pietà e non sostenetevi nel peccato e nella trasgressione... (Corano V. Al-Mâ'ida, 2)E il Profeta Muhammad (sallAllahu 'alayhi waSallam) disse – se l'hadîth è autentico (comunque il principio è valido) - : "Che uno di voi non sia uno che segue (la gente), dicendo: "Sono come gli altri. Se fanno il bene, lo faccio e se fanno il male, lo faccio". Ma siate indipendenti facendo del bene quando gli altri lo fanno ed evitando il male se essi commettono il male" (riportato da Tirmidhi che l'ha accettato)Cosa può dunque fare il marito in questo caso? Venire meno ai suoi doveri?Nel versetto 34 della Sûrah 4, Allah (SubhanaHu waTa'ala) esprime chiaramente che il marito non è affatto dispensato dai suoi doveri, che ha sempre un mezzo per correggere questa situazione, ricorrendo alla "maw'idha" (l'esortazione), ma che non ha il diritto né di abbandonare il letto coniugale, né di alzare nemmeno un dito (per picchiare). Il versetto in questione dice infatti:...Ammonite quelle di cui temete l'insubordinazionePoi, se l'esortazione non dà frutti e la sposa continua ad intestardirsi, allora Allah (Gloria a Lui, l'Altissimo) autorizza lo sposo a venire meno ad uno dei suoi doveri, non condividendo il letto coniugale con lei. Il versetto dice:lasciatele sole nei loro lettie ciò, come hanno ben compreso i sapienti, dormendo nella stessa camera e non altrove, perché, finché gli sposi sono insieme, le cose potrebbero sistemarsi.Allah (subhanaHu waTa'ala) dice a proposito della 'iddah (periodo di attesa) del talâq (divorzio) che non bisogna mai cacciare la sposa durante questo periodo dal suo domicilio, per la ragione da Lui Stesso data:…Tu non sai: forse in questo periodo Allah farà succedere qualcosa (Corano LXV. At-Talâq, 1)Il Profeta Muhammad (sallAllahu 'alayhi waSallam), così come riferisce la Sunnah, aveva già fatto ricorso a questa seconda fase, e ciò per un mese, finché i versetti della Sûrah "Al-Ahzâb" rivolti alle sue spose furono rivelati: essi proponevano loro di scegliere se restare con il Profeta Muhammad (sallAllau 'alayhi waSallam), correggendo conseguentemente il loro comportamento, oppure optare per il divorzio (per maggiori dettagli su questo episodio rimandiamo al Tafsîr della Sûrah "Al-Ahzâb" (n° XXXIII), versetti 29-29, e al Tafsîr della Sûrah "At-Tahrîm" (n° LXVI)).Poi, se – malgrado tutto ciò – questa fase non conduce ad alcuna soluzione, ciò significa che siamo dinanzi ad una situazione molto delicata... In effetti, la rottura ("shiqâq") non è lontana ed è la donna ad esserne la causa, in questo caso. Cosa fare allora?Il versetto prosegue:batteteleChe cosa significa questo testo? Incita a picchiare la sposa o lo consiglia, dato che si tratta di una forma imperativa?... Ebbene, esso non è stato inteso così, e ciò a partire dal contesto stesso nel quale questo passaggio è stato rivelato, dallo stile coranico e dagli ahadîth profetici che trattano l'argomento.In effetti, il grande Imâm Tâbi'i (della generazione che seguì quella dei Compagni del Profeta – sallAllahu 'alayhi waSallam) 'Atâ (rahimahullah), in grande stima tra i sapienti e famoso interprete del Corano, affermò: "Che egli non la picchi, anche se le dia un ordine e lei non gli ubbidisca"L'Imâm Ibn Al-'Arabî (rahimahullah), grande giudice Malikita, replicò commentando: "Ciò proviene dalla comprensione estremamente profonda di 'Atâ'!". Poi, argomentò così come spiegherò in dettaglio più avanti.L'Imâm Shafi'i (rahimahullah) disse chiaramente nel "Kitâb Al Umm" (il suo dire è stato ripreso da Fakhr ar-Râzi (rahimahullah) nella sua esegesi, il celebre "Tafsîr Kabîr"): "Il fatto di picchiare è, in questo caso estremo, autorizzato, ma il fatto di non toccarla è la soluzione migliore"E malgrado le mie numerose letture, non ho trovato alcun sapiente avente un peso presso gli ulamâ' musulmani che inciti a battere la propria moglie anche in questo caso estremo.Al contrario, ho letto nel "Rûh Al-Ma'âni" di Al-Âlûssi (rahimahullah) e nel "Ahkâmu-l-Qur'ân" di as-Sâbûni (rahimahullah) l'accordo tra i sapienti sul fatto che non picchiare in questo caso sia la soluzione migliore e il migliore esempio.In effetti, il Profeta Muhammad (sallAllahu 'alayhi waSallam) disse: "Il migliore di voi è il migliore nei confronti delle sue spose".In un altro hadîth, disse chiaramente (sallAllahu 'alayhi waSallam), riguardo al fatto di picchiare la propria sposa in questo caso estremo: "I migliori di voi non picchieranno".E in un altro hadîth è riportato che, quando dei mariti picchiarono le loro spose in questo stesso caso estremo, ed esse andarono a lamentarsi dalle spose del Profeta Muhammad (sallAllahu 'alayhi waSallam), questi tenne un sermone durante il quale evocò il fatto che numerose donne si erano venute a lamentare dei loro mariti... Disse allora (sallAllahu 'alayhi waSallam): "Quelli (quei mariti) non sono i migliori di voi" (hadîth autentico riportato da Shâfi'i, Ibn Mâjah e Ibn Hibbân (se ben ricordo) e altri).Forse che ciò contraddica il passaggio del Corano in questione? Se si ha una buona padronanza dello stile coranico, si comprenderà molto bene che non vi è alcuna contraddizione. In effetti, ci si trovava già in una fase in cui il semplice fatto di alzare anche solo un dito costituiva un peccato in sé. E siamo passati dal divieto al verbo impiegato alla forma imperativa, che è "idribûhunna – battetele". Questo utilizzo (della forma verbale) è noto in arabo sotto la denominazione "Al-Amru ba'da-n-nahy" (l'ordine che segue il divieto). Che cosa significa questo genere di impiego (del verbo)?Citerò due esempi nel Sublime Corano che permettono chiaramente di comprendere la regola così come lo stile impiegato.Il primo riguarda il fatto di cacciare durante il Pellegrinaggio. Il versetto dice chiaramente:O voi che credete! Non uccidete la selvaggina se siete in stato di consacrazione (Corano V. Al-Mâ'ida, 95)Dopo questo divieto, un versetto rivelato più tardi dice:Dopo che vi sarete desacralizzati, cacciate! (Corano V. Al-Mâ'ida, 2)Ci troviamo qui in una situazione simile: eravamo in uno stato di divieto. E una volta terminato questo stato, il verbo "istâdû – cacciate" viene impiegato alla forma imperativa. Dovremmo dedurne che si tratti di un ordine o di una raccomandazione e, conseguentemente, appena finito il Pellegrinaggio, dovremmo partire tutti per la caccia?!!In ogni caso, nessuno dei sapienti musulmani l'ha compreso in questi termini! D'altronde, nemmeno alcun arabofono lo capirà così. Tutto ciò che si può dedurre da ciò è che durante l'ihrâm (lo stato di sacralizzazione) la caccia è vietata, e alla fine di questo stato non lo è più, ossia: nel caso in cui si vada a caccia dopo la fine dell'ihrâm, non si commette più peccato.Un secondo esempio è dato nella Sûrah "Al-Jumu'a" riguardo alla preghiera del venerdì. Il versetto dice:... quando viene fatto l'annuncio per l'orazione del Venerdì, accorrete al ricordo di Allah e lasciate ogni traffico... (Corano LXII. Al-Jumu'a, 9)Ciò significa che durante questo periodo il musulmano è obbligato a non compiere alcun commercio e a rispondere all'appello alla preghiera. Poi, abbiamo il versetto seguente:Quando poi l'orazione è conclusa, spargetevi sulla terra in cerca della grazia di Allah (Corano LXII. Al-Jumu'a, 10) (con l'espressione "la grazia di Allah" si intende qui la ricerca dei beni materiali necessari alla sussistenza umana)Cosa bisogna capire allora dall'espressione "intashirû fi-l-ard –spargetevi sulla terra"? E' forse un ordine o una raccomandazione? E colui che volesse rimanere in moschea ad invocare il suo Signore dopo la preghiera del Venerdì commetterebbe forse un peccato o qualcosa di sconsigliato?! Assolutamente no! Invece ci troviamo di nuovo in una situazione in cui una cosa era proibita per un periodo (il momento della preghiera), poi il verbo alla forma imperativa spiega che questo divieto è rimosso (dopo la fine della preghiera). Niente di più.Lo stesso possiamo dire riguardo al versetto che trattiamo qui, a proposito dell'imperativo "idribûhunna – battetele". Se noi lo analizziamo nel contesto, una volta di più, ci accorgiamo che si tratta di un imperativo che è stato utilizzato dopo tutta una serie di divieti. Ma c'è qualcosa di ancora più importante ancora... Subito dopo questo verbo alla forma imperativa, Allah (subhanaHu waTa'ala) dice:Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grandeChe cosa significano le parole "Allah è altissimo, grande" che vengono dopo "non fate più nulla contro di esse"?Ciò significa che, se voi usate la vostra forza trasgredendo i limiti e picchiate quando non sussista più la ragione per la quale il fatto di picchiare era stato autorizzato, sappiate che, così come voi siete più forti fisicamente di vostra moglie, Allah (subhanaHu waTa'ala) è ben più Grande di voi... Ciò che voi potete fare alla vostra sposa, Allah (subhanaHu waTa'ala) può farvelo molto di più; e Allah è "Aliy – Alto": ciò vi ricorda che voi dovreste elevarvi contro questo genere di comportamento. Dunque, riassumendo, si tratta qui di un momento in cui "l'immunità" della donna (se possiamo esprimerci così) è momentaneamente sospesa, senza tuttavia che il fatto di batterla sia né consigliato né raccomandato. Al contrario, il migliore esempio rimane quello del Profeta Muhammad (sallAllahu 'alayhi waSallam), come abbiamo citato prima.Ora, in cosa consiste questa "sospensione dell'immunità" e che cosa significa "battere, picchiare" qui? E' un gesto che, senza alcun dubbio, ha una conseguenza importante sulla psicologia della donna o si tratta di un atto veramente fisico? Qual è veramente il suo limite?E' in questo contesto che bisogna leggere i pareri dei giuristi (fuqahâ) sulla questione. Quando il Compagno Ibn 'Abbâs (radiAllahu 'anhu) fu interrogato sul senso di "battere", rispose: "bi-s-siwâki wa-n-nahwih" ("Con il siwâk (bastoncino cura-denti della grandezza di una matita) e ciò che è dello stesso genere").La risposta di Ibn 'Abbbâs (radiAllahu 'anhu) consiste nello spiegare ciò che significa "battere" nel contesto: è chiaro che non si tratta di fare male fisicamente. In effetti, ciò che è autorizzato dal versetto, è l'impatto stesso del gesto e non la forza di quest'ultimo.E' per questo che i sapienti dicono che, se il colpo lasci la minima traccia, si impone il taglione. E non è certamente il colpetto con una matita che rischi di lasciare una qualsiasi traccia, se non una traccia piuttosto morale. E malgrado tutto, ciò è lontano dall'essere consigliato; tutto al contrario, come abbiamo visto...Ecco spiegati i testi relativi all'argomento. Ho impiegato del tempo a dettagliare la questione, vista tutta la confusione sparsa a destra e a sinistra sull'argomento.Wa Allahu A'lamE Dio è il Più Sapiente!(articolo redatto dal fratello Malik)
بسم الله الرحمان الرحيمNel Nome di Allah, il sommamente Misericordioso, il Clementissimo
di Mouhammad Pateldal sito Musulmane et fière de l'êtreDOMANDA: I detrattori dell'Islâm si riferiscono spesso, per attaccare il Sublime Corano, ad un passaggio del versetto 34 della Sûrah an-Nisâ' (Le Donne), che dice:...Ammonite quelle di cui temete l'insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grande (Corano IV. An-Nisâ', 34)Potrebbe chiarirci il senso e la portata reale di questo passaggio coranico?RISPOSTA:La prima cosa sulla quale vorrei insistere, è che il Libro di Allah non dice in nessun caso ai credenti di abbandonare il letto coniugale quando ne hanno voglia, né di picchiare le loro mogli quando ne hanno voglia. Affermare il contrario è una calunnia sul Libro di Allah.Il Corano ci dice chiaramente a proposito dell'attitudine da adottare nei confronti delle spose:...Comportatevi verso di loro convenientemente. Se provate avversione nei loro confronti, può darsi che abbiate avversione per qualcosa in cui Allah ha riposto un grande bene (Corano IV. An-Nisâ', 19)Il Profeta Muhammad (sallAllahu 'alayhi waSallam) disse d'altra parte: "Che un credente non abbia dell'avversione per una credente; se detesta in lei un comportamento, che sia soddisfatto di un altro comportamento"Il Sublime Corano, evocando i legami intimi tra gli sposi, dice ancora:...esse sono una veste per voi e voi siete una veste per loro... (Corano II. Al-Baqara, 187)Il Profeta (sallAllahu 'alayhi waSallam) d'altronde confermò le parole del Compagno Salmân al-Farsî (radiAllahu 'anhu) che aveva detto ad Abu ad-Dardâ (radiAllahu 'anhu): "Sappi che Allah ha dei diritti su di te, che il tuo "nafs" (la tua persona) ha dei diritti su di te e che la tua sposa ha dei diritti su di te; allora dà a ciascuno di essi il suo diritto" (gli aveva detto ciò quando, col pretesto di avvicinarsi al suo Signore, Abu ad-Dardâ' (radiAllahu 'anhu) aveva trascurato la parte di sua moglie, al punto tale che essa se ne era lamentata dicendo che egli non aveva più desiderio per i beni di questa vita – hadîth riportato da Bukhârî e altri)Tale è il tenore dei Testi Sacri dell'Islâm riguardo il comportamento abituale che dovrebbe avere il marito musulmano nei confronti della sua sposa e viceversa.A dire il vero, così come l'Islâm responsabilizza l'uomo, responsabilizza anche la donna, essendo noto che entrambi si troveranno in presenza di Allah (subhanaHu waTa'ala) nel Giorno del Giudizio e che entrambi dovranno rendere conto dei loro comportamenti. Perciò, così come l'uomo deve rispettare i diritti che la sua sposa ha su di lui, anche la sua sposa deve osservare i diritti che il marito ha su di lei. Allah (subhanaHu waTa'ala) dice in effetti:...Esse hanno diritti equivalenti ai loro doveri, in base alle buone consuetudini... (Corano II. Al-Baqara, 228)Così, né l'uomo né la donna sono autorizzati a venire meno ai diritti del loro congiunto. Tale è la regola generale dell'Islâm. E, a questo titolo, l'uomo non ha affatto il diritto di alzare le mani su sua moglie, perché ciò è contrario al comportamento conveniente citato nel Corano.Ma, se la moglie si dimostra "Nâshizah" (ribelle) nei confronti del marito, che cosa può fare quest'ultimo, dato che anche lui ha degli obblighi e che ciascuno sarà giudicato secondo le proprie azioni, e non secondo le azioni altrui?... Allah (subhanaHu waTa'ala) dice nel Sublime Corano:...Aiutatevi l'un l'altro in carità e pietà e non sostenetevi nel peccato e nella trasgressione... (Corano V. Al-Mâ'ida, 2)E il Profeta Muhammad (sallAllahu 'alayhi waSallam) disse – se l'hadîth è autentico (comunque il principio è valido) - : "Che uno di voi non sia uno che segue (la gente), dicendo: "Sono come gli altri. Se fanno il bene, lo faccio e se fanno il male, lo faccio". Ma siate indipendenti facendo del bene quando gli altri lo fanno ed evitando il male se essi commettono il male" (riportato da Tirmidhi che l'ha accettato)Cosa può dunque fare il marito in questo caso? Venire meno ai suoi doveri?Nel versetto 34 della Sûrah 4, Allah (SubhanaHu waTa'ala) esprime chiaramente che il marito non è affatto dispensato dai suoi doveri, che ha sempre un mezzo per correggere questa situazione, ricorrendo alla "maw'idha" (l'esortazione), ma che non ha il diritto né di abbandonare il letto coniugale, né di alzare nemmeno un dito (per picchiare). Il versetto in questione dice infatti:...Ammonite quelle di cui temete l'insubordinazionePoi, se l'esortazione non dà frutti e la sposa continua ad intestardirsi, allora Allah (Gloria a Lui, l'Altissimo) autorizza lo sposo a venire meno ad uno dei suoi doveri, non condividendo il letto coniugale con lei. Il versetto dice:lasciatele sole nei loro lettie ciò, come hanno ben compreso i sapienti, dormendo nella stessa camera e non altrove, perché, finché gli sposi sono insieme, le cose potrebbero sistemarsi.Allah (subhanaHu waTa'ala) dice a proposito della 'iddah (periodo di attesa) del talâq (divorzio) che non bisogna mai cacciare la sposa durante questo periodo dal suo domicilio, per la ragione da Lui Stesso data:…Tu non sai: forse in questo periodo Allah farà succedere qualcosa (Corano LXV. At-Talâq, 1)Il Profeta Muhammad (sallAllahu 'alayhi waSallam), così come riferisce la Sunnah, aveva già fatto ricorso a questa seconda fase, e ciò per un mese, finché i versetti della Sûrah "Al-Ahzâb" rivolti alle sue spose furono rivelati: essi proponevano loro di scegliere se restare con il Profeta Muhammad (sallAllau 'alayhi waSallam), correggendo conseguentemente il loro comportamento, oppure optare per il divorzio (per maggiori dettagli su questo episodio rimandiamo al Tafsîr della Sûrah "Al-Ahzâb" (n° XXXIII), versetti 29-29, e al Tafsîr della Sûrah "At-Tahrîm" (n° LXVI)).Poi, se – malgrado tutto ciò – questa fase non conduce ad alcuna soluzione, ciò significa che siamo dinanzi ad una situazione molto delicata... In effetti, la rottura ("shiqâq") non è lontana ed è la donna ad esserne la causa, in questo caso. Cosa fare allora?Il versetto prosegue:batteteleChe cosa significa questo testo? Incita a picchiare la sposa o lo consiglia, dato che si tratta di una forma imperativa?... Ebbene, esso non è stato inteso così, e ciò a partire dal contesto stesso nel quale questo passaggio è stato rivelato, dallo stile coranico e dagli ahadîth profetici che trattano l'argomento.In effetti, il grande Imâm Tâbi'i (della generazione che seguì quella dei Compagni del Profeta – sallAllahu 'alayhi waSallam) 'Atâ (rahimahullah), in grande stima tra i sapienti e famoso interprete del Corano, affermò: "Che egli non la picchi, anche se le dia un ordine e lei non gli ubbidisca"L'Imâm Ibn Al-'Arabî (rahimahullah), grande giudice Malikita, replicò commentando: "Ciò proviene dalla comprensione estremamente profonda di 'Atâ'!". Poi, argomentò così come spiegherò in dettaglio più avanti.L'Imâm Shafi'i (rahimahullah) disse chiaramente nel "Kitâb Al Umm" (il suo dire è stato ripreso da Fakhr ar-Râzi (rahimahullah) nella sua esegesi, il celebre "Tafsîr Kabîr"): "Il fatto di picchiare è, in questo caso estremo, autorizzato, ma il fatto di non toccarla è la soluzione migliore"E malgrado le mie numerose letture, non ho trovato alcun sapiente avente un peso presso gli ulamâ' musulmani che inciti a battere la propria moglie anche in questo caso estremo.Al contrario, ho letto nel "Rûh Al-Ma'âni" di Al-Âlûssi (rahimahullah) e nel "Ahkâmu-l-Qur'ân" di as-Sâbûni (rahimahullah) l'accordo tra i sapienti sul fatto che non picchiare in questo caso sia la soluzione migliore e il migliore esempio.In effetti, il Profeta Muhammad (sallAllahu 'alayhi waSallam) disse: "Il migliore di voi è il migliore nei confronti delle sue spose".In un altro hadîth, disse chiaramente (sallAllahu 'alayhi waSallam), riguardo al fatto di picchiare la propria sposa in questo caso estremo: "I migliori di voi non picchieranno".E in un altro hadîth è riportato che, quando dei mariti picchiarono le loro spose in questo stesso caso estremo, ed esse andarono a lamentarsi dalle spose del Profeta Muhammad (sallAllahu 'alayhi waSallam), questi tenne un sermone durante il quale evocò il fatto che numerose donne si erano venute a lamentare dei loro mariti... Disse allora (sallAllahu 'alayhi waSallam): "Quelli (quei mariti) non sono i migliori di voi" (hadîth autentico riportato da Shâfi'i, Ibn Mâjah e Ibn Hibbân (se ben ricordo) e altri).Forse che ciò contraddica il passaggio del Corano in questione? Se si ha una buona padronanza dello stile coranico, si comprenderà molto bene che non vi è alcuna contraddizione. In effetti, ci si trovava già in una fase in cui il semplice fatto di alzare anche solo un dito costituiva un peccato in sé. E siamo passati dal divieto al verbo impiegato alla forma imperativa, che è "idribûhunna – battetele". Questo utilizzo (della forma verbale) è noto in arabo sotto la denominazione "Al-Amru ba'da-n-nahy" (l'ordine che segue il divieto). Che cosa significa questo genere di impiego (del verbo)?Citerò due esempi nel Sublime Corano che permettono chiaramente di comprendere la regola così come lo stile impiegato.Il primo riguarda il fatto di cacciare durante il Pellegrinaggio. Il versetto dice chiaramente:O voi che credete! Non uccidete la selvaggina se siete in stato di consacrazione (Corano V. Al-Mâ'ida, 95)Dopo questo divieto, un versetto rivelato più tardi dice:Dopo che vi sarete desacralizzati, cacciate! (Corano V. Al-Mâ'ida, 2)Ci troviamo qui in una situazione simile: eravamo in uno stato di divieto. E una volta terminato questo stato, il verbo "istâdû – cacciate" viene impiegato alla forma imperativa. Dovremmo dedurne che si tratti di un ordine o di una raccomandazione e, conseguentemente, appena finito il Pellegrinaggio, dovremmo partire tutti per la caccia?!!In ogni caso, nessuno dei sapienti musulmani l'ha compreso in questi termini! D'altronde, nemmeno alcun arabofono lo capirà così. Tutto ciò che si può dedurre da ciò è che durante l'ihrâm (lo stato di sacralizzazione) la caccia è vietata, e alla fine di questo stato non lo è più, ossia: nel caso in cui si vada a caccia dopo la fine dell'ihrâm, non si commette più peccato.Un secondo esempio è dato nella Sûrah "Al-Jumu'a" riguardo alla preghiera del venerdì. Il versetto dice:... quando viene fatto l'annuncio per l'orazione del Venerdì, accorrete al ricordo di Allah e lasciate ogni traffico... (Corano LXII. Al-Jumu'a, 9)Ciò significa che durante questo periodo il musulmano è obbligato a non compiere alcun commercio e a rispondere all'appello alla preghiera. Poi, abbiamo il versetto seguente:Quando poi l'orazione è conclusa, spargetevi sulla terra in cerca della grazia di Allah (Corano LXII. Al-Jumu'a, 10) (con l'espressione "la grazia di Allah" si intende qui la ricerca dei beni materiali necessari alla sussistenza umana)Cosa bisogna capire allora dall'espressione "intashirû fi-l-ard –spargetevi sulla terra"? E' forse un ordine o una raccomandazione? E colui che volesse rimanere in moschea ad invocare il suo Signore dopo la preghiera del Venerdì commetterebbe forse un peccato o qualcosa di sconsigliato?! Assolutamente no! Invece ci troviamo di nuovo in una situazione in cui una cosa era proibita per un periodo (il momento della preghiera), poi il verbo alla forma imperativa spiega che questo divieto è rimosso (dopo la fine della preghiera). Niente di più.Lo stesso possiamo dire riguardo al versetto che trattiamo qui, a proposito dell'imperativo "idribûhunna – battetele". Se noi lo analizziamo nel contesto, una volta di più, ci accorgiamo che si tratta di un imperativo che è stato utilizzato dopo tutta una serie di divieti. Ma c'è qualcosa di ancora più importante ancora... Subito dopo questo verbo alla forma imperativa, Allah (subhanaHu waTa'ala) dice:Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grandeChe cosa significano le parole "Allah è altissimo, grande" che vengono dopo "non fate più nulla contro di esse"?Ciò significa che, se voi usate la vostra forza trasgredendo i limiti e picchiate quando non sussista più la ragione per la quale il fatto di picchiare era stato autorizzato, sappiate che, così come voi siete più forti fisicamente di vostra moglie, Allah (subhanaHu waTa'ala) è ben più Grande di voi... Ciò che voi potete fare alla vostra sposa, Allah (subhanaHu waTa'ala) può farvelo molto di più; e Allah è "Aliy – Alto": ciò vi ricorda che voi dovreste elevarvi contro questo genere di comportamento. Dunque, riassumendo, si tratta qui di un momento in cui "l'immunità" della donna (se possiamo esprimerci così) è momentaneamente sospesa, senza tuttavia che il fatto di batterla sia né consigliato né raccomandato. Al contrario, il migliore esempio rimane quello del Profeta Muhammad (sallAllahu 'alayhi waSallam), come abbiamo citato prima.Ora, in cosa consiste questa "sospensione dell'immunità" e che cosa significa "battere, picchiare" qui? E' un gesto che, senza alcun dubbio, ha una conseguenza importante sulla psicologia della donna o si tratta di un atto veramente fisico? Qual è veramente il suo limite?E' in questo contesto che bisogna leggere i pareri dei giuristi (fuqahâ) sulla questione. Quando il Compagno Ibn 'Abbâs (radiAllahu 'anhu) fu interrogato sul senso di "battere", rispose: "bi-s-siwâki wa-n-nahwih" ("Con il siwâk (bastoncino cura-denti della grandezza di una matita) e ciò che è dello stesso genere").La risposta di Ibn 'Abbbâs (radiAllahu 'anhu) consiste nello spiegare ciò che significa "battere" nel contesto: è chiaro che non si tratta di fare male fisicamente. In effetti, ciò che è autorizzato dal versetto, è l'impatto stesso del gesto e non la forza di quest'ultimo.E' per questo che i sapienti dicono che, se il colpo lasci la minima traccia, si impone il taglione. E non è certamente il colpetto con una matita che rischi di lasciare una qualsiasi traccia, se non una traccia piuttosto morale. E malgrado tutto, ciò è lontano dall'essere consigliato; tutto al contrario, come abbiamo visto...Ecco spiegati i testi relativi all'argomento. Ho impiegato del tempo a dettagliare la questione, vista tutta la confusione sparsa a destra e a sinistra sull'argomento.Wa Allahu A'lamE Dio è il Più Sapiente!(articolo redatto dal fratello Malik)
poligamia
La poligamia: motivazioni e regole giuridiche
بسم الله الرحمان الرحيمNel Nome di Allah, il sommamente Misericordioso, il Clementissimo'POLIGINIA', non 'poligamia'Il dizionario definisce la poligamia come 'la pratica di avere due o più mogli o mariti allo stesso tempo'. Dato che alle donne Musulmane non è permesso avere più mariti, è meglio usare un'altra parola: POLIGINIA. Sempre secondo il dizionario, infatti, la poliginia è 'la pratica di avere due o più mogli allo stesso tempo'.LA POLIGINIALa poliginia è stata praticata, spesso senza limitazioni, in quasi tutte le culture. Varie religioni l'hanno approvata e praticata prima e dopo l'Islam. Diversi Profeti (*), menzionati nella Bibbia, ebbero più di una moglie. Ancora oggi, la poliginia è praticata segretamente da circa 30.000 Mormoni negli USA. Comunque sia, non è un segreto che un'altra sorta di poligamia venga praticata in America ed Europa: la pratica di avere degli amanti o delle amanti.La differenza è che, mentre gli uomini non-musulmani non hanno obblighi legali o responsabilità nei confronti della loro seconda, terza o quarta amante e dei loro bambini, ad un marito Musulmano competono obblighi legali e responsabilità totale verso la sua seconda, terza o quarta moglie e verso i loro figli.Nell'Islam, non vi è dubbio che una seconda moglie, che sia legalmente sposata e trattata con equità, abbia una posizione migliore di quella di un'amante che non possiede alcun diritto. In più, il figlio legittimo di un padre poligamo, che ha gli stessi diritti e privilegi di un suo fratello o sorella, ha uno statuto migliore di un figlio illegittimo, che quest'ultimo sia stato desiderato oppure no.Per quanto riguarda le possibili ragioni per le quali la poligamia è ammessa nell'Islam, viene in mente che l'Islam è molto pratico per ciò che riguarda i problemi della vita.E' un fatto che, dopo le guerre, di solito il numero degli uomini diminuisce e il numero delle vedove cresce; queste donne non riusciranno più a trovare un altro marito solo per loro. La poliginia è una soluzione a questo problema di carenza di popolazione maschile.Un uomo che scopra che sua moglie è sterile o cronicamente malata, ma desideri avere dei figli o soddisfare in modo lecito i suoi istinti naturali, senza però abbandonare la sua sposa, può trovare nella poliginia una soluzione.Allah (SWT) dice nel Sublime Corano:E se temete di essere ingiusti nei confronti degli orfani, sposate allora due o tre o quattro tra le donne che vi piacciono; ma se temete di essere ingiusti, allora sia una sola o le ancelle che le vostre destre possiedono, ciò è più atto ad evitare di essere ingiusti (Corano IV. An-Nisa' (Le Donne), 3)Da questo versetto risulta chiaro che la poliginia non è un obbligo, ma è permessa e fa parte della Sunnah.Trattare equamente ciascuna moglie è un obbligo che si riferisce all'abitazione, al cibo, ai vestiti, al trattarle gentilmente e al dividere tra loro il tempo libero in maniera equa. Se un marito non è sicuro di essere capace di trattarle equamente, allora è obbligato a sposarne una sola.Non vi è dubbio che a nessuna donna faccia piacere il pensiero di dividere il proprio marito con un'altra, e che un matrimonio poliginico sia fonte di gelosie. Tuttavia, la Legge Islamica (Shari'ah) dà sempre la precedenza al benessere generale della società piuttosto che al disagio individuale o alle preferenze personali.Perciò, il sistema matrimoniale islamico include la poliginia per proteggere e provvedere al sempre presente 'surplus' di donne nella maggioranza delle società umane. L'istituzione della poliginia nel sistema matrimo-niale islamico tiene anche in considerazione alcuni innegabili aspetti della natura umana che influiscono sulle relazioni tra uomini e donne. Questi aspetti rappresentano gli istinti naturali che devono essere presenti negli uomini, perché siano preparati a provvedere alle necessità fisiche ed emotive delle donne 'in sovrappiù' nella società.CONDIZIONI NECESSARIEAlcune condizioni sono necessarie al matrimonio plurimo nell'Islam, allo scopo di proteggere le donne coinvolte, poiché sono proprio le donne che devono trarre vantaggio da questa sorta di relazioni.Ad esempio, un uomo non può avere più di quattro mogli allo stesso tempo, e ciascun matrimonio è legale e vincolante, concernente gli stessi diritti, responsabilità e obblighi, l'ultimo matrimonio (in ordine di tempo) come il primo.Ciò significa che la prima moglie non è la madre o la padrona delle altre mogli, così come la moglie sposata per quarta non può godere di un trattamento preferenziale rispetto alle altre spose.Ciascun contratto di matrimonio ha lo stesso peso giuridico davanti ad una corte di giustizia islamica e l'uomo non è autorizzato a dimostrare apertamente un maggior attaccamento ad una delle mogli, a spese delle altre.Qualora il comportamento non risulti equo, ciò equivale ad un'oppressione.Infatti il Profeta (s) disse: "Chiunque abbia due mogli e inclini ingiustamente verso una di loro, si presenterà nel Giorno del Giudizio con metà del suo corpo pendente da un lato" ('Sunan', riferito da Abu Hurayra (r) e riportato da Abu Dawud).Così, l'uomo è obbligato a vivere con tutte le sue mogli in modo equilibrato in ogni senso.In effetti, la questione della permissibilità del matrimonio poliginico nell'Islam è legata alla capacità dell'uomo di comportarsi equamente con ogni moglie sia per quanto riguarda il tempo passato con ognuna di esse che per quanto riguarda le ricchezze spese per il loro giusto mantenimento.AMORE E MATRIMONIOL'amore, così com'è inteso in Occidente, non è uno dei requisiti fondamentali per il matrimonio islamico.Perciò, il concetto di matrimonio plurimo non dovrebbe avere sulle donne veramente Musulmane il devastante effetto emozionale che ha sulle donne occidentali non-musulmane, se non nei luoghi dove la cultura occidentale ha una grande influenza.Il fattore più importante in un corretto matrimonio islamico è la pietà dei coniugi. A questo fatto fece allusio-ne il Profeta (s) nel seguente hadith: "Potete sposare una donna per quattro ragioni: per la sua ricchezza, il suo lignaggio, la sua bellezza e la sua religione. Tuttavia, è meglio che sposiate quella religiosa, e ne sarete soddisfatti". (Sahih, riferito da Abu Hurayra (r) e raccolto da Bukhari).Oltre alle ragioni esposte sopra, una donna può essere sposata anche per altre ragioni, come la protezione, la prole o l'amicizia.L'amore di solito viene dopo il matrimonio; così è meglio sposare un uomo religioso, pio e disciplinato e amarlo sulla Via di Allah (SWT), piuttosto che sviluppare una fissazione romantica pre-matrimoniale che spesso svanisce in seguito alle inevitabili prove legate al matrimonio vero e proprio.A causa dell'enfatizzato 'amore romantico' legato alla cultura occidentale, è difficile per la gente (inclusi alcuni Musulmani) comprendere il concetto di amore dopo il matrimonio, amore per il compiacimento di Allah (SWT) e amore costruito sulle virtù di lealtà, fede e fiducia in Allah (SWT).In accordo con la tradizione islamica, il Profeta (s) e i suoi Sahaba (Compagni (r)) si sposarono per diverse ragioni. Sposarono delle vedove con orfani, delle donne divorziate e delle schiave di guerra, allo scopo di riconciliare le tribù alla causa islamica, oltre a sposarsi per le normali ragioni che portano gli uomini al matrimonio.L'Islam, così come fu rivelato al Profeta (s), è un completo stile di vita che non tralascia di regolare nessun aspetto dell'esistenza, permettendo ai Musulmani e alle Musulmane di attenersi al corretto 'patto'.Così, se un uomo è in grado di prendersi cura di più di una moglie, non commette alcun illecito nel fare ciò. Al contrario, egli seguirà in questo modo la Sunnah del Profeta (s) e si atterrà al suo ruolo di custode delle donne.Tuttavia, dobbiamo chinarci al fatto che l'amore è destinato da Allah (SWT) e non può essere 'forzato' se Allah (SWT) non l'ha voluto. Questa situazione è analoga all'amicizia che esiste tra membri dello stesso sesso. Noi ammettiamo di avere o di aver avuto un più profondo attaccamento per uno o più di uno dei nostri amici rispetto agli altri, a causa di una rassomiglianza di interessi o di una compatibilità dovuta ad altre ragioni.Allo stesso modo, i genitori a volte possono provare un affetto più profondo per uno o più di uno dei loro bambini, rispetto agli altri; tuttavia, i genitori di solito cercano di evitare di mostrare apertamente questa loro inclinazione, e l'Islam vieta di rendere palese un'eventuale preferenza.Tuttavia, le nostre diverse amicizie non vengono meno a causa di un'inevitabile maggiore intimità con qualcuno dei nostri amici rispetto agli altri, né una maggiore inclinazione verso uno dei figli può negare l'amore che si prova per tutti gli altri.L'uomo è incapace di controllare le sue emozioni fino in fondo. I sentimenti si presentano quando l'uomo meno se li aspetta, perciò egli non può decidere dove il suo cuore debba alloggiare.Il fatto che l'uomo non abbia un controllo reale sull'amore e l'affetto, è confermato da una quantità di versetti coranici. Allah (SWT) dice:…e sappiate che Allah (SWT) si insinua tra l'uomo e il suo cuore…(Corano VIII. Al-Anfal (Il Bottino), 24)Allah (SWT) dice anche:…instillando la solidarietà nei loro cuori. Se avessi speso tutto quello che c'è sulla terra, non avresti potuto unire i loro cuori; è Allah che ha destato la solidarietà tra loro. Allah è eccelso, saggio! (Corano VIII. Al-Anfal (Il Bottino), 63)Un esempio di questo fatto può essere la narrazione di 'Umar ibn al-Khattab (r):"Quando una volta dissi: 'O Messaggero di Allah, che ne diresti de andassi da Hafsa (r) e le dicessi: Non ti ingannare, perché la tua co-sposa e compagna ('Aisha (r)) è più bella di te e più amata dal Profeta (s)…?'. Egli (il Profeta (s)) sorrise, approvando" (Sahih, riportato da Bukhari).In un altro hadith, 'Aisha (r) disse: "Il Messaggero di Allah (s) era solito dividere equamente il suo tempo tra noi, e pregava: 'O Allah, questa è la distribuzione per ciò che è in mio potere, perciò ti prego di non rimproverarmi per la divisione (dell'affetto) su cui non ho alcun controllo'." (Sunan, riportato da Abu Dawud).Molti ahadith riferiscono del maggiore affetto che il Profeta Muhammad (s) provava per una delle sue mogli rispetto alle altre. Però, nonostante le sue inclinazioni, egli (s) divideva il suo tempo in modo equo tra tutte le sue spose. Perciò, basandosi sull'esempio del Profeta (s), tutti gli uomini che abbiano più di una moglie devono mostrarsi equi nella divisione di ciò che è in loro potere, come il tempo passato con ciascuna di esse e le ricchezze spese per il loro mantenimento.Sfortunatamente, alcuni modernisti Musulmani, influenzati dal pensiero occidentale, hanno interpretato alcuni versetti coranici, portandoli a sostegno delle loro tesi, miranti ad abolire la poliginia.In effetti, l'equità a cui si riferisce la Surah 'An-Nisa'', v. 3, si riferisce al tempo e al denaro:…ma se temete di essere ingiusti, allora sia una sola… (Corano IV. An-Nisa' (Le Donne), 3)mentre l'equità menzionata nella stessa Surah, al versetto 129, si riferisce al fatto che nessun uomo o donna può controllare ciò che compete esclusivamente al decreto di Allah (SWT):Non potrete mai essere equi con le vostre mogli, anche se lo desiderate.(Corano IV. An-Nisa' (Le Donne), 129)I Sahaba (r) 'Ubayda as-Salmani (r) e Ibn 'Abbas (r) dissero che l'equità di cui si parla in questo versetto (IV, 129) si riferisce all'amore e ai rapporti sessuali. Inoltre, bisogna prendere nota del fatto che anche il Profeta (s) chiedeva perdono per ciò che non era in suo potere, cioè per l'amore e l'affetto che, come tutti sapevano, egli provava in maniera maggiore per una delle sue spose rispetto alle altre.Comunque il fatto di amare di più una delle mogli non può essere un metro di giudizio per quanto riguarda la 'giustizia' in un matrimonio plurimo.LA DIVISIONE DEL TEMPOCon 'divisione' del tempo trascorso con le mogli, in accordo con la Legge Islamica, generalmente si intendono le notti, poiché di solito è di notte che ci si rilassa dalla fatica del lavoro e si passano dei momenti in compagnia della famiglia.Durante la notte, gli uomini si rifugiano nelle loro case e trascorrono momenti intimi con le loro mogli.Anche il resto del tempo libero deve essere diviso equamente tra le spose.Un uomo deve trascorrere ogni notte con una delle mogli, a turno, in accordo con la Sunnah del Profeta (s). Tuttavia, è ammesso che passi due o tre giorni di seguito con una, e altrettanti, in seguito, con l'altra. Ma se le mogli sono quattro, ciò è sconsigliato, ed è preferibile che l'uomo alterni la propria presenza a casa di ogni moglie tutte le notti, altrimenti la donna trascorrerà molti giorni di seguito senza la compagnia del marito.I diritti di una nuova sposaAd una nuova moglie spettano sette giorni di seguito col marito, perché tra gli sposi possa nascere una normale familiarità. Questo diritto si riferisce alla sposa vergine, o alla vedova, quando il suo precedente ma-trimonio sia stato molto breve, o non sia stato consumato, oppure quando sia vedova da molto tempo.Quando un uomo appena sposato contrae matrimonio con una nuova moglie, trascorrerà dunque sette giorni con lei, se è vergine, e tre giorni, se è già stata sposata.Anas (r) infatti riferì che il Profeta (s) disse: "Se un uomo sposa una vergine starà con lei per sette giorni e poi dividerà equamente il suo tempo (tra tutte le spose). Se sposa una donna che sia già stata sposata precedentemente, trascorrerà con lei tre giorni, e poi ricomincerà a dividere equamente il suo tempo (tra tutte le spose)" (sahih, riportato da Bukhari e Muslim).Tuttavia, se una nuova moglie, che sia stata sposata precedentemente, chiede al marito di trascorrere sette giorni di seguito insieme, egli può farlo, ma poi deve compensare questo periodo di tempo, dividendolo equamente tra le altre spose.Abu Bakr ibn al-Harith (r) riferì che il mattino dopo il matrimonio con Umm Salama (r), il Profeta (s) le disse: "Non credere di non essere importante rispetto alle altre, perché, se vorrai, starò con te sette giorni (di seguito), e poi trascorrerò sette giorni dividendoli tra le mie altre spose; oppure, se vorrai, starò con te (solo) tre giorni, e poi ricomincerò a dividere equamente il mio tempo (tra tutte le spose)". Ella allora rispose: "Passa (con me) tre giorni" (sahih, riportato da Muslim).Una delle mogli può cedere il proprio turno ad una delle sue co-spose, o a tutte loro, oppure può lasciare la scelta al marito (su chi debba essere la beneficiaria).Ciò deve avvenire col permesso del marito, poiché nel matrimonio egli ha diritto di avere rapporti con sua moglie.Questo principio si basa sulla vicenda di Sawda bint Zam'ah (r), una delle mogli del Profeta (s), che, una volta divenuta anziana, cedette il proprio turno alla sua co-sposa 'Aisha (r), col permesso del Profeta (s).Se il giorno che viene donato precede o segue il turno della sposa beneficiata, il marito può stare con lei due giorni di seguito. Ma se i turni delle altre mogli cadono 'a cavallo' di quel giorno, il marito non può arbitrariamente 'riunire' i due giorni, se prima non chiede il permesso delle spose.Se il 'diritto' è stato donato al marito, egli può darlo alla moglie che vuole, ma se la moglie che ha rinunciato non ha specificato di aver ceduto il proprio turno né ad una sua co-sposa, né al loro marito, quest'ultimo dividerà equamente il suo tempo con tutte le spose ad eccezione di quella rinunciataria.La moglie che ha ceduto il proprio turno può chiederne la restituzione quando vuole, ma non ha il diritto di chiedere indietro i suoi giorni 'arretrati'.IL DIRITTO ALLA CASAE' preferibile che ciascuna moglie abbia un appartamento (o una casa) differente, in cui il marito le vada a trovare, perché ciò corrisponde alla Sunnah dell'Inviato di Allah (s). Il marito NON può sistemare le mogli in una stessa casa, a meno che esse stesse non lo desiderino, o a meno che la casa sia composta di più appartamenti separati, con un'entrata indipendente. Non fa differenza il fatto che la casa sia grande o piccola; il bagno, la cucina, ecc. NON devono essere in comune. Ciò perché vivere insieme scatena e amplifica la naturale gelosia che le mogli possono provare l'una nei confronti delle altre.Tuttavia, la vita in comune in una stessa casa è permessa, quando le mogli stesse lo desiderino, poiché il diritto di scelta spetta a loro.IL DIRITTO DI VIAGGIARESe il marito deve viaggiare e vuole portare con sé una sola delle sue mogli, oppure non ha la possibilità di condurle con sé tutte quante, deve scegliere tirando a sorte.'Aisha (r) infatti narrò: "Quando il Profeta (s) decideva di partire per un viaggio, tirava a sorte tra le sue mogli, e la moglie estratta partiva con lui" (sahih, riportato da Bukhari).Al marito non è richiesto di recuperare il tempo speso con questa moglie; al suo ritorno, quindi, riprenderà il solito turno. Tuttavia, nei sahihayn (Bukhari e Muslim) è riportato che in alcune occasioni il Profeta (s) portò con sé due delle sue mogli durante un viaggio; in casi simili, il marito, durante il viaggio stesso, dividerà equamente il suo tempo con le due spose che lo accompagnano.IL MANTENIMENTONon è necessario che il marito compri alla sua nuova moglie tutti i beni e i lussi che egli ha precedentemente regalato alle altre spose.E' tuttavia obbligato a provvedere alla nuova arrivata, secondo le sue necessità e il suo stato sociale, acquistando per lei tutto ciò che è necessario in termini di cibo, abbigliamento, ecc…Può, se vuole, farle un regalo quale parte della 'dote' (mahr).Dopo il matrimonio, però, ogni regalo fatto ad una sposa dovrà essere equamente bilanciato da un regalo fatto a tutte le altre. Non è necessario che il regalo sia sempre lo stesso; ad esempio, se compra ad una un regalo che le altre non desiderano, può dar loro una somma di denaro o un altro regalo equivalente.Se il marito decide di dare uno 'stipendio' ad una moglie, per le sue spese, deve darlo anche alle altre.Le spese sostenute per i figli naturalmente saranno equamente ripartite, ma è chiaro che se una delle mogli ha sette figli e un'altra ne ha due, il marito spenderà di più per il cibo e tutte le altre necessità della famiglia più grande.
بسم الله الرحمان الرحيمNel Nome di Allah, il sommamente Misericordioso, il Clementissimo'POLIGINIA', non 'poligamia'Il dizionario definisce la poligamia come 'la pratica di avere due o più mogli o mariti allo stesso tempo'. Dato che alle donne Musulmane non è permesso avere più mariti, è meglio usare un'altra parola: POLIGINIA. Sempre secondo il dizionario, infatti, la poliginia è 'la pratica di avere due o più mogli allo stesso tempo'.LA POLIGINIALa poliginia è stata praticata, spesso senza limitazioni, in quasi tutte le culture. Varie religioni l'hanno approvata e praticata prima e dopo l'Islam. Diversi Profeti (*), menzionati nella Bibbia, ebbero più di una moglie. Ancora oggi, la poliginia è praticata segretamente da circa 30.000 Mormoni negli USA. Comunque sia, non è un segreto che un'altra sorta di poligamia venga praticata in America ed Europa: la pratica di avere degli amanti o delle amanti.La differenza è che, mentre gli uomini non-musulmani non hanno obblighi legali o responsabilità nei confronti della loro seconda, terza o quarta amante e dei loro bambini, ad un marito Musulmano competono obblighi legali e responsabilità totale verso la sua seconda, terza o quarta moglie e verso i loro figli.Nell'Islam, non vi è dubbio che una seconda moglie, che sia legalmente sposata e trattata con equità, abbia una posizione migliore di quella di un'amante che non possiede alcun diritto. In più, il figlio legittimo di un padre poligamo, che ha gli stessi diritti e privilegi di un suo fratello o sorella, ha uno statuto migliore di un figlio illegittimo, che quest'ultimo sia stato desiderato oppure no.Per quanto riguarda le possibili ragioni per le quali la poligamia è ammessa nell'Islam, viene in mente che l'Islam è molto pratico per ciò che riguarda i problemi della vita.E' un fatto che, dopo le guerre, di solito il numero degli uomini diminuisce e il numero delle vedove cresce; queste donne non riusciranno più a trovare un altro marito solo per loro. La poliginia è una soluzione a questo problema di carenza di popolazione maschile.Un uomo che scopra che sua moglie è sterile o cronicamente malata, ma desideri avere dei figli o soddisfare in modo lecito i suoi istinti naturali, senza però abbandonare la sua sposa, può trovare nella poliginia una soluzione.Allah (SWT) dice nel Sublime Corano:E se temete di essere ingiusti nei confronti degli orfani, sposate allora due o tre o quattro tra le donne che vi piacciono; ma se temete di essere ingiusti, allora sia una sola o le ancelle che le vostre destre possiedono, ciò è più atto ad evitare di essere ingiusti (Corano IV. An-Nisa' (Le Donne), 3)Da questo versetto risulta chiaro che la poliginia non è un obbligo, ma è permessa e fa parte della Sunnah.Trattare equamente ciascuna moglie è un obbligo che si riferisce all'abitazione, al cibo, ai vestiti, al trattarle gentilmente e al dividere tra loro il tempo libero in maniera equa. Se un marito non è sicuro di essere capace di trattarle equamente, allora è obbligato a sposarne una sola.Non vi è dubbio che a nessuna donna faccia piacere il pensiero di dividere il proprio marito con un'altra, e che un matrimonio poliginico sia fonte di gelosie. Tuttavia, la Legge Islamica (Shari'ah) dà sempre la precedenza al benessere generale della società piuttosto che al disagio individuale o alle preferenze personali.Perciò, il sistema matrimoniale islamico include la poliginia per proteggere e provvedere al sempre presente 'surplus' di donne nella maggioranza delle società umane. L'istituzione della poliginia nel sistema matrimo-niale islamico tiene anche in considerazione alcuni innegabili aspetti della natura umana che influiscono sulle relazioni tra uomini e donne. Questi aspetti rappresentano gli istinti naturali che devono essere presenti negli uomini, perché siano preparati a provvedere alle necessità fisiche ed emotive delle donne 'in sovrappiù' nella società.CONDIZIONI NECESSARIEAlcune condizioni sono necessarie al matrimonio plurimo nell'Islam, allo scopo di proteggere le donne coinvolte, poiché sono proprio le donne che devono trarre vantaggio da questa sorta di relazioni.Ad esempio, un uomo non può avere più di quattro mogli allo stesso tempo, e ciascun matrimonio è legale e vincolante, concernente gli stessi diritti, responsabilità e obblighi, l'ultimo matrimonio (in ordine di tempo) come il primo.Ciò significa che la prima moglie non è la madre o la padrona delle altre mogli, così come la moglie sposata per quarta non può godere di un trattamento preferenziale rispetto alle altre spose.Ciascun contratto di matrimonio ha lo stesso peso giuridico davanti ad una corte di giustizia islamica e l'uomo non è autorizzato a dimostrare apertamente un maggior attaccamento ad una delle mogli, a spese delle altre.Qualora il comportamento non risulti equo, ciò equivale ad un'oppressione.Infatti il Profeta (s) disse: "Chiunque abbia due mogli e inclini ingiustamente verso una di loro, si presenterà nel Giorno del Giudizio con metà del suo corpo pendente da un lato" ('Sunan', riferito da Abu Hurayra (r) e riportato da Abu Dawud).Così, l'uomo è obbligato a vivere con tutte le sue mogli in modo equilibrato in ogni senso.In effetti, la questione della permissibilità del matrimonio poliginico nell'Islam è legata alla capacità dell'uomo di comportarsi equamente con ogni moglie sia per quanto riguarda il tempo passato con ognuna di esse che per quanto riguarda le ricchezze spese per il loro giusto mantenimento.AMORE E MATRIMONIOL'amore, così com'è inteso in Occidente, non è uno dei requisiti fondamentali per il matrimonio islamico.Perciò, il concetto di matrimonio plurimo non dovrebbe avere sulle donne veramente Musulmane il devastante effetto emozionale che ha sulle donne occidentali non-musulmane, se non nei luoghi dove la cultura occidentale ha una grande influenza.Il fattore più importante in un corretto matrimonio islamico è la pietà dei coniugi. A questo fatto fece allusio-ne il Profeta (s) nel seguente hadith: "Potete sposare una donna per quattro ragioni: per la sua ricchezza, il suo lignaggio, la sua bellezza e la sua religione. Tuttavia, è meglio che sposiate quella religiosa, e ne sarete soddisfatti". (Sahih, riferito da Abu Hurayra (r) e raccolto da Bukhari).Oltre alle ragioni esposte sopra, una donna può essere sposata anche per altre ragioni, come la protezione, la prole o l'amicizia.L'amore di solito viene dopo il matrimonio; così è meglio sposare un uomo religioso, pio e disciplinato e amarlo sulla Via di Allah (SWT), piuttosto che sviluppare una fissazione romantica pre-matrimoniale che spesso svanisce in seguito alle inevitabili prove legate al matrimonio vero e proprio.A causa dell'enfatizzato 'amore romantico' legato alla cultura occidentale, è difficile per la gente (inclusi alcuni Musulmani) comprendere il concetto di amore dopo il matrimonio, amore per il compiacimento di Allah (SWT) e amore costruito sulle virtù di lealtà, fede e fiducia in Allah (SWT).In accordo con la tradizione islamica, il Profeta (s) e i suoi Sahaba (Compagni (r)) si sposarono per diverse ragioni. Sposarono delle vedove con orfani, delle donne divorziate e delle schiave di guerra, allo scopo di riconciliare le tribù alla causa islamica, oltre a sposarsi per le normali ragioni che portano gli uomini al matrimonio.L'Islam, così come fu rivelato al Profeta (s), è un completo stile di vita che non tralascia di regolare nessun aspetto dell'esistenza, permettendo ai Musulmani e alle Musulmane di attenersi al corretto 'patto'.Così, se un uomo è in grado di prendersi cura di più di una moglie, non commette alcun illecito nel fare ciò. Al contrario, egli seguirà in questo modo la Sunnah del Profeta (s) e si atterrà al suo ruolo di custode delle donne.Tuttavia, dobbiamo chinarci al fatto che l'amore è destinato da Allah (SWT) e non può essere 'forzato' se Allah (SWT) non l'ha voluto. Questa situazione è analoga all'amicizia che esiste tra membri dello stesso sesso. Noi ammettiamo di avere o di aver avuto un più profondo attaccamento per uno o più di uno dei nostri amici rispetto agli altri, a causa di una rassomiglianza di interessi o di una compatibilità dovuta ad altre ragioni.Allo stesso modo, i genitori a volte possono provare un affetto più profondo per uno o più di uno dei loro bambini, rispetto agli altri; tuttavia, i genitori di solito cercano di evitare di mostrare apertamente questa loro inclinazione, e l'Islam vieta di rendere palese un'eventuale preferenza.Tuttavia, le nostre diverse amicizie non vengono meno a causa di un'inevitabile maggiore intimità con qualcuno dei nostri amici rispetto agli altri, né una maggiore inclinazione verso uno dei figli può negare l'amore che si prova per tutti gli altri.L'uomo è incapace di controllare le sue emozioni fino in fondo. I sentimenti si presentano quando l'uomo meno se li aspetta, perciò egli non può decidere dove il suo cuore debba alloggiare.Il fatto che l'uomo non abbia un controllo reale sull'amore e l'affetto, è confermato da una quantità di versetti coranici. Allah (SWT) dice:…e sappiate che Allah (SWT) si insinua tra l'uomo e il suo cuore…(Corano VIII. Al-Anfal (Il Bottino), 24)Allah (SWT) dice anche:…instillando la solidarietà nei loro cuori. Se avessi speso tutto quello che c'è sulla terra, non avresti potuto unire i loro cuori; è Allah che ha destato la solidarietà tra loro. Allah è eccelso, saggio! (Corano VIII. Al-Anfal (Il Bottino), 63)Un esempio di questo fatto può essere la narrazione di 'Umar ibn al-Khattab (r):"Quando una volta dissi: 'O Messaggero di Allah, che ne diresti de andassi da Hafsa (r) e le dicessi: Non ti ingannare, perché la tua co-sposa e compagna ('Aisha (r)) è più bella di te e più amata dal Profeta (s)…?'. Egli (il Profeta (s)) sorrise, approvando" (Sahih, riportato da Bukhari).In un altro hadith, 'Aisha (r) disse: "Il Messaggero di Allah (s) era solito dividere equamente il suo tempo tra noi, e pregava: 'O Allah, questa è la distribuzione per ciò che è in mio potere, perciò ti prego di non rimproverarmi per la divisione (dell'affetto) su cui non ho alcun controllo'." (Sunan, riportato da Abu Dawud).Molti ahadith riferiscono del maggiore affetto che il Profeta Muhammad (s) provava per una delle sue mogli rispetto alle altre. Però, nonostante le sue inclinazioni, egli (s) divideva il suo tempo in modo equo tra tutte le sue spose. Perciò, basandosi sull'esempio del Profeta (s), tutti gli uomini che abbiano più di una moglie devono mostrarsi equi nella divisione di ciò che è in loro potere, come il tempo passato con ciascuna di esse e le ricchezze spese per il loro mantenimento.Sfortunatamente, alcuni modernisti Musulmani, influenzati dal pensiero occidentale, hanno interpretato alcuni versetti coranici, portandoli a sostegno delle loro tesi, miranti ad abolire la poliginia.In effetti, l'equità a cui si riferisce la Surah 'An-Nisa'', v. 3, si riferisce al tempo e al denaro:…ma se temete di essere ingiusti, allora sia una sola… (Corano IV. An-Nisa' (Le Donne), 3)mentre l'equità menzionata nella stessa Surah, al versetto 129, si riferisce al fatto che nessun uomo o donna può controllare ciò che compete esclusivamente al decreto di Allah (SWT):Non potrete mai essere equi con le vostre mogli, anche se lo desiderate.(Corano IV. An-Nisa' (Le Donne), 129)I Sahaba (r) 'Ubayda as-Salmani (r) e Ibn 'Abbas (r) dissero che l'equità di cui si parla in questo versetto (IV, 129) si riferisce all'amore e ai rapporti sessuali. Inoltre, bisogna prendere nota del fatto che anche il Profeta (s) chiedeva perdono per ciò che non era in suo potere, cioè per l'amore e l'affetto che, come tutti sapevano, egli provava in maniera maggiore per una delle sue spose rispetto alle altre.Comunque il fatto di amare di più una delle mogli non può essere un metro di giudizio per quanto riguarda la 'giustizia' in un matrimonio plurimo.LA DIVISIONE DEL TEMPOCon 'divisione' del tempo trascorso con le mogli, in accordo con la Legge Islamica, generalmente si intendono le notti, poiché di solito è di notte che ci si rilassa dalla fatica del lavoro e si passano dei momenti in compagnia della famiglia.Durante la notte, gli uomini si rifugiano nelle loro case e trascorrono momenti intimi con le loro mogli.Anche il resto del tempo libero deve essere diviso equamente tra le spose.Un uomo deve trascorrere ogni notte con una delle mogli, a turno, in accordo con la Sunnah del Profeta (s). Tuttavia, è ammesso che passi due o tre giorni di seguito con una, e altrettanti, in seguito, con l'altra. Ma se le mogli sono quattro, ciò è sconsigliato, ed è preferibile che l'uomo alterni la propria presenza a casa di ogni moglie tutte le notti, altrimenti la donna trascorrerà molti giorni di seguito senza la compagnia del marito.I diritti di una nuova sposaAd una nuova moglie spettano sette giorni di seguito col marito, perché tra gli sposi possa nascere una normale familiarità. Questo diritto si riferisce alla sposa vergine, o alla vedova, quando il suo precedente ma-trimonio sia stato molto breve, o non sia stato consumato, oppure quando sia vedova da molto tempo.Quando un uomo appena sposato contrae matrimonio con una nuova moglie, trascorrerà dunque sette giorni con lei, se è vergine, e tre giorni, se è già stata sposata.Anas (r) infatti riferì che il Profeta (s) disse: "Se un uomo sposa una vergine starà con lei per sette giorni e poi dividerà equamente il suo tempo (tra tutte le spose). Se sposa una donna che sia già stata sposata precedentemente, trascorrerà con lei tre giorni, e poi ricomincerà a dividere equamente il suo tempo (tra tutte le spose)" (sahih, riportato da Bukhari e Muslim).Tuttavia, se una nuova moglie, che sia stata sposata precedentemente, chiede al marito di trascorrere sette giorni di seguito insieme, egli può farlo, ma poi deve compensare questo periodo di tempo, dividendolo equamente tra le altre spose.Abu Bakr ibn al-Harith (r) riferì che il mattino dopo il matrimonio con Umm Salama (r), il Profeta (s) le disse: "Non credere di non essere importante rispetto alle altre, perché, se vorrai, starò con te sette giorni (di seguito), e poi trascorrerò sette giorni dividendoli tra le mie altre spose; oppure, se vorrai, starò con te (solo) tre giorni, e poi ricomincerò a dividere equamente il mio tempo (tra tutte le spose)". Ella allora rispose: "Passa (con me) tre giorni" (sahih, riportato da Muslim).Una delle mogli può cedere il proprio turno ad una delle sue co-spose, o a tutte loro, oppure può lasciare la scelta al marito (su chi debba essere la beneficiaria).Ciò deve avvenire col permesso del marito, poiché nel matrimonio egli ha diritto di avere rapporti con sua moglie.Questo principio si basa sulla vicenda di Sawda bint Zam'ah (r), una delle mogli del Profeta (s), che, una volta divenuta anziana, cedette il proprio turno alla sua co-sposa 'Aisha (r), col permesso del Profeta (s).Se il giorno che viene donato precede o segue il turno della sposa beneficiata, il marito può stare con lei due giorni di seguito. Ma se i turni delle altre mogli cadono 'a cavallo' di quel giorno, il marito non può arbitrariamente 'riunire' i due giorni, se prima non chiede il permesso delle spose.Se il 'diritto' è stato donato al marito, egli può darlo alla moglie che vuole, ma se la moglie che ha rinunciato non ha specificato di aver ceduto il proprio turno né ad una sua co-sposa, né al loro marito, quest'ultimo dividerà equamente il suo tempo con tutte le spose ad eccezione di quella rinunciataria.La moglie che ha ceduto il proprio turno può chiederne la restituzione quando vuole, ma non ha il diritto di chiedere indietro i suoi giorni 'arretrati'.IL DIRITTO ALLA CASAE' preferibile che ciascuna moglie abbia un appartamento (o una casa) differente, in cui il marito le vada a trovare, perché ciò corrisponde alla Sunnah dell'Inviato di Allah (s). Il marito NON può sistemare le mogli in una stessa casa, a meno che esse stesse non lo desiderino, o a meno che la casa sia composta di più appartamenti separati, con un'entrata indipendente. Non fa differenza il fatto che la casa sia grande o piccola; il bagno, la cucina, ecc. NON devono essere in comune. Ciò perché vivere insieme scatena e amplifica la naturale gelosia che le mogli possono provare l'una nei confronti delle altre.Tuttavia, la vita in comune in una stessa casa è permessa, quando le mogli stesse lo desiderino, poiché il diritto di scelta spetta a loro.IL DIRITTO DI VIAGGIARESe il marito deve viaggiare e vuole portare con sé una sola delle sue mogli, oppure non ha la possibilità di condurle con sé tutte quante, deve scegliere tirando a sorte.'Aisha (r) infatti narrò: "Quando il Profeta (s) decideva di partire per un viaggio, tirava a sorte tra le sue mogli, e la moglie estratta partiva con lui" (sahih, riportato da Bukhari).Al marito non è richiesto di recuperare il tempo speso con questa moglie; al suo ritorno, quindi, riprenderà il solito turno. Tuttavia, nei sahihayn (Bukhari e Muslim) è riportato che in alcune occasioni il Profeta (s) portò con sé due delle sue mogli durante un viaggio; in casi simili, il marito, durante il viaggio stesso, dividerà equamente il suo tempo con le due spose che lo accompagnano.IL MANTENIMENTONon è necessario che il marito compri alla sua nuova moglie tutti i beni e i lussi che egli ha precedentemente regalato alle altre spose.E' tuttavia obbligato a provvedere alla nuova arrivata, secondo le sue necessità e il suo stato sociale, acquistando per lei tutto ciò che è necessario in termini di cibo, abbigliamento, ecc…Può, se vuole, farle un regalo quale parte della 'dote' (mahr).Dopo il matrimonio, però, ogni regalo fatto ad una sposa dovrà essere equamente bilanciato da un regalo fatto a tutte le altre. Non è necessario che il regalo sia sempre lo stesso; ad esempio, se compra ad una un regalo che le altre non desiderano, può dar loro una somma di denaro o un altro regalo equivalente.Se il marito decide di dare uno 'stipendio' ad una moglie, per le sue spese, deve darlo anche alle altre.Le spese sostenute per i figli naturalmente saranno equamente ripartite, ma è chiaro che se una delle mogli ha sette figli e un'altra ne ha due, il marito spenderà di più per il cibo e tutte le altre necessità della famiglia più grande.
messaggio a tutti i musulmani
Messaggio della sorella Umm Sayyad a tutti i Musulmani
بسم الله الرحمان الرحيمNel Nome di Allah, il sommamente Misericordioso, il ClementissimoSayyad al-Falastîni (che Allah abbia Misericordia di lui!) fu ucciso da un'esplosione in Bosnia nel dicembre 1995, due giorni prima del suo 19° compleanno.Due giorni prima di venire a conoscenza del Martirio (Shahadah) di suo figlio, Umm Sayyad fece un sogno durante il quale le veniva mostrata una meravigliosa casa in cielo, e qualcuno le disse: "Hai costruito questa casa negli ultimi 20 anni"…بسم الله الرحمان الرحيمLa Lode spetta ad Allah, noi Lo lodiamo, chiediamo unicamente il Suo Aiuto, chiediamo il Suo Perdono, e ci pentiamo dinanzi a Lui per il male che è dentro noi stessi e per le nostre cattive azioni. Colui che Allah (Subhanahu waTa'la) guida, nessuno potrà sviarlo, e colui che Allah (SWT) svia, nessuno potrà guidarlo.Anas ibn Malik (radi'Allahu 'anhu) narrò: Il Messaggero di Allah (sallaAllahu 'alayhi waSallam) disse: "Allah (SWT) invia un angelo nell'utero, e l'angelo dice: 'Oh Signore, è una goccia! O Signore, (adesso) è un grumo (un'aderenza)! O signore, (adesso) è un pezzo di carne!', e poi, se Allah (SWT) desidera completare la sua creazione, l'angelo chiede: 'O Signore, sarà un maschio o una femmina? Disgraziato o felice? Cosa gli sarà destinato? Quale età raggiungerà?'. Perciò, tutto è scritto mentre la creatura è ancora nel ventre materno" (Bukhari).Allah l'Altissimo ha rivelato nel Sublime Corano:Nessuno muore se non con il permesso di Allah, in un termine scritto e stabilito. A chi vuole compensi terreni gli saranno accordati, a chi vuole compensi nell'Altra vita glieli daremo; ben presto ricompenseremo i riconoscenti Corano III. Al-'Imran, 145Appena nati, cominciamo il percorso che ci condurrà alla tomba. Noi dichiariamo la nostra Fede nell'Islam dapprima con le parole, ma in seguito le nostre azioni devono essere una prova di questa Fede… In questa vita, ci sforziamo di guadagnare il nostro ingresso in Paradiso, che Allah (SWT) ci ricompensi con questo; Egli (SWT) l'ha promesso a coloro che combattono per la Sua Causa, e a coloro che sono pazienti:Pensate forse di entrare nel Giardino senza che Allah riconosca coloro che lottano, coloro che sopportano? Corano III. Al-'Imran, 142Poiché ognuno di noi incontrerà la morte, in un modo o nell'altro, perché non incontrarla lottando per la Causa di Allah (SWT)?Leggete Suratu-l-Baqarah e Surat-Al-'Imran:O voi che credete, rifugiatevi nella pazienza e nell'orazione. Invero Allah è con coloro che perseverano. E non dite che sono morti coloro che sono stati uccisi sulla via di Allah, ché invece sono vivi e non ve ne accorgete. Sicuramente vi metteremo alla prova con terrore, fame e diminuzione dei beni, delle persone e dei raccolti. Ebbene, da' la buona novella a coloro che perseverano, coloro che quando li coglie una disgrazia dicono: "Siamo di Allah e a Lui ritorniamo". Quelli saranno benedetti dal loro Signore e saranno ben guidati Corano II. Al-Baqara, 153-157Non considerate morti quelli che sono stati uccisi sul sentiero di Allah. Sono vivi invece e ben provvisti dal loro Signore, lieti di quello che Allah, per Sua grazia, concede. E a quelli che sono rimasti dietro loro, danno la lieta novella: "Nessun timore, non ci sarà afflizione". Annunciano la novella del beneficio di Allah e della grazia e che Allah non lascia andar perduto il compenso dei credenti. Coloro che, pur feriti, risposero all'appello di Allah e del Messaggero, quelli di loro che ben agivano e temevano Allah avranno un compenso immenso. Dicevano loro: "Si sono riuniti contro di voi, temeteli". Ma questo accrebbe la loro fede e dissero: "Allah ci basterà, è il Migliore dei protettori". Ritornarono con la grazia e il favore di Allah, non li colse nessun male e perseguirono il Suo compiacimento. Allah possiede grazia immensa. Certo è Satana che cerca di spaventarvi con i suoi alleati. Non abbiate paura di loro, ma temete Me se siete credenti Corano III. Al-'Imran, 169-175Desideriamo che venga la morte quando supponiamo di aver accumulato abbastanza meriti da poterci salvare dal Fuoco dell'Inferno e dalle torture della tomba, pensando che arriverà quando saremo pronti, e pensando di avere ancora del tempo dinanzi a noi… quanto siamo lontani dalla Verità…?Non pensiamo mai che la morte è una Misericordia da parte di Allah (SWT) nei confronti dei Credenti che vogliono incontrarLo…Non pensiamo mai che qualcuno muoia nel senso 'letterale' del termine - sì, essi lasciano questa vita (dunya) e cominciano l'eterno viaggio, vivendo una felicità totale, della quale noi (nel dunya) potremmo conquistare solo una minima parte, dopo tanto, tanto sforzo.Allah (SWT) ce l'ha detto nel Sublime Corano, nei versetti sopra riportati e in numerosi altri versetti.'Abdullah ibn Mas'ud (r) riferì di aver sentito dire dal Profeta (s) che le anime dei martiri vivono nelle gole di uccellini verdi e mangiano i frutti del Paradiso.Abu Darda (r) riferì che il Profeta (s) disse: "L'intercessione del martire sarà accettata per settanta membri delle sua famiglia" (Abu Dawud)Anas (r) raccontò di aver sentito dire al Profeta (s): "Nessuno che entri in Paradiso desidera tornare indietro nel mondo, anche se potesse avere tutto ciò che c'è sulla terra, eccetto il Mujahid, che desidererebbe tornare al mondo per poter ottenere il martirio dieci volte, per via della dignità che ne riceve (da parte di Allah (SWT))"Masruq (r) riferì: "Chiedemmo ad 'Abdullah (r) il significato del versetto coranico:Non considerate morti quelli che sono stati uccisi sul sentiero di Allah. Sono vivi invece e ben provvisti dal loro Signore Corano III. Al-'Imran, 169Egli disse: Domandammo il significato del versetto al Messaggero di Allah (s), che disse: "Le anime dei martiri vivono nei corpi di uccellini verdi, che hanno i nidi in candelieri appesi al Trono di Allah (SWT). Mangiano i frutti del Paradiso dove vogliono e poi si accoccolano in questi candelieri. Poi il loro Signore posa su di loro lo sguardo e chiede: "Desiderate qualcosa?" ed essi rispondono: 'Cosa potremmo desiderare di più, quando girovaghiamo liberamente in Paradiso come vogliamo?'. Il loro Signore chiede loro la stessa cosa per tre volte. Quando si accorgono che continueranno ad essere interrogati, dicono: 'O Signore, vorremmo che Tu rimandassi le nostre anime nei nostri corpi, perché potessimo essere ammazzati di nuovo per la Tua Causa'. Quando Egli (Allah (SWT)) vede che non hanno bisogno di nulla, li lascia tranquilli"" (Muslim)Queste sono alcune delle prove tratte dal Sublime Corano e dagli ahadith del nostro Profeta (Salla Allahu 'alyhi waSallam); questa è l'unica Via e non vi sono altre vie per richiamare al Jihad.Le mie semplici parole: i nostri figli sono diamanti che Allah l'Altissimo ci ha regalato. Sono inestimabili per ogni genitore, e noi siamo la banca nella quale Allah (SWT) ha depositato questi diamanti. Essi provengono da Lui ed Egli (SWT) ha il diritto di riprendersi il Suo tesoro quando vuole.Pensate a questo mentre recitate le Sue Parole, e credeteci con tutto il vostro cuore e con tutta la vostra mente:"Siamo di Allah e a Lui ritorniamo"Corano II. Al-Baqara, 156Con amore per tutti i Musulmani e i Credenti sulla Via di Allah (SWT).Umm Shahid Sayyad al-Falastîni
بسم الله الرحمان الرحيمNel Nome di Allah, il sommamente Misericordioso, il ClementissimoSayyad al-Falastîni (che Allah abbia Misericordia di lui!) fu ucciso da un'esplosione in Bosnia nel dicembre 1995, due giorni prima del suo 19° compleanno.Due giorni prima di venire a conoscenza del Martirio (Shahadah) di suo figlio, Umm Sayyad fece un sogno durante il quale le veniva mostrata una meravigliosa casa in cielo, e qualcuno le disse: "Hai costruito questa casa negli ultimi 20 anni"…بسم الله الرحمان الرحيمLa Lode spetta ad Allah, noi Lo lodiamo, chiediamo unicamente il Suo Aiuto, chiediamo il Suo Perdono, e ci pentiamo dinanzi a Lui per il male che è dentro noi stessi e per le nostre cattive azioni. Colui che Allah (Subhanahu waTa'la) guida, nessuno potrà sviarlo, e colui che Allah (SWT) svia, nessuno potrà guidarlo.Anas ibn Malik (radi'Allahu 'anhu) narrò: Il Messaggero di Allah (sallaAllahu 'alayhi waSallam) disse: "Allah (SWT) invia un angelo nell'utero, e l'angelo dice: 'Oh Signore, è una goccia! O Signore, (adesso) è un grumo (un'aderenza)! O signore, (adesso) è un pezzo di carne!', e poi, se Allah (SWT) desidera completare la sua creazione, l'angelo chiede: 'O Signore, sarà un maschio o una femmina? Disgraziato o felice? Cosa gli sarà destinato? Quale età raggiungerà?'. Perciò, tutto è scritto mentre la creatura è ancora nel ventre materno" (Bukhari).Allah l'Altissimo ha rivelato nel Sublime Corano:Nessuno muore se non con il permesso di Allah, in un termine scritto e stabilito. A chi vuole compensi terreni gli saranno accordati, a chi vuole compensi nell'Altra vita glieli daremo; ben presto ricompenseremo i riconoscenti Corano III. Al-'Imran, 145Appena nati, cominciamo il percorso che ci condurrà alla tomba. Noi dichiariamo la nostra Fede nell'Islam dapprima con le parole, ma in seguito le nostre azioni devono essere una prova di questa Fede… In questa vita, ci sforziamo di guadagnare il nostro ingresso in Paradiso, che Allah (SWT) ci ricompensi con questo; Egli (SWT) l'ha promesso a coloro che combattono per la Sua Causa, e a coloro che sono pazienti:Pensate forse di entrare nel Giardino senza che Allah riconosca coloro che lottano, coloro che sopportano? Corano III. Al-'Imran, 142Poiché ognuno di noi incontrerà la morte, in un modo o nell'altro, perché non incontrarla lottando per la Causa di Allah (SWT)?Leggete Suratu-l-Baqarah e Surat-Al-'Imran:O voi che credete, rifugiatevi nella pazienza e nell'orazione. Invero Allah è con coloro che perseverano. E non dite che sono morti coloro che sono stati uccisi sulla via di Allah, ché invece sono vivi e non ve ne accorgete. Sicuramente vi metteremo alla prova con terrore, fame e diminuzione dei beni, delle persone e dei raccolti. Ebbene, da' la buona novella a coloro che perseverano, coloro che quando li coglie una disgrazia dicono: "Siamo di Allah e a Lui ritorniamo". Quelli saranno benedetti dal loro Signore e saranno ben guidati Corano II. Al-Baqara, 153-157Non considerate morti quelli che sono stati uccisi sul sentiero di Allah. Sono vivi invece e ben provvisti dal loro Signore, lieti di quello che Allah, per Sua grazia, concede. E a quelli che sono rimasti dietro loro, danno la lieta novella: "Nessun timore, non ci sarà afflizione". Annunciano la novella del beneficio di Allah e della grazia e che Allah non lascia andar perduto il compenso dei credenti. Coloro che, pur feriti, risposero all'appello di Allah e del Messaggero, quelli di loro che ben agivano e temevano Allah avranno un compenso immenso. Dicevano loro: "Si sono riuniti contro di voi, temeteli". Ma questo accrebbe la loro fede e dissero: "Allah ci basterà, è il Migliore dei protettori". Ritornarono con la grazia e il favore di Allah, non li colse nessun male e perseguirono il Suo compiacimento. Allah possiede grazia immensa. Certo è Satana che cerca di spaventarvi con i suoi alleati. Non abbiate paura di loro, ma temete Me se siete credenti Corano III. Al-'Imran, 169-175Desideriamo che venga la morte quando supponiamo di aver accumulato abbastanza meriti da poterci salvare dal Fuoco dell'Inferno e dalle torture della tomba, pensando che arriverà quando saremo pronti, e pensando di avere ancora del tempo dinanzi a noi… quanto siamo lontani dalla Verità…?Non pensiamo mai che la morte è una Misericordia da parte di Allah (SWT) nei confronti dei Credenti che vogliono incontrarLo…Non pensiamo mai che qualcuno muoia nel senso 'letterale' del termine - sì, essi lasciano questa vita (dunya) e cominciano l'eterno viaggio, vivendo una felicità totale, della quale noi (nel dunya) potremmo conquistare solo una minima parte, dopo tanto, tanto sforzo.Allah (SWT) ce l'ha detto nel Sublime Corano, nei versetti sopra riportati e in numerosi altri versetti.'Abdullah ibn Mas'ud (r) riferì di aver sentito dire dal Profeta (s) che le anime dei martiri vivono nelle gole di uccellini verdi e mangiano i frutti del Paradiso.Abu Darda (r) riferì che il Profeta (s) disse: "L'intercessione del martire sarà accettata per settanta membri delle sua famiglia" (Abu Dawud)Anas (r) raccontò di aver sentito dire al Profeta (s): "Nessuno che entri in Paradiso desidera tornare indietro nel mondo, anche se potesse avere tutto ciò che c'è sulla terra, eccetto il Mujahid, che desidererebbe tornare al mondo per poter ottenere il martirio dieci volte, per via della dignità che ne riceve (da parte di Allah (SWT))"Masruq (r) riferì: "Chiedemmo ad 'Abdullah (r) il significato del versetto coranico:Non considerate morti quelli che sono stati uccisi sul sentiero di Allah. Sono vivi invece e ben provvisti dal loro Signore Corano III. Al-'Imran, 169Egli disse: Domandammo il significato del versetto al Messaggero di Allah (s), che disse: "Le anime dei martiri vivono nei corpi di uccellini verdi, che hanno i nidi in candelieri appesi al Trono di Allah (SWT). Mangiano i frutti del Paradiso dove vogliono e poi si accoccolano in questi candelieri. Poi il loro Signore posa su di loro lo sguardo e chiede: "Desiderate qualcosa?" ed essi rispondono: 'Cosa potremmo desiderare di più, quando girovaghiamo liberamente in Paradiso come vogliamo?'. Il loro Signore chiede loro la stessa cosa per tre volte. Quando si accorgono che continueranno ad essere interrogati, dicono: 'O Signore, vorremmo che Tu rimandassi le nostre anime nei nostri corpi, perché potessimo essere ammazzati di nuovo per la Tua Causa'. Quando Egli (Allah (SWT)) vede che non hanno bisogno di nulla, li lascia tranquilli"" (Muslim)Queste sono alcune delle prove tratte dal Sublime Corano e dagli ahadith del nostro Profeta (Salla Allahu 'alyhi waSallam); questa è l'unica Via e non vi sono altre vie per richiamare al Jihad.Le mie semplici parole: i nostri figli sono diamanti che Allah l'Altissimo ci ha regalato. Sono inestimabili per ogni genitore, e noi siamo la banca nella quale Allah (SWT) ha depositato questi diamanti. Essi provengono da Lui ed Egli (SWT) ha il diritto di riprendersi il Suo tesoro quando vuole.Pensate a questo mentre recitate le Sue Parole, e credeteci con tutto il vostro cuore e con tutta la vostra mente:"Siamo di Allah e a Lui ritorniamo"Corano II. Al-Baqara, 156Con amore per tutti i Musulmani e i Credenti sulla Via di Allah (SWT).Umm Shahid Sayyad al-Falastîni
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