9 gen 2009

L'Onu sospende gli aiuti a Gaza
dall'inviato Ugo Tramballi
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Venerdí 09 Gennaio 2009







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GERUSALEMME - Quando s'incomincia a sparare sulle ambulanze, anche le poche regole di una guerra entrano in una nebulosa di barbarie. Nonostante la breve tregua "umanitaria", i pochi che tentano di rendere meno drammatico l'incubo della popolazione di Gaza continuano a finire sotto il fuoco. Il conflitto intanto si riprende la scena, presa per poco dalla diplomazia. Le speranze di una tregua sono ora affidate al Consiglio di sicurezza, riunito nella notte italiana.In serata la Lega araba ha annunciato un accordo di principio tra Paesi arabi e occidentali su una bozza di risoluzione per il cessate il fuoco, da sottoporre successivamente al voto. Il ministro degli Esteri britannico, David Miliband, ha parlato di intesa a portata di mano su un testo «molto forte». L'obiettivo comune è il cessate il fuoco, ma fino a ieri a prevalere erano state le differenze, con i Paesi arabi che avevano presentato un documento molto duro contro Israele che Usa, Francia e Gran Bretagna non intendevano approvare. Un altro problema per gli arabi è la profonda divisione fra Hamas e Fatah. Inaspettatamente ieri il movimento islamico ha detto di non essere contrario alla continuazione del mandato presidenziale di Abu Mazen, in attesa d'improbabili elezioni. La sua presidenza scade oggi. Ieri intanto un camion con la bandiera dell'Onu esposta, che doveva caricare cibo e medicine, è stato centrato dalla cannonata di un carro armato israeliano, nel Nord di Gaza. L'autista è morto. L'incidente, ricorda Christopher Gunnes dell'Unrwa, è avvenuto in quello che doveva essere un corridoio umanitario concordato. Il giorno precedente la tv al-Jazeera aveva diffuso le immagini degli infermieri di un'ambulanza finiti sotto tiro mentre tentavano di raccogliere un ferito. Dopo la cannonata contro il suo convoglio, l'Unrwa, l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi che cura anche la distribuzione di cibo per circa 800mila profughi di Gaza, ha annunciato di avere sospeso le sue attività nella Striscia. La causa: «Crescenti azioni ostili contro le nostre strutture e il nostro personale. Troppo pericoloso». Due giorni prima l'artiglieria aveva centrato una scuola dell'Unrwa, facendo 43 morti e 100 feriti. Secondo la versione israeliana dei fatti, poco prima Hamas aveva tirato dei colpi di mortaio dall'interno della scuola. L'Onu lo ha negato. Riguardo all'incidente di ieri, le autorità militari «stanno indagando». La fine di ogni santuario umanitario anche durante la tregua - l'Onu sostiene di dare sempre a Israele le coordinate di ogni movimento - sta trasformando la crisi di Gaza in una catastrofe. Ieri la Croce rossa internazionale ha accusato le forze israeliane di avere ritardato i soccorsi ai feriti in un quartiere di Gaza City, tra cui quattro bambini che per quattro giorni sono rimasti in casa senza cibo e acqua accanto al cadavere della madre. E il dipartimento di Stato americano ha ammesso l'esistenza di una situazione umanitaria «terribile», lanciando un appello affinchè lo Stato ebraico prolunghi gli orari della tregua.È la guerra che è tornata al centro della scena dopo la breve illusione offerta dal tentativo diplomatico di francesi ed egiziani. Del loro piano non si sa più nulla. L'ultimo conto dei morti palestinesi è di 765, i feriti sono 3.200. Ieri sono morti altri tre militari israeliani: le perdite sono di nove uomini, quattro dei quali uccisi da fuoco amico. Altri quattro civili erano stati uccisi dai Qassam palestinesi nei primi giorni della guerra. Nonostante gli israeliani stiano avanzando e chiudano sempre di più Hamas nella loro morsa, il movimento islamico continua a combattere. Uno dei soldati uccisi ieri, un ufficiale, è stato colpito da un razzo anti-carro che finora Hamas non aveva usato. E solo ieri pomeriggio altri 25 razzi hanno raggiunto il Negev israeliano.Non sono i soli colpi caduti ieri su Israele. Per qualche ora ieri mattina è sembrato che si fosse aperto un nuovo fronte. Quattro Katyusha lanciati dal Sud del Libano sono caduti dentro e attorno a Nahariya, ferendo alcuni ospiti di un ospizio per anziani. Israele ha immediatamente risposto con altrettante cannonate. Sembrava una ripresa del conflitto dell'estate del 2006 che ha lasciato molti conti in sospeso fra Israele e Hezbollah. «Siamo pronti», aveva gridato due giorni fa Hassan Nasrallah, il leader del partito di Dio. «I sionisti scopriranno che l'altra guerra era stata una passeggiata nel parco». Era la celebrazione dell'Ashura, il giorno del lutto nel mondo sciita. Un'occasione apparentemente ideale per aprire un nuovo fronte. Ma i Katyusha erano stati lanciati dai palestinesi del Fronte popolare di Ahmed Jibril, un sopravvissuto della rivoluzione fallita degli anni Settanta. Gli Hezbollah negano ogni coinvolgimento anche se gli "ispiratori ideali" sono loro. Passata la mattinata, la calma è tornata lungo la frontiera. Con l'Armée libanese, il generale Claudio Graziano che comanda i Caschi blu dell'Unifil, compreso il contingente italiano di 2.500 uomini, ha rafforzato il controllo nel Sud del Libano.

tratto da ilsole24ore

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