21 gen 2009

obblighi morali e sociali

Il musulmano ha comunque il diritto-dovere di assolvere al jihād (arabo: جهاد), indicato letteralmente dai musulmani come "impegno [del singolo] sulla Strada di Dio" ( jahada fī sabīl Allāh ), nella speranza di poter vedere nell'Aldilà il Suo Volto ( li-wajhihi ), grazie alla riuscita lotta decisa contro le pulsioni negative del proprio corpo e del proprio spirito.

Se il jihād si presentasse esclusivamente nella sua accezione prioritaria ("maggiore", akbar, dice la giurisprudenza), esso andrebbe a costituire senza obiezione alcuna il sesto Pilastro della fede islamica. Il fatto però di prevedere anche una sua forma di minor rilevanza spirituale ( aṣghar), ossia quella di combattere una concreta "guerra obbligatoria" contro i nemici dell'Islam, non consente un siffatto inserimento a pieno titolo tra i cinque arkān al-Islām.

Anche nella sua veste minore, il jihād deve essere ulteriormente definito e differenziato dalla shariʿa. Se infatti un'offesa o un'aggressione sono portate dalla dar al-harb nel cuore della dar al-Islam, l'impegno a prendere le armi per contrastare ed eliminare l'oltraggio incombe su tutta la Umma, mentre se si intendesse realizzare l'espansione dei confini fisici e spirituali della Umma, l'impegno al jihād incomberebbe esclusivamente su volontari espressi dalla Umma. Nel primo caso si parla allora di farḍ ʿayn (obbligo individuale), nel secondo invece di farḍ kifāya (obbligo collettivo).

Il "jihād maggiore" costituisce il sesto pilastro anche per l'intero Sciismo. Per spiegazioni più dettagliate si rinvia al relativo lemma.


Moschea del Profeta a Medina, seconda città sacra dell'IslamGenerico obbligo è anche quello di "ordinare il bene e vietare il male" ( al-amr bi-l-maʿrūf wa-nahy ʿan al-munkar ) ovunque essi si presentino, ricorrendo a ogni mezzo lecito e necessario (con la mano, la parola, la penna o la spada), laddove il bene e il male sono determinati esplicitamente da Dio nel Corano, dovendosi intendere come Bene la sua volontà e Male il disobbedirgli.

Nessuna "teologia naturale" è ammessa, che possa far presumere all'intelligenza umana di penetrare razionalmente i confini tra il Volere di Dio e la Sua non-Volontà, essendo la creatura umana tenuta ad assoggettarsi senza distinguo al dettato coranico. In senso letterale, la parola "Islàm" significa infatti sottomissione, abbandono o obbedienza a Dio. Abbandono a un Progetto divino che concerne l'umanità intera e che l'uomo non può conoscere per la sua intrinseca limitatezza, al quale tuttavia esso si dovrà abbandonare, fiducioso della bontà e della misericordia divina.

Dio - al contrario di quanto pensavano i mutaziliti - non concede il libero arbitrio all'uomo, essendo ogni atto (compreso quello umano) creato da Dio. Egli dà all'uomo tutt'al più il possesso ( iktisāb ) dell'atto compiuto e il presumere di poter creare qualcosa o di penetrare l'insondabile Volontà divina sono peccati di massima superbia, con la conseguenza che il Volere divino dovrà essere accettato senza condizione alcuna da parte delle Sue creature.

Questo avviene non solo nelle pratiche di culto (modalità minuziose nell'assolvimento della preghiera, senza osservare con precisione le quali l'obbligo non si considera convenientemente assolto; precise ritualità da osservare nel corso del pellegrinaggio obbligatorio a Mecca e nei suoi dintorni) ma anche nell'ottemperare alle precise e cogenti norme alimentari che, secondo lo schema vetero-testamentario, non si giustificano con motivazioni di carattere razionale, in grado cioè di essere percepite dall'intelligenza umana, ma che devono essere accettate come tutto il resto "senza chiedersi il come e il perché" (bi-lā kayfa).

5 commenti:

Anonimo ha detto...

limitando le chiacchere al minimo, tu non vuoi decidere di niente?
vuoi che qualcun altro decida per te, siano pure dei pezzi di carta?
caposkaw

muamer ha detto...

allora visto che posso decidere caro capo adios lo sai che significa non scrivere più sul mio blog, capisci che non siete i benvenuti?

Unknown ha detto...

Salaam 'aleikum wa rahmatullah.
Ottimo post.
Mi permetto due commenti:
1 fai bene a dire adios a questo come ad altri utenti che vengono qui solo per fare tentativi di propaganda atea o comunque anti islamica.
Noi alhamdulillah seguiamo la Retta Via.
Ascoltare chi ci si rivolge così non è bene per noi, perché ci dà rancore, né tanto meno per loro, che hanno occasione di incaponirsi nel grave errore.
2 Scusa se mi permetto... ma è la seconda volta che citi fonti sciite, come mai? Non è una critica, mi pare le hai citate ove erano accettabili, solo mi preoccupavo un po'

muamer ha detto...

CARO FRATELLO FAB, ESSELAMU ALEYKUM, LA TUA PRECISAZIONE E LA TUA DOMANDA SONO GIUSTE, MA NON TI PREOCCUPARE, HO CITATO FONTI SCIITE SOLO PERCHE' ESSENDO UN BLOG DI INFORMAZIONE E' GIUSTO ANCHE CITARE QUEL TIPO DI INFORMAZIONI. TRANQUILLO, PENSI CHE IL MIO SOLDATO NO MI DIREBBE NULLA?

Unknown ha detto...

Ah, hai ragione... non avevo pensato ci fosse un regime militare in casa : D
A proposito digli salaam 'aleikum da parte mia e di contattarmi presto insha Allah.